Riflessioni Senza Categoria

Eṡegèṡi

Livelli di comprensione progressivi

22/04/23

Il dubbio impone in ogni occasione di mettersi pesantemente in discussione. Il dubbio è sano, ma solo fino a quando non scade nel suo eccesso, ossia nella mancanza di capacità di formare un pensiero coerente, di avere il coraggio necessario a prendere una posizione.

Questa è la sottile linea rossa che atterrisce chi non si appiattisce su quanto viene propagandato come verità, di chi non si accontenta e tenta, spesso con grande fatica, di comprendere.

Passo parecchio tempo provando a dipanare fatti e informazioni di dubbia provenienza e affidabilità, cercando di verificare e organizzare il tutto in modo funzionale, eppure, a questo punto, mi rendo conto che devo declinare i miei pensieri in modo differente a seconda degli assiomi che necessariamente devo scegliere. Cercherò di spiegarmi meglio con un esempio pratico (fra i mille possibili).

Ho spesso analizzato la questione della guerra in Ucraina. L’ho fatto partendo da un assioma di cui però non sono affatto convinto, ossia che l’agenda globalista, in qualche modo, faccia eccezione in questa specifica dinamica.

Ho analizzato la contrapposizione fra blocchi, quello occidentale e quello orientale ― meglio ancora quello russo, che è cosa a sé ― e gli interessi concreti sullo “scudo ucraino“, sulle sue preziose risorse, ma pure su quelle taciute dell’Artico, le dinamiche predatorie e provocatorie della NATO (QUI, QUI e in numerose altre declinazioni) da Primavere Arabe, Siria e Euromaidan in poi.

Nella cartina manca la novella acquisita, la Finlandia

Queste analisi però sono frustrate dal fatto che si fondano su un assioma affetto, molto probabilmente, da un vizio di una certa rilevanza. Le dinamiche visibili e reali potrebbero essere solo un “modo” con cui le élites, frammentate ma non troppo, ci stanno portando a uno stato di soggezione assoluta.

Mi spiego meglio, per credere pienamente alle mie consuete analisi, peraltro osteggiate dal MSM e dal “potere” (apparente), dovremmo credere che Vladimir Vladimirovič Putin sia esterno al gioco dei “grandi“. Questi ultimi comprendono certamente le massonerie tutte nei loro alti gradi, il World Economic Forum, e tutte le varie e numerosissime organizzazioni che ben conosciamo e che non elenco per mera praticità.

Eppure Putin si è visto spesso con George W. Bush, con Henry Kissinger, a volte con tenute rituali assai discutibili, a volte in posa con la mano nascosta di Jahbulon ―alla Napoleone per intenderci ― o in altre da pensatore con il dito sul viso puntato verso l’alto ecc. ecc.

Per inciso, pare sia stato iniziato alla Ur-Lodge Golden Eurasia insieme ad Angela Merkel ― informazioni provenienti fra gli altri anche da Gioele Magaldi, un’altro alto massone, però progressista, Gran Maestro del Grande Oriente Democratico d’Italia, quello che ha poi creato il Movimento Roosevelt, di cui è stato co-fondatore e Segretatio Generale Francesco Maria Toscano, ma questa è un’altra storia.

Seguendo la dialettica hegeliana, ragionando perciò per Tesi-Antitesi-Sintesi ― la base della dottrina massonica ― è possibile, se non addirittura assai probabile che, nella mia analisi basata in larga parte sull’assioma dei blocchi di interessi contrapposti, abbia saltato la fase intermedia assegnando all’antitesi il ruolo che spetterebbe alla sintesi, commettendo quindi un peccato capitale e, di conseguenza, fallendo miseramente ogni mia tesi.

Ogni volta che la gente ha bisogno di un eroe, lo forniremo noi

Albert Pike

Siamo punto e a capo. Se credessimo, da OCCIDENTALI, che il mondo è quello che esperiamo e sul quale ci documentiamo, allora in base a questo assioma le mie analisi, per così dire canoniche, potrebbero essere corrette. Qualora l’assioma invece cambiasse, e riconoscessimo in Putin un massone incarnante l’antitesi necessaria alla sintesi allora tutto avrebbe una nuova prospettiva, molto più negativa, all’istante.

Ho volutamente scelto questo esempio fra i tanti perché ritengo sia più semplice da trasferire, oltre al fatto che la dinamica della “ricerca del salvatore” fa il resto, creando idoli che, quasi immancabilmente, tradiranno le nostre forzatissime fiducie.

Spesso sento giaculatorie ricche di enfasi a favore di Vladimir Vladimirovič Putin, l’ultimo argine alla deriva gnostica, se non satanista, nichilista, del nostro povero occidente. Alle volte farebbe piacere anche a me crederci, altre penso che sia davvero grottesco che ci mettano di fronte lui Volodymyr Zelens’kyj, Sleepy Joe Biden e compagnia cantante, roba che neanche nei cartoni animati per bambini…

La simpatica casualità è che, a pezzo già scritto, mi imbatto in un ottimo articolo pubblicato su RedefiningGod.com che ho trovato postato sul canale Telegram di Guy:

The Rockefeller Plan for the BRICS New World Order, in their own words…

Ovviamente l’articolo tratta il disegno globalista del New World Order che le élites stanno lasciando, solo di facciata, ai BRICS, più esattamente alla Cina. L’articolo è scritto da tale Ken, di Fort Worth, Texas, che non so chi sia, ma pare perfetto, molto ben documentato, ben ragionato, oltre a sposare esattamente il tema e l’esempio scelto per il tema ― come valutare Vladimir Vladimirovič Putin ― del mio attuale ragionamento.

Allora, tornando al punto, ci si chiede

Come scegliere?

Questa è la parte più complessa, come in tutte le cose della vita in cui nero e bianco si mischiano con mille gradazioni. Può capitare, quando si guarda dalla giusta distanza, che cominci ad affiorare una dinamica basica in cui le gradazioni diventano salti netti, non più confondibili e quindi, finalmente, classificabili.

Non è però un salto concettuale che riesco ad affrontare ― disinteressarmi delle cose perché ritengo acquisita la conoscenza della “grande dinamica da cui tutto scaturisce” ― mantengo la necessità di appoggiare le mie congetture sempre prima sulle incongruenze della narrazione, sui bug della Matrix, che ci spacciano così malamente. Il metodo che adopero è quello di giocare al loro gioco di rimessa, sfruttando i loro errori. Però, nel profondo, è precisamente quello che penso

Viviamo un’impostura alienante

A proposito di Matrix, un’altra strana casualità, identica provenienza: Neo ha il documento che scade l’11/09/01, e “Thomas” in tedesco significa “gemello”, inoltre pare che Mohammed Atta sia vivo.

Dobbiamo quindi dubitare sempre delle nostre certezze, sempre ma non tanto da darle via come se non avessero valore. Le nostre certezze possono essere cedute solo elaborando un lutto, questo implica distruggere gli assiomi da cui derivano, sempre formandosi come acqua che scorre fra le informazioni che si acquisiscono, ma se la sorgente cambia allora cambia tutto.

Il più grande inganno del diavolo è stato quello di far credere al mondo che lui non esiste

Verbal Kint – I soliti sospetti

E invece esiste eccome. Tornando razionale devo dire che la bestia esiste in quota parte in ognuno di quelli che esercitano il male, magari con voluttuoso piacere.

Ma pure questo si bilancia con un aspetto confortante, significa che esiste anche il suo contrario, ed esiste in quota parte in tutti quelli che praticano il bene. Questo pensiero lenisce le mie preoccupazioni, mi esorta a fare il bene come meglio riesco.

Nella speranzosa attesa che mi arrivi in regalo magari la fede ― un assioma assoluto da cui partire e una gioia nel potersi affidare ― confido nel bene che alberga in noi senza clamore, resistente a ogni oltraggio, a ogni lusinga, a ogni corruzione.

Chiarimenti

Ho scelto il titolo infilandomi in una sua accezione discretamente forzata, ma che ritengo precisa per lo scopo: l’interpretazione del “testo“. È proprio qui che ho forzato il termine, perché qui invece del “testo” intendo gli eventi e le cose e, di conseguenza, i criteri che si scelgono per interpretarli. Volevo sottolineare che, per una corretta analisi, se e quando ci è consentito realizzarla, dobbiamo scegliere dei punti cardine sui quali movimentare informazioni e tesi. Da qui alla molteplicità dei livelli di comprensione degli accadimenti, viene tutto naturale.

eṡegèṡi (alla greca eṡègeṡi) s. f. [dal gr. ἐξήγησις, der. di ἐξηγέομαι «guidare, spiegare, interpretare»]. – Propriam., l’esposizione dichiarativa di un testo, in cui si compendia e si conclude l’attività critica dell’interprete; il termine è particolarm. usato per indicare l’interpretazione della Bibbia (v. anche ermeneutica) e, nella storia del diritto, per indicare l’attività dei glossatori (egiuridica); con riferimento a opere letterarie, lo studio e l’interpretazione critica di un testo: e. dantesca.
da Treccani

Complottismo, perché ritenerlo un complimento, da Immunizzazione (cerebrale) 03/06/20:

A suffragare tale tesi ci metterei l’unico vero PapaJoseph RatzingerBenedetto XVI, che da Cardinale, come si evince dall’immagine, ha scritto la prefazione di un libro di altissimo “complottismo ” (“Nuovo disordine mondiale ― La grande trappola per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell’umanità” di Michel Schooyans ― Edizioni San Paolo).

In conclusione mi spingo ad affermare che essere complottisti oggi è motivo di vanto per l’intelletto di chi viene così definito, è al contempo motivo di onta per chi addita con l’idea di offendere, qualifica chi usa tale termine così malamente e chi di questo viene “accusato”, direi omaggiato a questo punto.


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Illustrazioni Federica Macera