Riflessioni Senza Categoria

Ci gestiscono come pecore

02/12/20

Ci gestiscono come pecore: un’amara riflessione sulle recenti dinamiche pandemiche

Pubblicato sulla rivista di CONTROCORRENTE Mercoledì 2 Dicembre 2020

Di certo il disegno non è chiaro che a pochi: ci stanno gestendo come un pastore gestisce il gregge, con l’aiuto di qualche cane fedele e con molto cervello ci abituano all’inaccettabile, ci portano al limite e poi ci sedano, per poi ricominciare ed andare oltre, poi di nuovo si fermano, poi di nuovo ricominciano e così avanti, fino all’epilogo. Rischiamo la bronchite per tutte queste finestre ― di Overton ― aperte nella stagione quasi fredda, quasi non certo per ragioni gretine, sia chiaro. Stanno riuscendo a consolidare il primo step del programma, ce ne vuole ancora per arrivare alla fine ma ci stanno riuscendo: vogliono impoverirci al punto che dipenderemo totalmente dalla loro elemosina. Ci vogliono inermi e ricattabili grazie alla nostra stessa spinta alla sopravvivenza, prigionieri che agognano un pezzo di pane e che, per quello stesso pezzo di pane, potrebbero addirittura spaccare il cranio al proprio fratello, ci vogliono ridotti a bestie. Del secondo step, visto che siamo dentro il peggior totalitarismo che la storia abbia mai conosciuto senza che neanche riusciate a intuirlo, non vi parlo affatto, sarebbe fiato sprecato.

La cosa surreale è che terrorizzano letteralmente i cittadini ― con l’aggravante che è passato quasi un anno ― con una pandemia che ammazza come un cacchio di virus influenzale, cosa di cui c’è ormai ogni evidenza. Ma niente, il gregge dice che quello che impongono i pastori è… bhèeeeeeeene, guai a dissentire! Non servono neanche i cani, ci pensa direttamente il gregge ad aggredire chi non si omologa. Ci hanno chiusi in casa, ci curano meno e molto peggio, moriamo di più per ben altre patologie, ma nonostante tutto ― a parte Brescia e Bergamo ― abbiamo meno morti totali degli anni scorsi. Siamo in una pandemia talmente feroce e mortale da imporre drastiche misure dittatoriali perché ne va della sopravvivenza del genere umano… o no?

A mio parere se sopravvivesse qualcuno a questo prezzo quel qualcuno non apparterrebbe neanche al genere umano, esagerando lo si potrebbe definire un umanoide, una ameba che vive attraverso schermi informatici aspettando il cibo elargito da padroni benevoli e non nutrendo passioni, amori o altro, qualcosa di inumano, con un aspetto solo vagamente simile a quello che eravamo. Ma voi ascoltate solo i Tiggì «co’ ‘e muort’ assaje» che si accatastano negli obitori. Non fa niente che se leggete i dati ISTAT trovate dati assai divergenti da questa “narrazione”, voi campate con la capa dentro alla televisore e nessuno vi convince ad aprire gli occhi. Magari gli occhi, li aprite giusto per guardare una fetente di partita ― sempre davanti a un fetente di schermo ― a spalti vuoti, l’antitesi della passione umana e calcistica, di cui è venuto a mancare il “Padreterno” qualche giorno fa.

Ci gestiscono come pecore., image #3

Nel mentre, io ho inviato quattro PEC all’efficientissimo ufficio servizi demografici del Comune di Pomigliano D’Arco (NA), quella ex cittadina industriale ― in totale decadenza, peggio del resto del paese ― dove vivo, patria del nostro ministro degli Esteri, per avere il numero dei decessi mese per mese dal Gennaio 2017 a oggi… Ma niente, non si degnano neanche di rispondere, sono quasi due mesi. Il problema è che, nonostante i periodici proclami da peste bubbonica dei sindaci ― ne abbiamo uno nuovo nuovo, un esponente giallorosso rivelatosi subito un inetto sia in termini assoluti che relativi ― sono morte meno persone. Questo non è tollerabile perché in contrasto con le cifre del Ministero della Verità, e visto che non sono obbligati a farlo immagino non mi forniranno mai questi banalissimi dati.

Ma adesso, dopo queste dilettevoli divagazioni, torniamo a bomba sul primo step del programma dei pastori, la nostra progressiva riduzione alla fame. Mi concedo una ultima cruciale premessa, sono convinto che neanche volendo si possano fare tutti i macroscopici errori che stanno commettendo. Un pazzo può uccidere relativamente poche persone, ci vogliono moltissimi criminali con grandi capacità, volontà e coesione ferree per organizzare un genocidio, non è una bazzecola. Va da sé che questi che governano le attuali masse belanti non sono dei deficienti ma piuttosto dei criminali veri, certo aiutati da utili idioti devo ammetterlo, ma non si possono giudicare dei deficienti, non tutti almeno.

Ho una discreta familiarità con la finanza agevolata ― come dinamiche e funzionalità non come tecnica progettuale, che è cosa assai diversa ― ed ho sempre trovato allucinanti e antidemocratici i click day. Quando questo (pseudo) Stato elargisce danaro, a vario titolo e per vari motivi, senza dare certezza di ottenerlo, ti metti in fila nelle sue arzigogolate regole per “tentare la fortuna”, allora dallo stato di diritto passiamo allo stato di “ciorta“, qualcosa di inaccettabile che è diventato prassi. Questa volta, vogliono premiare l’utilizzo della moneta elettronica, punto sempre funzionale ai loro distopici piani di controllo e depauperamento progressivo, quindi hanno indetto una Lotteria degli scontrini, alla quale puoi partecipare ― se hai i soldi da spendere ― scaricando una app e accedendovi con lo SPID.

Ci gestiscono come pecore., image #4

È di per sé già qualcosa di aberrante, tanto per i motivi che per la finalità premiante gli animali più ubbidienti, prodromica alla cittadinanza a punteggio, ma c’è qualcosa di immediatamente stonato e disturbante. Ogni terminale per partecipare alla Lotteria Scontrino dovrà subire un aggiornamento del firmware che ha un costo a carico dell’esercente. Esercenti alla canna del gas dovranno pagare centinaia di euro (450,00 € + IVA) per non essere tagliati fuori dal gioco. Uno Stato che obbliga persone che campano la famiglia, se ancora ci riescono, a tirar fuori soldi perché l’Agenzia delle Entrate richiede un upgrade informatico senza farsene carico – in un momento del genere – è, senza dubbio alcuno, criminale. Ritengo sia inutile continuare.

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Illustrazioni Federica Macera