venerdì 13/03/20
È il momento di scegliere sotto quale vessillo militare, a quale fazione aderire, cosa che non è mai stato un dilemma perché, per me, la scelta è obbligata. Adesso bisogna segnalare ad amici e nemici per chi si parteggia, per chi siamo disposti a impegnarci, sventolando la propria bandiera e difendendo i propri simboli.
L’Italia è l’ultimo baluardo.
Siamo infiltrati fin nelle stanze più private del potere, così come lo stesso Vaticano è infiltrato, dalle putrescenti élites globaliste. Il perché proprio noi dobbiamo essere assediati con tanta dedizione da questi loschi figuri che detengono tanta forza è presto detto:
noi siamo i custodi della bellezza, della cultura, dell’arte, dell’essenza della civiltà che l’occidente, pur con le sue contraddizioni, ha saputo creare per far elevare e trascendere l’essere umano.
Quest’uomo contemporaneo disumanizzato, transumanizzato, ipersessualizzato, cinicizzato, alterato è proprio come quello desiderato da queste élites, di cui di sicuro noi plebei non facciamo parte – e neanche quelli che si vendono e da loro vengono giustamente solo (ab)usati.
L’uomo di oggi è destabilizzato, la sua spiritualità schernita e offesa, si ritrova privo di nutrimento interiore e di alcun riferimento, immerso in un mondo distopico. Quelle élites si sono prodigate, nei secoli, a distruggere quello che le generazioni avevano faticosamente sedimentato per quelle a venire. Non sto parlando di cose materiali ma di spiritualità, qualcuno che crede, e commetto peccato invidiandolo, direbbe che parlo dell’anima, dell’anima degli individui e quindi delle società di cui fanno parte.
Esiste un essere umano senza spiritualità?
Può definirsi tale un essere che non coltiva la bellezza del suo essere?
Anche l’arte contemporanea, che forma l’uomo nelle sue emozioni, è volutamente disturbante.
La violenza di Caravaggio contiene una redenzione, una trascendenza, una misticità. La sedicente schifosa arte di un essere ripugnante come Marina Abramovich, e di quasi tutti gli altri artisti attuali che sono, quando va bene, distruttivi e provocatori, cosa donano all’uomo se non devastazione e straniamento? Mi danno una nausea profonda e pervasiva. Li schifo a morte, come i tantissimi visti alla biennale, la fiera del malessere, un malessere che ho provato fisicamente di fronte alla stragrande maggioranza di quegli obbrobri che erano definiti dai curatori fin troppo entusiasticamente come “opere”!
Essi desiderano un uomo che ami il deleterio progresso perché, essendo il progresso bidirezionale, può tanto migliorare che peggiorare qualsiasi cosa, un cancro, infatti, può progredire. Questo cancro, queste élites malate, hanno progredito incessantemente dall’illuminismo in poi, hanno voluto e portato la luce nelle tenebre, non per mostrarcele e scacciarle, ma solo per farcele introiettare.
Ho l’impressione che solo la restaurazione rappresenti un miglioramento oggi, ecco qua Questo è il problema dell’ora presente.
Quello che vedo non mi piace affatto e sono sicuro che sono in tanti a pensarla così, so pure che si sta avvicinando una tempesta, ci sarà grande confusione nel confronto fra le due possibili strade da prendere, il sedicente progressismo e il miglioramento della restaurazione, questi sono solo prodromi di un cambio di paradigma necessario ma di difficilissima realizzazione.
Pericoloso stare in casa a pensare perché ci sarebbe il coronavirus…
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