giovedì 23/07/20
Ho scritto un libro che parla all’uomo nell’accezione più alta, parla alla sua anima, alla sua essenza.
Lo so che può sembrare una affermazione pretenziosa ma non lo è, non lo è perché, anche se faticosamente, sono riuscito a capire e amare la mia umanità, il mio essere.
Spesso mi chiedo chi cazzo me lo ha fatto fare ma la risposta è semplice e immediata, non potevo farne a meno, ero ― lo sono ancora ― posseduto dalla smania irrefrenabile di trasferire la mia imperfetta e adorabile umanità a tanti altri imperfetti e adorabili esseri umani che ancora, a stento, sopravvivono in queste lande desolate e sono atterriti dal male e dai malvagi.
Me lo chiedo per esempio quando vedo un presidente del consiglio abusivo, con una maggioranza abusiva, che governa da Facebook esautorando il Parlamento, che distrugge la Carta Costituzionale, regalare le chiavi delle nostre solide catene ai padroni del nord, aggravando così la nostra schiavitù in modo esiziale, e una immane pletora di insipienti lo porta in trionfo.
Me lo chiedo quando vedo prigionieri tali e quali a me adoperarsi zelanti per rendere inermi e vinti anche gli ultimi uomini liberi che resistono alle fandonie globali, alle mascherate rituali, a queste diaboliche sciarade che avviluppano l’umanità tutta che perde, essa stessa, l’umanità.
Me lo chiedo quando il primo presidente degli Stati Uniti che non ha fatto nessuna guerra, che ha disinnescato la distruzione del mondo accuratamente preparata dai predecessori, viene additato, senza alcun dubbio latente, da schiere di maniaci infervorati come un pazzo sanguinario, addirittura un guerrafondaio, arrivando ― spero in modo incosciente ― all’ossimoro definitivo.
Me lo chiedo quando una icona del pensiero di sinistra, Erri De Luca, giustifica lo schiavizzare gli immigrati nei campi di pomodori e nessuno gli dà, correttamente, dello schiavista, anzi, dice che è beeeeeee-ne…(schiavizzare gli immigrati).
Mi chiedo cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo senso critico che mi mette di fronte alle cose per come sono e non mi fa vivere felice e beato come quasi chiunque altro, felice solo di andare a figa, di ubriacarsi, di andare a sbariare e non pensare a nient’altro, magari con la sola eccezione della squadra del cuore, forse accompagnata da altre passioni simulate.
Vivo circondato da moltitudini di cani di Pavlov con vaghe sembianze umanoidi, neanche le cannonate vi sveglierebbero e allora, cosa potrei mai fare?
Insomma per chi cazzo ho scritto queste fetenti seicento pagine che parlano solo agli esseri umani?
Dove cazzo sono andati a finire questi sfaccimmi di esseri umani?
Siete finiti dietro delle maschere inutili, simboliche, dannose, obbrobriose, odiose, paradigmatiche…di merda.
“Più grande la menzogna più grandi le probabilità che venga creduta.”
Adolf Hitler
Di frequente la tristezza mi attanaglia, più a causa mio figlio, per le nuove generazioni, quelle che crescono innocenti in questa prigione a cielo aperto, in questo mondo distopico in cui il totalitarismo è blindato dal fervore dei suoi adepti ― come sempre è accaduto ― un mondo in cui ci continuano a dividere per smembrare ogni parvenza di resistenza e ridurci a larve, a funghi, a mera biologia incosciente, fin quando ci lasceranno quella almeno.
Questo non è un mondo per esseri umani, siamo rimasti davvero in pochi e siamo da eliminare.
Ci risolleveremo?
Non lo so, al momento pare proprio che sia difficile, vorrei avere fede, aiuterebbe.
Vi lascio con una splendida citazione che ritengo perfetta in questa situazione marrone e puzzolente:
“Se siete sulla strada sbagliata, il progresso significa fare una svolta e tornare indietro sulla strada giusta: in tal caso, l’uomo che torna indietro più presto è il più progressista.”
C. S. Lewis
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