Premettiamo che la vicenda del TSO al 18enne di Fano (Qui e Qui) assorbe i particolari, che il giovane in questione è ben consapevole del suo posto nel mondo e di come il mondo stesso funziona allo stato attuale, quindi, scendere nei particolari, dare voce a “il costituzionalista“, è un aspetto che non varia il quadro generale.
Resta il fatto che sentiamo come atto dovuto far parlare anche chi sia stato tanto pesantemente accusato di “plagio“, pressoché all’unanimità, Lamberto Roberti, pesarese, 68 anni.
Si tratta di una persona molto originale, un provocatore, eclettico, impossibile da costringere in caselle usuali, un uomo con pochi filtri rispetto a idee e posizioni che sono sempre scomode per chi le ascolta, e ancora di più per lui che le afferma.
Nello specifico premettiamo che tutto quanto successo a Fano lo valutiamo al di fuori di ogni decenza e che, sempre nello specifico, quanto affermato da Lamberto Roberti, sulla mancata rispondenza dei precetti governativi alla Costituzione, e non solo, sia fatto acquisito e provato. Quanto richiesto dal ragazzo è ampiamente consentito addirittura dal DPCM Draghi del 2 marzo 2021 ― sulla cui illegittimità insistono più certezze che dubbi ― e dall’allegato 21, specifico per la scuola.
Dopo avergli telefonato e parlato a sufficienza, date anche le sue infinite divagazioni impossibili da governare, gli abbiamo inviato delle domande via mail, alle quali ci ha gentilmente risposto così come le vedete sotto.
D: Si è parlato tanto di questo “il costituzionalista” tu, Lamberto Roberti, sei questo tizio qua. Raccontaci de “il costituzionalista”, prima di essere definito tale cosa hai fatto nella vita? Mi risulta tu abbia fatto un percorso di scuole superiori con indirizzo tecnico, poi l’Università, interrotta però poco prima della laurea in biologia, per poi riprendere gli studi in giurisprudenza, in sintesi come è andata?
R: A questa prima domanda ritengo di dovermi fermare alle scuole che ho frequentato nella vita e lasciare ad un altro momento tutto il restante vissuto. Mi sono diplomato “Perito Capotecnico” all’I.T.I.S. “E.Fermi” di Urbino in Chimica industriale. Al termine degli studi, già ammogliato con prole, ho subito trovato un lavoro e nel contempo mi ero iscritto alla Facoltà di Ingegneria, specializzazione Meccanica dell’Università di Ancona. Abbandonai dopo soltanto 4 esami per il continuo aumento di incarichi in seno alla ditta Cucine Berloni nella quale dopo appena tre anni, da Perito tempi e metodi, ufficio tecnico ed ufficio costi, divenni responsabile alla produzione. Gli studi alla Facoltà di Scienze Biologiche scaturiscono dall’attività di Collaboratore Scientifico e dal continuo suffisso “dottore” dei clienti, medici e biologi ai quali portavo le innovazioni delle analisi chimico-cliniche, kit e strumentazione, con la seccatura della giornaliera necessaria negazione. Biotec subì un fallimento a causa del ritardato pagamento delle fatture dello Stato. Crediti per oltre 700 milioni di £ anticipati da factoring con banche (per l’80%) con la ditta LP di Milano, che per soli 3 milioni non accettava un rinvio. Chiusa l’attività non ho avuto più alcun interesse a concludere per un diploma di Laurea cartaceo. La laurea LMG/01 rappresentò un’opzione terapeutica, giunto al ritorno dall’Ucraina e dopo aver subito un sequestro di persona, dal quale ero riuscito a scappare in maniera rocambolesca, comunque devastato psicologicamente. Il neurologo ripeteva che dovevo fare qualcosa che assorbisse tutta la mia concentrazione. Riproposi l’iscrizione a Giurisprudenza, già tentata alcuni anni prima, ma respinta per la richiesta di esenzione del pagamento della tassa d’iscrizione, benché nel pieno diritto ad ottenerla. Seguii un piano di studi personalizzato con l’aggiunta di 10 esami oltre i 28 standard. La laurea fu conseguita dopo 41 mesi, di cui tre assorbiti da una lite extragiudiziale, conclusa a mio favore, valendo i crediti, dei quali ne contavo ben 54 in esuberanza, e non il tempo per ottenerli, con l’amministrazione che pretendeva 60 mesi. Negli anni successivi ho frequentato un master per mediatore civile e commerciale, ed uno biennale di Mediatore familiare. Infine ancora in stallo l’iscrizione al 5° anno di Laurea in “Governo e comunicazione politica” dispensata da Scienze Politiche. All’ultimo anno, ma senza interesse per il diploma di laurea, riconoscendo colpevole codesta facoltà, la quale ha sfornato gli scienziati della politica, faccio un nome per tutti, D’Alimonte. Bifolchi costituzionali che intendono applicare i metodi barbari applicati all’estero, incostituzionali, in Italia.
D: Qualche tempo fa ti sei candidato al parlamento da semplice “cittadino”, facendo tutto da solo, impresa ardua e che dimostra la tua capacità di muoverti all’interno del panorama normativo come pochi, forse come nessuno, cosa ti ha spinto a intraprendere questa strada, immagino conoscendo da sempre che non avresti mai potuto arrivare al risultato per cui ti candidavi?
R: Alle elezioni politiche del 2001 mi sono candidato al Senato Marche, nel collegio n.6 Pesaro-Urbino. L’idea prese forma in uno studio ascetico della Costituzione della Repubblica Italiana nel mio rifugio sull’Appennino a 750 m. Il Diritto elettorale passivo oltre all’ovvio attivo, la Carta lo pone nelle mani del cittadino, del singolo e non del partito. Tantomeno nel partito quale intermediario fra il cittadino e lo Stato, con la conseguenza di essere posto sotto tutela permanente, anziché nella libertà di voto. Le attività pratiche della candidatura non sono difficili ma incontrano certe complessità in cui l’errore, spesso insanabile, è in agguato ad ogni passaggio. Nell’anno precedente avevo già maturato l’idea ed il governo D’Alema mi lesse nel pensiero. La Legge n. 28/2000, chiamata della par conditio, aggiungo fra delinquenti, aveva posto la condizione che se non si fosse presenti su almeno 1/4 del territorio nazionale non si poteva accedere a mezzi di pubblicità televisiva e radiofonica. In quella condizione raccolsi e presentai 1.156 firme con disinvoltura, pure per Rifondazione Comunista e Italia dei Valori alla camera in difficoltà perché nessuno voleva più sentire la parola partito. Raccolsi 998 voti. Quasi tutti quelli che mi avevano firmato e sapevano che esistevo in scheda. Con il supporto della pubblicità sarei stato sicuramente eletto.
D: In che modo la tua vita si è incrociata con questo studente e come avete interagito riguardo la vicenda il cui amaro epilogo tutti conosciamo?
R: L’anno scorso a luglio ho aperto un Fuoco R2020 a Pesaro. Le attività sono integrate con un’altro Fuoco R2020 di Pesaro oltre ad M3V e A.C.U, con i quali il 6 febbraio davanti al Teatro Rossini abbiamo fatto una manifestazione dal titolo “Arte è vita”. Una bella festa riuscita. In quel frangente si è presentato questo giovane che veniva dall’interno di Fano in bicicletta, quasi 20 km e che si era portato il sacco a pelo, con esperienza scout CNGI, per dormire fuori al Parco Miralfiore. La notte ancora gelava ci siamo guardati in faccia nel gruppo ed alla richiesta comune di chi lo potesse ospitare, decido di aggiungere un altro ospite ai due che già avevo in casa. Venne con me ad una riunione consuntiva a casa di una nostra amica e quindi pose il sacco a pelo sul letto matrimoniale di una camera. Si fermò anche il giorno successivo e pranzammo insieme come tante altre volte. Da quel giorno lo rividi almeno 20 volte e alcune volte anche i suoi genitori, che io stesso chiesi di incontrare.
D: Parlaci dello studente, ho sentito la sua telefonata con un avvocato, mi è parso molto consapevole di se stesso e dei sui diritti, addirittura pacato, molto diverso da quello sprovveduto da te “plagiato” e da come descritto, in particolare, dalle violente parole del suo dirigente scolastico.
R: Il giovane possiede sicuramente un elevato quoziente intellettivo. E’ piacevole parlare con lui in quanto apprende facilmente con un suo metodo di continue domande per ottenere il massimo punto di fuoco su ogni cosa. Curiosava fra i libri sparsi un po’ in ogni angolo e sul pavimento. Un giorno lesse un mio Ricorso alle SS UU Civili della Cassazione, giunto attraverso la dichiarazione di non competenza del Giudice Tutelare del Tribunale di Pesaro. Mi guardò e disse “lo voglio fare anch’io”. Aveva capito ciò che a tanti altri necessitava alcune ore prima di entrare nella giusta filosofia di quell’Istanza al Giudice dei Diritti. Il mio era complesso con richieste, anche tecniche, di dichiarazioni di parti di leggi, non manifestamente infondate di incostituzionalità. In pratica da 26 pagine sono diventate 7 pagine. Ciò in relazione al fatto che era lui stesso che firmava e quell’istanza doveva diventare sua. Oggi il giovane ha un ricorso alla VI Sezione Civile che deve confluire alle SS UU Civili R.G.N. 7,028/21, il quale al suo accoglimento ed un’altra ventina aggiuntosi, per nomofilachia l’Ordinanza della Cassazione vale per l’Italia intera, con un “tana libera tutti“. Si chiede la disapplicazione della illegittima dichiarazione di emergenza sanitaria del Governo Conte del 31 gennaio 2020. Non può esistere per antonomasia un plagio costituzionale. Il comportamento della Preside corre con i tempi. Iniziato con il Berlusconismo Sfasciata è proseguito con la fisiologica Salviniana sicurezza, per giungere all’attuale Dittatura Mediatico-Sanitaria in cui non solo la società ma anche la scuola è alla frutta. Forse anche l’intera umanità sulla Terra.
D: Sei ancora impegnato in politica. Quali sono le tue priorità, i tuoi valori, inoltre, hai trovato dei referenti o sei ancora autonomo da ogni organizzazione?
R: Il mio impegno politico risale al ’93 con l’avvento di Berlusconi che voleva cambiare la Costituzione. Fu l’inizio di una destabilizzazione della Democrazia. Oggi non siamo più in un regime di democrazia costituzionale. Sarò presente finché non sarà ripristinato a pieno titolo il Diritto elettorale passivo, ovvero la candidatura individuale del cittadino. L’avvento della SARS-CoV2 mi ha distolto dall’attività in corso che mirava, dopo varie interlocuzioni, ad ottenere dalla Corte Costituzionale attraverso il conflitto di attribuzione di poteri, l’annullamento delle parti incostituzionali della legge elettorale, bandolo della matassa di codesti illegittimi accadimenti.
D: Ritieni che attualmente le regole che ci impongono, fermo restando l’assoluta e oggettiva infrazione di moltissimi principi dell’ordinamento, abbiano una ragione di necessità o che siano solo un pretesto per una svolta autoritaria?
R: Senza ombra di dubbio, al 100% tutto ciò che sta accadendo è la conseguenza di una svolta autoritaria già da decenni in atto, giunta nella fase di una prova finale, che qualora permanesse ancora per mesi o un anno non avremo più la possibilità di virare. E pensare che sarebbe semplicissimo. Basterebbe non rispettare nessuna delle norme che vengono continuamente emesse dal Governo. Pensare e fare le cose che venivano fatte due anni fa. La paura ha assalito tutti i cittadini e nonostante tutto è illegittimo e quindi anche sanzioni od altro si continua ad ubbidire senza senso. Agnelli sacrificali che si porgono al carnefice. Questa può essere opera soltanto della televisione ormai priva del Centro di controllo di Pavia, trasformatosi in cooperativa che fornisce i suoi servizi a chi li chiede a pagamento.
Ringrazio Lamberto per la gentilezza con cui ha risposto a queste domande, cosa difficile in questi momenti così concitati. Era giusto far parlare questo “personaggio” che tanta importanza ha avuto nella vicenda, e a cui non si da la parola se non per screditarlo, ho solo corretto qualche suo refuso, è tutto come me l’ha consegnato. Sperando che, quanto prima, si faccia luce sulla gestione, pessima, del TSO al ragazzo in questione.
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