Stamattina mi sono svegliato per la vescica piena prima delle sei. Quando il mio cervello intorpidito e appesantito dall’alcol si è riattivato a fatica, intorpidito, le prime fastidiose sensazioni mi sono arrivate dalla parte posteriore delle cosce nude, bersagliate da diverse zanzare, cesse!
Io dormo a pancia in giù, testa sul lato, lato che cambio ripetutamente nella nottata, spesso tengo le braccia di lato o vicino al cuscino. Questa posizione dicono possa avere ripercussioni negative sulla salute, causare dolori al collo, mal di testa, problemi alla schiena, ma io ho trovato una soluzione efficace a tutte queste cose negative: me ne fotto.
Oggi devo presentare il No Paura Day 2 di Napoli, il primo mi ha visto fra i relatori, considero un onore esserci e, soprattutto, un dovere civile.
Stavolta il grosso, quasi tutto in realtà, è stato organizzato da un gruppo di attivisti veramente friccicarielli, su tutti Nicola Picardi. Io e lui non abbiamo avuto un ottimo inizio ma è uno che mi piace, è una persona schietta e appassionata. È magnifico il fatto che un fine tanto rilevante sia motore primo di certi rapporti e di queste sinergie, nobili, fra persone che altrimenti non avrebbero avuto modo di arricchirsi a vicenda.
Ci siamo messaggiati poco fa, serviva una dichiarazione d’intenti che mettesse tutto ancora di più nella giusta direzione, anche se eravamo già incanalati a fare tutto bene adesso è decisamente meglio.
Oggi faremo rimbalzare le nostre parole sul bugnato del Gesù nuovo, le lasceremo spegnere piano sul pronao del monastero di Santa Chiara, all’ombra dell’incombente obelisco dell’Immacolata per opporci all’inumano.
Dobbiamo disinnescare quel meccanismo perverso che Hermann Goering, principale gerarca nazista, descrisse così bene al processo di Norimberga, quando gli chiesero: “Come avete convinto il popolo tedesco ad accettare tutto questo?” e lui rispose compiaciuto:
“E’ stato facile, non ha nulla a che fare con il nazismo, ha a che fare con la natura umana. Lo puoi fare in un regime nazista, socialista, comunista, in una monarchia e anche in una democrazia. L’unica cosa che si deve fare per rendere schiave le persone è impaurirle. Se riuscite a immaginare un modo per impaurire le persone, potete fargli quello che volete”.
Ritengo che questa pandemia farsesca ci abbia fatto anche un regalo molto grande, sebbene doloroso:
Ha separato gli esseri umani da quelli che hanno rinunciato ad esserlo
Il malessere, le perversioni dell’anima hanno spento quella fiamma sacra in tantissime persone, oggi le forze del male le stanno usando contro di noi, noi che quella fiamma ancora nutriamo, e che nutriremo per sempre.
Chi è rimasto umano ne ha preso consapevolezza e non ci rinuncerà mai, a nessun costo e in nessun modo
Eppure essi vivono, o ritengono erroneamente di farlo, ritengono sia vita cercare di “progredire” ― proprio come fa un cancro ― verso una vita transumana, farmacologica, ipertecnologica.
Da Napoli ci possiamo permettere di insegnare al mondo che vivere non è quella roba brutta che piace a loro ma è chiasso, caos creativo, gioia, colore, sorrisi, sudore e sentimento, tutta roba poco asettica e piena di virus e batteri, inseparabili compagni dell’evoluzione umana.
Napoli ha imparato nei millenni che i governi non sono sempre amici del popolo anzi, ha imparato che quando le cose non vanno bene siamo noi stessi la soluzione, come quando in quattro giornate ci siamo liberati, da soli e solo noi, da quelle chiaviche dei nazisti, quando gli scugnizzi sfilavano gli elmetti ai crucchi e gli inchiodavano il cervello.
Noi napoletani sappiamo vivere sotto l’oppressore ma, soprattutto, sappiamo anche liberarcene.
Avit’ rutt’ ‘o cazz’!
Adesso basta, mi vado a fare un grande caffè, più tardi diremo a questi abusivi, a questi usurpatori della democrazia, che devono andare a tuffarsi dritti dritti nella tazza del cesso, ché noi siamo già pronti a tirare lo sciacquone.
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