sabato 19/12/20
Pubblicato su Mediavox Magazine
LA STORIA
Mario Biglietto è nato a Napoli nel 1971, un padre caporeparto d’officina nell’azienda aeronautica dell’hinterland, la famiglia si trasferì da Napoli a Pomigliano, madre casalinga, una sorella poco più giovane. Introverso, sempre in cerca di qualcosa di profondo, arriva all’età adulta ancora indeciso sul da farsi, come in cerca di ispirazione.
Avendo interrotto prematuramente il percorso universitario dopo la maturità classica, fa diversi lavori, fra i vari il fotografo, che rappresenta qualcosa di più che un semplice lavoro, fino ad arrivare all’incontro con la donna che gli regalerà un figlio.
Poco dopo, in un contesto già difficile, arriva lo scontro con la leucemia, il tempo di bilanci e analisi impietose della propria vita, che è raccolto in queste pagine, amare e ironiche, con un sarcasmo che gli salva la vita.
Dopo il trapianto ricomincia una vita più regolare, con la sua quotidianità.
Lavora per qualche anno come consulente in un centro di assistenza tecnica Canon, prima di ricominciare la sua odissea lavorativa.
Nel mentre arriva anche la separazione e, finalmente, la pubblicazione di “La comodità” (Ed. Crowdbooks), un libro-diario che è già un cult. Un libro che racconta la storia della lotta contro la malattia ma che diventa libro di tutti perchè fa scoprire al lettore il potere terapeutico della scrittura e regala un’esperienza di lettura dalla quale diventa difficile separarsi…
L’INTERVISTA
Chi è Mario Biglietto? Che domanda complicata, darò una risposta ancora più complicata: Mario Biglietto è un essere umano anacronistico, di quelli che amano sentire l’odore degli altri suoi simili, il loro rumore, che odia gli asettici tempi attuali tendenti al transumanesimo, al rifiuto della trascendenza dell’essere e della valorizzazione dell’anima, in cui si è dediti al materialismo e all’appagamento istintuale, per la cronaca, sono ateo.
Il suo libro in 3 aggettivi… Diretto: ci sfronda di ogni sovrastruttura per ritrovarci di fronte alla nostra essenza, a guardare le cose con occhi sinceri e disposti a vedere. Sereno: l’accettazione dell’inaccettabile rende liberi e leggeri. Universale: riguarda il percorso obbligato per arrivare a se stessi.
Come è nato il libro? Non avevo linea per cazzeggiare sul web e ho cominciato a scrivere, è successo così ma non è questa la risposta vera. Ho sempre scritto, a sprazzi e senza nulla che organizzasse i miei pensieri. Anche questa volta non ero consapevole di cosa stessi facendo, ero come posseduto, una sensazione che ritorna quando scrivo, avevo qualcosa da dire, ho preso coscienza dei miei mezzi e non mi sono riuscito più a fermare, dovevo farlo, non potevo smettere, non rappresentava una scelta.
Perchè questo titolo? È parte importante per immergersi nel mio mondo, non me la sento di svelarlo, si capisce nelle prime pagine ed è importante che lo si apprenda quando arriva, tanto che non è mai stato oggetto di possibile trattativa col mio editore, glielo dissi subito.
Che tipo di potere ha oggi la scrittura? La scrittura ha (potenzialmente) un potere enorme, lo sviluppo dei pensieri, la sequenza con cui ti arrivano, i termini, la classificazione delle valutazioni in livelli rigidamente gerarchici o vaporosamente caotici, il ritmo, tutto può arrivare a chi è disposto a ricevere. Trasmette emozioni, risveglia sentimenti, sensazioni, immagini, suoni, odori e sapori. La scrittura è un codice che richiama la vita, cosa siamo, che dovremmo essere, ha una potenza immensa ma per compiersi necessita di lettori. L’arte vera, vale anche per la mia molto più modesta narrazione come pure per qualsiasi forma di comunicazione, ha bisogno di un pubblico per compiersi, per misurare la sua efficacia.
Quanto puó davvero aiutare la lettura in periodi di lockdown? Un periodo come questo è determinante per ritrovarsi ma soprattutto per sollevarsi e, lo dico brutalmente, pur non negando l’esistenza di questo virus, ritengo le misure messe in atto immensamente sproporzionate, pretestuose e antidemocratiche. Viviamo una dittatura sanitaria pervasiva e opprimente, gestita dal peggior governo della storia. La scrittura può risvegliare l’essere umano violentato da questi accadimenti perversi perché questa non è vita, è solo attesa della morte mentre siamo ridotti a non-vivi, non si può accettare per noi, per i nostri figli, per la nostra psiche, la scrittura può e deve armarci per difendere la nostra umanità, la nostra anima trascendente, quella che ci eleva dalla mera bestialità, contro la distopia.
Ha dei modelli letterari a cui si ispira? No. Sono una persona poco erudita e che ha letto relativamente poco, lo dico in maniera ironica ma immagino renda bene l’idea: non ho maestri di riferimento e non mi servono, io le mie idee le costruisco da solo, non mi serve rubacchiare da altri (cosa che pure faccio peraltro).
Quando ha deciso di diventare Scrittore? Domanda errata a mio parere. Sarebbe come chiedere: quando hai deciso di essere innamorato? Ecco decidere una cosa del genere ti potrebbe rendere uno scribacchino non certo uno scrittore, diventi scrittore quando devi esprimerti e la scrittura ti sembra il mezzo più adatto. Io so disegnare e so fotografare sufficientemente bene, avrei potuto esprimermi altrimenti. L’importante è avere qualcosa da dire e l’esigenza profonda di raccontarlo. Questo ha reso di me uno scrittore, non certo una decisione ponderata e razionale, se non ci fosse questa esigenza potrei dedicarmi solo a scrivere lettere commerciali.
A quale nuovo Progetto editoriale sta lavorando? Sto scrivendo molto, tanto e velocemente, potrei far uscire un libro nuovo già adesso, magari di racconti brevi, questo mio primo invece è lungo, era indispensabile lo fosse. Sono abbastanza estemporaneo, aspetto di essere ispirato, le idee maturano come i frutti, hanno bisogno del loro tempo. Progetti più impegnativi ne vorrei strutturare ma per ora è tutto un ritagliare tempo alla mia complicatissima quotidianità. Avrei voglia di girare un film, quello si, mi piacerebbe davvero molto.
Un consiglio per i Lettori di MediaVox Magazine che hanno uno scritto non pubblicato nel cassetto… Siate onesti con voi stessi, spesso ho scritto cose di cui mi vergognavo, quando ho cominciato questo ho subito passato qualche pagina a dei lettori beta per valutarlo, a me piaceva, a loro pure.
Una volta finito ho continuato a cercare dei tester, meglio se qualificati ― come Salvatore Toscano che, valutato positivamente il testo, mi aiutò col primo editing ― ho anche torturato degli scrittori, i responsi erano favorevoli quindi sono passato al “trovare un editore”, cosa difficilissima, l’ho scritto otto anni fa e ho cercato in ogni modo uno sbocco, mi incupiva il self-publishing, l’ho valutato per disperazione ma ho evitato. Alla fine ho trovato Stefano, Crowdbooks, mi ha pubblicato senza tagli anche grazie a Laura, la sua editor, con cui ho lavorato benissimo. Tutto questo per dirvi: pesate bene il vostro testo, lavorateci prima di proporlo e tenete duro, un’occasione vi deve arrivare per forza.
Giovanna Passariello
Laureata in Lettere – Indirizzo Moderno presso l’Università ‘Federico II’ di Napoli, è responsabile sales e marketing presso una importante azienda metalmeccanica. Dal maggio 2018, è Giornalista Pubblicista e collabora con ‘Mediavox Magazine’. Dal settembre 2016, è presidente del Comitato di volontariato ‘Ad Astra’ occupandosi dell’organizzazione di eventi culturali come mostre, convegni e conferenze, tra i quali: in tema di prevenzione dei tumori, la mostra fotografica ‘Scars of life’ presso l’Ospedale ‘Cardarelli’ di Napoli (marzo 2018) e presso il Consiglio Regionale della Campania (maggio 2018); il convegno ‘Cyberbullismo e bullismo’ – azioni di prevenzione e contrasto’, il convegno ‘Idee e strategie per abbattere la dispersione scolastica’ presso il Comando Aereoporto Militare di Napoli ‘Ugo Niutta’.
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