Assisto attonito al perenne teatrino dato in pasto alla “plebaglia” dalle elites, il solito gioco delle tre carte, si cambia il “fusibile dauno” con un “tecnico” di provata esperienza e capacità, allievo di Federico Caffè che iniziò la sua carriera confezionando una tesi assai avversa alla moneta unica e che finì governatore della Banca Centrale Europea.
Il nome “Mario” nella politica italiana degli ultimi decenni porta molto male, ricordiamo Monti, impostoci come Presidente del Consiglio dal non ancora compianto Giorgio Napolitano, che oltre al nome ha in comune con l’attuale sputafuoco anche un troppo stretto rapporto con Goldman Sachs.
Ricordiamo che nella famosa crociera che decise delle privatizzazioni italiane a favore del capitale straniero tenutasi il 2 giugno del 1992, con la strana coincidenza delle destabilizzazione “mafiose” e di Tangentopoli, sullo Yacht Britannia dei reali inglesi a Civitavecchia, c’erano entrambi.
Fra gli ospiti (italiani) che trattarono la futura predazione, l’Anschluss del nostro paese, erano presenti: il presidente di Bankitalia Azeglio Ciampi e Beniamino Andreatta (quelli del funesto “divorzio” tra Bankitalia e Tesoro nei primi anni ‘ 80), Luigi Spaventa, Giovanni Bazoli, Giulio Tremonti, Mario Baldassari, Mario Monti, Emma Bonino, i vertici di Eni, Iri, Comit, Ina e il suo presidente Lorenzo Pallesi, le aziende di Stato e le partecipate, Romano Prodi, Gianfranco Miglio, Massimo D’Alema e i quadri dirigenti di quell’area politica, Giuliano Amato, vari esponenti della famiglia Agnelli, il direttore generale della Confindustria, Innocenzo Cipolletta, decine di manager ed economisti internazionali, invitati dalla Regina Elisabetta in persona e, dulcis in fundo il direttore generale del Tesoro Mario Draghi.
A giugno su Mario Draghi scrivevo questo:
Nel mentre, nell’attesa dell’epilogo, si prepara la mossa finale novordomondialista di un Mario Draghi incensato, per i suoi più che sorprendenti cambiamenti, verso l’economia espansiva in particolare, tanto dalla Massoneria Progressista del Grande Oriente Democratico ― e quindi dal Movimento Roosevelt ― quanto da Bergoglio che gli ha dato un incarico nell’Accademia delle Scienze Sociali del Vaticano.
A questi sintomi vanno aggiunte le sue dichiarazioni e le strane code di auto blu sotto casa, ma poi, perché si incendiò casa sua qualche tempo fa?…
Quando il gioco si fa duro, allora arrivano i pezzi grossi, e lui, che scese a suo tempo dal Britannia ― Civitavecchia il 2 giugno del 1992, quando ci fu Tangentopoli per liberare il campo alla predazione ― non è un parvenu come questi pupazzi.
Tesi, antitesi e sintesi.
Spesso riascoltare il compianto Francesco Cossiga è “illuminante“.
Cossiga definisce Mario Draghi un “vile affarista“, dice e concordo, che chiunque abbia avuto a che fare con la Goldman Sachs sia persona poco affidabile.
Dopo essere stati abbondantemente (mal)governati da un governo per niente rispettoso del corpo elettorale ― alle ultime politiche nessun elettore del PD avrebbe voluto governare con i 5S e viceversa ― guidato da un signor nessuno mai eletto che si è comportato come un despota, l’autocrate dauno (cit.Alberto Bagnai), che ha a mio parere sulla coscienza l’infrazione di moltissimi e fondamentali precetti costituzionali e di ragionevolezza, ci ritroviamo con un Presidente della Repubblica, sua salmità Sergio Mattarella, che tacendo su ogni rilevantissima questione (Palamara docet, e anche qui Cossiga santo subito), fa carte false per non farci votare, “per proteggerci dalla democrazia“.
Qualcuno che stimo molto più di questi ultimi figuri ebbe a dire, a proposito di rappresentanza parlamentare e corpo elettorale, questo:
“…il potere di scioglimento delle Camere (è) uno strumento indispensabile per adeguare la rappresentanza popolare ai reali mutamenti dell’opinione pubblica, al di fuori della normale durata delle legislature…”
Aldo Moro
Stiamo assistendo all’ennesimo ignobile spettacolo di una finta “democrazia“, uno spettacolo grottesco in cui gli attori ci sono ignoti e quelli che si presentano a noi ne sono soltanto i “pupi“.
La verità esce sempre fuori prima o poi, spero solo che, quando avverrà, non sia davvero troppo tardi.
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