Riflessioni Senza Categoria

Ma voi siete ucraini!

24/10/22

La prosopopea degli ucraini assume dei tratti surreali e drammatici, eppure l’abbiamo fomentata noi occidentali, mettendo su un piedistallo un ridicolo governo golpista fondato su nazisti orrendi e guidato da un guitto cocainomane.

L’abbiamo alimentata in ogni modo, addirittura con un telegiornale RAI in lingua Ucraina perché, poveri nazisti, dopo otto anni di massacri perpetrati nel Donbass, i loro vicini russi hanno deciso di intervenire in favore di quelli che sono… russi.

In ogni caso non è per analizzare le ragioni della guerra (Note in basso) che scrivo, mi accontenterò di affermare che Putin sta facendo esattamente quello che è costretto a fare contro la NATO, senza voler per questo voler fare l’apologia dello Zar.

Da qualche tempo lavoro in un parco aperto al pubblico.

Oggi ero ad una delle entrate, erano le nove meno venti del mattino ― il parco apre alle nove, mai prima, non lo fa per nessuno tranne occasioni del tutto particolari e ampiamente programmate ― lasciamo sempre aperta una uscita da una piccola sezione della porta carraia, che serve anche da entrata di servizio per gli addetti ai lavori.

Quel punto è sempre presidiato per evitare ingressi non autorizzati, è anche il punto in cui capita frequentemente che ci vengano richieste informazioni o che ci siano confronti anche aspri con chi vorrebbe entrare dopo l’orario di chiusura ― più precisamente dopo l’ultima entrata consentita prima della chiusura vera e propria ― quando serriamo tutto e tanti restano delusi dai cancelli che li escludono.

È questo il punto in cui si presentano un giovane e una donna anzianotta ma in forma ― poi mi dice sua nonna ― col sorriso di quelli a cui tutto è dovuto, è immediatamente quella la prima impressione che ricevo dal linguaggio non verbale che mi arriva.

In un inglese slavizzato comiciano a chiedrmi se possono entrare, io spiego loro che non è possibile prima delle nove. Loro mi dicono che vogliono solo farsi una passeggiata, allora gli ripeto che apriamo alle nove e aggiungo l’ovvietà che bisogna avere un biglietto per entrare.

A questo punto mi chiedono quanto costa il biglietto, ma ho l’impressione che sia una domanda pro forma, allora glielo dico con la massima educazione ma con fare guardingo, è qui che arriva l’assurda spiegazione al loro sorriso saccente:

Ma noi siamo ucraini!

Per fortuna penso di essere riuscito a dissimulare la mia cocente irritazione. La prima reazione ― tutta interiore ― è stata quella di urlare “Я люблю СССР“! Ma sono riuscito a trattenermi, gli ho detto solo che “il prezzo è sempre lo stesso“, con un ritorno àtono e ribollente.

Gli ucraini credono di essere tutte persone perbene, persone a cui tutto è dovuto, ma non è così. Pensano di essere un popolo aggredito, ma non è così, sono un popolo che ci sta portando alla rovina sotto vari profili. Non gli dobbiamo niente anzi, dovremmo chiedergli conto di essersi prestati ad essere i pupazzi di una destabilizzazione potenzialmente esiziale per l’intera umanità.

Il reggimento operazioni speciali “Azov” (Окремий загін спеціального призначення «Азов»), conosciuto maggiormente come battaglione “Azov” (Батальйон «Азов»), un reparto militare palesemente neonazista, e Pravyj Sektor (Пра́вий се́ктор, Settore destro), un partito politico e organizzazione paramilitare di estrema destra, entrambe organizzazioni indiscutibilmente neonaziste, rappresentano pilastri necessari e condizionanti del governo instaurato dalla “rivoluzione colorata“, quella del golpe occidentale organizzato da sedicenti ONG filantropiche.

Ricordo anche la strage di Odessa del 2 maggio 2014, quando manifestazioni di segno opposto furono indette nella città in quei delicati frangenti che portarono all’attuale regime. Lo scontro quel giorno arrivò ad essere molto violento, i nazionalisti pro Kiev e i filorussi arrivarono a fronteggiarsi tra frange violente armate di bastoni e asce. I nazisti assaltarono l’accampamento dell’altra fazione in Piazza Kulykove, costringendoli ad asserragliarsi nella Casa dei Sindacati.

Dall’esterno dell’edificio centinaia dei violenti nazisti (Azov e Pravyj Sektor) fedeli del nuovo governo lanciarono bottiglie incendiarie, diversi piani furono avvolti dalle fiamme. Alla fine i bilanci definitivi hanno confermato la morte di 42-48 persone bruciate vive.

In questi otto anni di guerra del governo di Kiev alla popolazione del Donbass si conta il massacro di almeno 14’000 persone colpevoli di essere russofone, favorevoli al rapporto con la Russia anziché con la NATO e poco avvezze a considerare Azov e Pravyj Sektor entità degne di rispetto, e ci sarebbe da discutere anche sull’eroe nazionale ― anche lui profondamente nazistaStepan Bandera.

Stepan Bandera da Treccani

Voi ucraini dovreste pagare un prezzo triplo per entrare anche per aver dato i natali a Helena Blavatsky o Еле́на Петро́вна Ган (Dnipro, Ucraina, 12 agosto 1831 – Londra, 8 maggio 1891), cofondatrice della Società Teosofica nel 1875. Leader teorica internazionale della teosofia moderna compilò testi di esoterismo e occultismo quali Iside svelata e La dottrina segreta.

Fu pure la fondatrice della Lucis Trust, originariamente chiamata Lucifer Trust (o Lucifer Publishing Company), un’associazione no-profit fondata dalla teosofa Alice Bailey e dal marito Foster Bailey nel 1923 con sedi principali a New York (al 24º piano del 120 Wall Street), a Londra (Lucis Press Ltd.) e a Ginevra (Lucis Trust Association).

La Lucis Trust è affiliata con la Windsor International Bank and Trust Company. Tra le sue attività spicca la World Goodwill (“Buona Volontà Mondiale“, fondata nel 1932) in quanto da tempo riconosciuta dalle Nazioni Unite quale organizzazione non-governativa ed è rappresentata alle regolare riunioni informative alla Direzione generale dell’ONU. La Lucis Trust in sé è poi membro del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite.

Lucis Trust (ex Lucifer Trust Publishing Company) – lucistrust.org

L’Ucraina

Note: Sulla guerra, annessi e connessi ha scritto già:

Ne parlai anche in una delle prime puntate de L’OCCIDENTALE con Paolo Sensini.

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Illustrazioni Federica Macera