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Giustizia Predittiva

21/10/22

Ho letto un post intitolato “Intelligenza artificiale, Giustizia e Avvocatura” sul canale Telegram di Avvocati Liberi ― che suggerisco caldamente di seguire ― è stato condiviso dal loro segretario, Roberto Martina, si parla anche di “giustizia predittiva“, erano considerazioni scritte da Aldo Minghelli (Cons. Ordine Avv. di Roma e Avvocato Libero).

Predittivo” è un aggettivo che mi proietta di prepotenza nella memoria di un film con Tom Cruise, “Minority Report“, si parla di “giustizia predittiva“, qualcosa da far accapponare la pelle.

Chiaramente non si tratta di qualcosa di così estremo e distopico, ma è certamente qualcosa di abbondantemente… distopico. Allora ho immediatamente mandato un messaggio a Roberto dicendogli che avrei voluto saperne di più e, ritagliandoci del tempo fra i reciproci mille impegni, abbiamo discusso una mezz’oretta al telefono di questo, gli ho pure estorto del materiale per integrare quanto mi ha detto, ma andiamo per ordine.

Durante l’ultimo Congresso Nazionale Forense, una mozione era incentrata proprio sulla “giustizia predittiva” nello svolgimento dell’attività giudiziaria:

Tutto verrà deciso da chi regolerà questa intelligenza e dai logaritmi che la faranno funzionare, con l’indubbio svantaggio che quello che oggi appare contraddizione logica e negazione di Giustizia e Diritto, domani potrà essere farisaicamente chiamato computo digitale delle variabili, un calcolo matematico che renderà la giustizia negata “incontrovertibile” perché suggerita dalle certezze di un automa… Automi, ecco cosa piace… Figure che non muovano contestazioni, non rilevino distorsioni nè ambiguità per essere definiti dagli alleati che compiacciono “affidabili”, come macchine…
Aldo Minghelli ― su “Intelligenza artificiale, Giustizia e Avvocatura

Sembra che Minghelli centri perfettamente la distopia di essere giudicati da sedicenti “infallibili” automi.

Il tema si incrocia con diversi altri complementari. L’IA si è già abbondantemente cimentata ad esempio con la diagnostica ecografica in medicina ― la macchina digerisce circa 10’000 esami al giorno migliorando progressivamente dove neanche un luminare può arrivare ― questo sembra un bene, ed in effetti lo è, ma nasconde un danno esiziale, non servirà più studiare la scienza ecografica e dipenderemo dalle macchine.

Gli esempi sarebbero infiniti e quindi sono costretto a fermarmi, non prima però di rimarcare un ulteriore campo limite, collegarmi brevemente a un ultimo argomento e poi ritornare al tema principale.

I droni da guerra equipaggiti di IA sono capaci di scelte precise e immediate, potrebbero colpire sulla base di calcoli, scegliendo magari di uccidere esseri umani. La cosa è stata attualmente scartata per mantenere il controllo sulla vita e la morte in capo ai militari che controllano videogame che tolgono vite vere, ma l’interrogativo, l’agghiacciante possibilità che una macchina possa decidere di ammazzare, resta.

Adesso un collegamento dovuto al “transumanesimo“, di cui già parlai sommariamente, e che rappresenta l’ultimo tassello della connessione, addirittura fisica, dei corpi alle nuove tecnologie, passando da una prodromica e devastante destrutturazione degli individui e arrivando al Neural Link (bidirezionale).

Neural Link

Veniamo al tema che è cogente e ― non solo per assonanza ― pure cocente:

Cosa significa
Giustizia Predittiva?

La “Giustizia Predittiva” si basa sull’art.12 delle preleggi che recita così:

Nell’applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore. Se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe; se il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i principi generali dell’ordinamento giuridico dello Stato“.

Questo principio inderogabile fonda la possibilità che ogni atto derivi ineluttabilmente da quanto sia codificato, nulla può essere tralasciato o trascurato, né tantomeno ignorato. L’emissione di una sentenza sarebbe, con questo metodo, matematicamente derivante dalle premesse contenute nei codici.

Il concetto di “giurimetria“, complementarmente, si occupa dell’utilizzo del metodo scientifico per affrontare questioni giuridiche, con l’intento di rafforzare la certezza del diritto e la prevedibilità della decisione, insieme alla verificabilità della stessa.

Queste cose non sono esattamente una novità, non fosse altro che per l’efficacia dei mezzi oggi abili ad applicarle, infatti già Gottfried Wilhelm von Leibniznel 1666 affermava che bisognasse ricondurre il linguaggio a semplicità, così poi da riuscire a calcolare torti e ragioni (c.d. ars combinatoria)1“.

La “Giustizia Predittiva“, nella smisurata brama “scientista” degli ultimi anni, afferma nel campo della giurisprudenza una sorta di accessorietà dell’essere umano, nell’applicazione della legge, non nella formulazione e codifica della stessa, almeno allo stato attuale e speriamo per sempre.

A fronte della non garantita possibilità di “non sbagliare“, volendo fare un esempio possiamo citare l’assolutamente alieno, da ogni contesto giuridicamente accettabile, “stato di emergenza” del governo Conte e, a cascata ― questa sì matematicamente conseguente ― ogni provvedimento a questo legato. Era robaccia che la “giurimetria” avrebbe cassato con limpida automaticità, ma che è stato reso efficace solo grazie alla curvatura dello spazio-tempo attuata da esseri fin troppo umani. Eppure, nonostante questi aspetti positivi, è una possibilità che riteniamo entrambi agghiacciante, almeno quanto oggettivamente disumana.

Roberto mi dice che nei paesi baltici questa deriva tecnologica è parecchio avanti, un ulteriore “progresso” di cui ci si dovrebbe chiedere se rappresenti un miglioramento o, piuttosto, una china esiziale.

In un articolo del 16 maggio 2019 intitolato Debutta in Estonia il giudice-robot: le sentenze dall’intelligenza artificiale scopriamo che “Nel Paese baltico le controversie di piccola entità saranno regolate da un automa, anche se sarà sempre possibile appellarsi a un magistrato “umano”. Ed entro il 2020 saranno automatizzate altre 50 attività pubbliche“. La possibilità di rivolgersi ad un giudice “umano” è però energicamente scoraggiata con costi e maggiori rischi, in caso si soccomba, mentre viene privilegiato, dal punto di vista di facilitazioni con l’abbassamento degli oneri processuali e dei costi in caso di esito negativo, il ricorso ad un giudice… “macchina“.

Il futuro che ci aspetta, giuridicamente, a seguito del sedimentato massacro del diritto col pretesto pandemico, sarà quindi teconologico? Quali sarebbero le conseguenze degli sviluppi di questa tendenza?

Se volessimo semplicemente focalizzarci sull’aspetto lavorativo delle categorie che partecipano alla gestione della giustizia, fossero solo quelle di avvocati e magistrati, scopriremmo che esiste già una emorragia di iscritti agli ordini per i primi, ormai vessati da tasse e oneri vari, inseriti in un tessuto socio-economico in grande sofferenza. Si rileva anche una scarsità di aspiranti magistrati, che sarebbero comunque in gran parte sostituiti da macchine “intelligenti“. Ma, anche in quest’ultimo caso, avendone dovuto affrontare alcuni, lo scientismo giudiziario mostra quanto meno anche i suoi lati positivi se togliesse potere a gente del genere…

Gli interrogativi fondamentali, quelli filosofici, quelli che attengono soprattutto il permettere a macchine pensanti di decidere delle vite, delle pene, dei diritti di noi esseri umani resta un tema enorme, tanto imponente che non sento di affrontare qui e ora. Resta mia intenzione tornarci sopra quando avrò digerito meglio la cosa.

Lo scopo di questo pezzo era e resta solo quello di far uscire, dal ristretto ambito degli addetti ai lavori, tematiche che, anche in quell’ambito, destano ingiustamente poco allarme.

Pubblicato su PlaymasterNews

In copertina frame dal film “Minority Report” ― 2002, Steven Spielberg

Note

1 – Dal Libro “Interpretazione della Legge con Modelli Matematici” Processo a.d.r. giudizio predittivo II Edizione.

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Illustrazioni Federica Macera