Riflessioni Senza Categoria

Il sudore dei giusti e la delazione dei responsabili

Vi riporto la storia di un carissimo e vecchio amico, chiamiamolo Giuseppe, un omaccione grosso e buono, con un sacco di problemi quotidiani. È separato da una donna che, spero mi sbagli a valutare, mi pare assai rispondente all’archetipo “arpia”. Dall’archetipo di cui sopra ha avuto tre figli, per i quali fa dei salti mortali continui che hanno del mi-ra-co-lò-so.

Da anni la situazione lavorativa di tanti autonomi si è fatta pesante, anche molto pesante, per via di questa crisi posticcia e progressiva: come un boa la finanza stringe il respiro dell’economia poco per volta ma incessantemente. Negli ultimi mesi, diciamo quasi da un anno a questa parte, la gestione ― criminale a mio parere ― della pandemia, alquanto sopravvalutata peraltro, ha enormemente peggiorato la condizione economica di quasi tutti, tranne i soliti dipendenti statali e Jeff Bezos per dare una molto sommaria idea.

Lui ha accusato il colpo, malamente e come tanti, ma ha continuato ad arrangiarsi come poteva. Fra le varie cose ha trovato un lavoro saltuario come “montatore di banchi monoposto” codice ATECO vallo-a-capì, ricordate quelli tristemente noti perché saltò fuori che il bando era stato vinto dalla Nexus made srl di Ostia?

Mi permetto una piccola divagazione, la Nexus made srl con capitale sociale di quattromila euro, nel cui oggetto sociale è scritto che si occupa di eventi ― fra l’altro il suo unico impiegato a marzo era entrato in cassa integrazione ― i banchi sarebbero stati acquistati dalla Nexus a circa 10 volte il loro costo medio on line da Domenico Arcuri, il Super Der Kommissar, smentendo la consolidata dinamica per cui su grandi quantità il costo unitario…scende.

Claudio Borghi, deputato leghista ed economista, su Byoblu24 disse: “O sapevano cosa stavano facendo, nel qual caso si tratta di associazione a delinquere perché volevano far sparire 45milioni, oppure per negligenza si sono sbagliati assegnando appalti plurimilionari a società inesistenti, allora si devono dimettere tutti”. Confesso che però non ho più seguito la faccenda specifica nei mesi, ma farò delle ricerche per capire quale sia stato l’esito definitivo.

Giuseppe è pagato ― addirittura 50€ al giorno! ― per sudare come un minatore di zolfo indonesiano montando, nel sole autunnale partenopeo e in piazzali privi di altri esseri viventi, questi inutili e troppo costosi accrocchi. Ha il fiato corto, la mascherina intrisa di sudore gli si appiccica al viso, non lo fa respirare, sebbene sia uno sportivo in piena forma arranca, deve fare ancora tanto lavoro, decide di “spostare sotto il mento” quel cencio ormai inutile e dannoso, oltreché limitante in una situazione di solitudine assoluta e assolata.

Dopo un’ora circa che lavora finalmente respirando, arrivano i Carabinieri, lui per evitare di prendere multe che pagherebbero i suoi figli tira su la mascherina. I militari però gli elevano ugualmente una sanzione di 280€, non possono proprio evitare di fargliela, una “signora” da un balcone che guarda il piazzale dove lavorava ha mandato loro un video per denunciare l’“irresponsabile comportamento” di questo operaio.

Il punto è proprio questo, siamo alla delazione gratuita, una delazione voluta e spinta da questo governo indegno, spesso incitata richiedendo in maniera esplicita segnalazioni da parte dei “cittadini responsabili” sul comportamento dei vicini.

Viviamo dinamiche sociali degne delle peggiori dittature, che la dittatura sia fascista, nazionalsocialista o comunista ne cambia esclusivamente la scenografia, magari il colore, ma la sostanza è identica.

I totalitarismi non funzionano grazie all’apparato repressivo ― i Carabinieri in questo caso ― che debella e punisce solo le residue sacche di dissenso, perché la società è votata in gran parte e in maniera coesa al perseguimento di un bene superiore. È la società stessa ad avversare i meno allineati, anche in maniera violenta e prevaricante, cosa che non ho mai visto fare con lo stesso “fervore civile” nei confronti di uno spacciatore ad esempio.

Oggi il delatore che manda in rovina un suo concittadino, magari perché convinto di essere ligio ai “corretti” dogmi del regime, dà solo sfogo al suo sadismo, avallato e incoraggiato dall’apparato, da questa distopica organizzazione sociale che una volta chiamavamo “Res Publica”, “democrazia”, che si basava su valori ormai desueti, quelli che non facevano perseguire gli innocenti, quelli che difendevano la libertà di ognuno.

Leggere Orwell e Huxley oggi ha il sapore amaro della preveggenza.

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Illustrazioni Federica Macera