I giovani sportivi discriminati dal governo
01/04/22
Le ipocrisie e le contraddizioni di questo pessimo governo, guidato dal sedicente personaggio di “alto profilo“, stanno diventando talmente grandi e fastidiose che bisognerebbe impegnarsi in una “meditazione tantrica” per cercare di non vederle.
Mentre fior di professionisti della sanità sono esclusi dal loro lavoro perché hanno deciso della propria salute, come loro diritto sancito dall’articolo 32 della Costituzione e svariati trattati internazionali, si accettano profughi ucraini con lauree non equiparate e, ovviamente, problemi di lingua che, per giunta, non sono inoculati, che svolgono il lavoro al posto dei nostri sospesi.
Basterebbe questo lampante arbitrio a portare in tribunale d’urgenza l’intero esecutivo per palesi e violente discriminazioni a danno dei cittadini, ma dovremmo essere in un paese civile in cui le regole democratiche vengono rispettate, non nell’Italia pandemica attuale.
I nostri giovani sportivi, almeno quelli a cui genitori non hanno voluto inoculare questi sieri genici preparati in tutta fretta, sono privati del loro sacrosanto diritto a praticare lo sport. Ulteriori discriminazioni insulse, per esempio, riguardano il fatto che se non inoculati a scuola si può praticare sport mentre, in palestre o altre strutture non scolastiche… No!
Ci si agita tanto, negli ultimi anni, nel parlare di “inclusione“, ma poi tutto frana di fronte a queste intollerabili contraddizioni tanto limitative della vita degli individui, per di più con trattamenti differenziati ingiustificabili anche secondo la logica più elementare.
Valentina Vezzali si è fatta in quattro per accogliere i profughi ucraini, quasi tutti privi di vaccino, ma non è capace di difendere il diritto allo sport per quei giovani che vorrebbero pure loro diventare, magari, dei campioni olimpici.
Il Gruppo Telegram “Gli sportivi“, formato da genitori, ma anche da liberi cittadini, con lo scopo di chiedere un confronto sul green pass e super greenpass per lo sport dei ragazzi, ha inviato, il 21 marzo, una richiesta indirizzata a: Sergio Mattarella, Mario Draghi; Ufficio dello sport, Roberto Speranza, Segreteria Dipartimento Famiglia, Garante della Privacy, Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Lo scopo è quello di far riconsiderare queste politiche lesive di un diritto così importante.
Ecco il documento “Gli Sportivi Per Il Diritto Allo Sport“: GliSportiviperildirittoallosportDownload
Queste persone hanno interpellato molti “grandi campioni“, ma quasi nessuno, aggiungo vigliaccamente, ha voluto “metterci la faccia“, cosa che denota la pochezza di questi “campioni” di ipocrisia e la grandezza di quei pochissimi che hanno avuto il coraggio di affrontare questa cappa di omertà e codardia.
La cosa mi è stata resa nota da una mia cara amica, una napoletana verace, un frullato di sfogliatelle, acqua salata e cuore: Mariafelicia Carraturo.
Mariafelicia è la detentrice del record mondiale di apnea in assetto variabile (con Monopinna), che ha conseguito il 25 Agosto del 2018, quando in 3 minuti e 4 secondi è scesa ed è risalita da -115 metri.
Come sempre, anche io che pratico in maniera immensamente più infima l’apnea, ribadisco che questa disciplina è una discesa profonda in sé stessi.
Mariafelicia lo dimostra in maniera cristallina, lei non è solo una sportiva in senso stretto, è una vera profondista, è una sirena che si è risvegliata, è Partenope. Ce lo ha raccontato in un libro splendido edito da Guida, storico editore della nostra città. Un libro in cui l’apnea non assorbe il racconto, anzi, diventa quasi un pretesto per guardarsi dentro e guardare alla vita con una chiave trascendente e magica.
Il record di Mariafelicia Carraturo, 25 Agosto 2018
Parlo con lei, per l’ennesima volta, con lei atleta di caratura mondiale che non si allena in piscina da due lunghi anni, e mi dice:
“Non entro nel merito, non voglio dire se sia giusto o sbagliato ma ne faccio una questione di logicità. Noi siamo le guide dei giovani, abbiamo la responsabilità del loro futuro, e manteniamo con fermezza una regola così illogica, contraddittoria già confrontando le differenti disposizioni fra lo sport a scuola e quello fuori da questa, una disparità inspiegabile“.
Aggiunge:
“la problematica di spiegare ai ragazzi in formazione l’insensata differenziazione fra chi ha avuto il vaccino e chi no, insegnare loro che attuiamo una regola insensata, è profondamente diseducativo“.
Coclude infine:
“la tradizione culturale italica ‘mens sana in corpore sano’, un retaggio culturale nobile, che ci insegna che lo sport è salute e che la mente fiorisce in un corpo sano grazie a questo, viene tradita. Si sta impedendo quindi la sanità mentale, per di più in un paese in cui il punto di partenza non sembra poi così eccelso…“.
Buono sport a tutti, inclusivamente e senza ipocrisie.
Sulla pagina CONTATTI, la mia mail, i social, il canale Telegram
le informazioni per seguire la mia trasmissione L’OCCIDENTALE.
Per aiutare questo blog: