La memoria senza comprensione è niente, se la contrasta è il male
26/01/24
Anche oggi si celebra il famigerato “giorno della memoria” con tutti i suoi strascichi di roboante prosopopea che assume dei caratteri a dir poco grotteschi.
Abbiamo visto celebrare questa giornata durante l’annichilimento di ogni regola civile negli anni scorsi ― e si promette un futuro non dissimile o peggiore ― la vediamo ipocritamente celebrata anche oggi, per ricordare un olocausto lontano, perpetrato a danno di una parte del popolo ebraico.
Si celebra proprio mentre oggi, un’altra parte di quel popolo, quella sionista che governa Israele, sta facendo la stessa cosa contro il popolo della Palestina, la terra che hanno occupato di forza, per inciso.
Grottesco pensare che questi minuscoli insediamenti ebraici, nello stato di Palestina del 1948, siano diventati l’Israele di oggi, in cui i palestinesi, legittimi abitanti di quel territorio, sono relegati in minuscoli ghetti, privati di ogni mezzo e di ogni dignità, oggi addirittura massacrati con una sistematicità che ricorda quella nazi(onalsocial)sta.
Addirittura, e giusto per confermare il grottesco, per quanto macabro, riporto dall’ANSA la notizia che Israel Katz, l’ignobile Ministro degli Affari Esteri di Israele, sionista serio e studiato, ha proposto un’isola artificiale per i palestinesi davanti a Gaza.
A dir niente si tratta di una “idea del Katz“, del resto nomen omen, sorprendente che non abbia parlato di qualcosa di galleggiante, qualcosa di… affondabile.
Insomma, il concetto che vorrei trasferire, che è il mio fermo pensiero, è che ricordare un dramma come l’olocausto ha senso esclusivamente, ripeto, e-sclu-si-va-men-te, per evitare che una dinamica sulfurea e mefistofelica come quella ― che purtroppo non è affatto un caso singolare nella storia dell’umanità ― si ripeta creando tanto dolore e tanti lutti.
Sebbene ci siano dei marcatori di diversità tra gli eventi che sto per collegare in maniera (solo leggermente) forzata, oggi un massacro atroce quanto l’olocausto si ripete, paradossalmente per mano delle vittime di ieri, e quindi degli ebrei, sui palestinesi
Tanti non la pensano come me e, chiaramente, io ho la libertà di non pensarla affatto come loro.
Ritengo esageratamente ipocrita, da parte di tutti, anche delle nostre più alte, quanto a mio parere poco autorevoli, istituzioni, a cominciare da quella massima, sua salmità Sergio Mattarella ― leggete le righe a lui dedicate QUI, e ho pure taciuto del fratello Nino, legato al cassiere della Banda della Magliana ― celebrare in modo così strumentale un evento così importante.
Ma non finisce qui, si arriva a un vero e proprio delirio quando, le nostre succitate istituzioni, dietro le mille pressioni delle comunità ebraiche residenti in Italia, hanno vietato i cortei a favore del popolo palestinese.
vietare i cortei per la Palestina significa uccidere la memoria che celebriamo falsamente
Ricorderei quindi alcuni nostri ― costantemente disattesi ― principi costituzionali, nei primi e fondamentali, sovraordinati, capoversi.
Articolo 17
I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi.
[…]
Articolo 21
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
[…]
Ritengo, senza dubbio alcuno, che “la giornata della memoria“, allo stesso modo del “politically correct“, “la fluidità di gender” e compagnia cantante, più che pungolare le nostre coscienze le ammorbi, anestetizzi, atrofizzi, svilisca, le spenga definitivamente.
che la memoria ceda il passo al presente, che le ingiustizie vengano contrastate oggi, è l’unico modo possibile per celebrare la memoria!
Mi permetto adesso di riprendere solo alcune cose che ho pubblicato negli ultimi tempi sul mio canale Telegram, perché attinenti.
Ho registrato un mancato allineamento con l’occidente di Recep Tayyip Erdoğan, il presidente turco, più volte, anche sulla questione specifica, ecco un paio di sue dichiarazioni.
“Il bombardamento dell’ospedale di Gaza è stato un atto interno per innescare la terza guerra mondiale“
da The People’s Voice 18/10/23
“Da qui mi rivolgo a Israele e al mondo intero. Israele, puoi considerare Hamas un’organizzazione terroristica. L’Occidente ti deve molto. Ma la Turchia non ti deve nulla. Hamas non è un’organizzazione terroristica, è un gruppo di mujaheddin che combatte per proteggere le proprie terre!“
Altro personaggio importante in questo scenario (e non solo) è il Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America Antony Blinken.
Antony Blinken, è stato in visita nel Qatar, che ospita i leader di Hamas tanto quanto la più grande base USA in medio oriente. Blinken ha chiesto al primo ministro qatariota di influenzare Al Jazeera TV (finanziata dal governo) al fine di ammorbidirla in favore di Israele sul conflitto palestinese-israeliano. L’ebreo statunitense Blinken trova che le notizie diffuse dalla emittente araba siano piene di incitamento anti-israeliano. Blinken non è di parte, e le parti non sono parti.
Inoltre Antony Blinken, possibile candidato USA per i “dem“, non è esattamente un signor nessuno.
Ján Ludvík Hyman Binyamin Hoch, che poi si fece chiamare Robert Maxwell, diventando un magnate dell’editoria con contatti dall’occidente al KGB, ma sempre fedele al Mossad, fu pure deputato, era il padre di Ghislaine, compagna di Epstein. Maxwell aveva un amico, avvocato e confidente, anch’egli scampato all’olocausto, Samuel Pisar. Maxwell, travolto dai debiti va alle Canarie sul suo yacht, Lady Ghislaine, e, il 5 novembre 1991, di notte, cade in mare portando con sé mille segreti.
Pisar, ebreo pure lui, nei ’50 lavorò all’ONU, poi entrò nello staff geopolitico di JFK, poi tornò all’avvocatura. Il figlio di Judith, una delle due ex mogli di Pisar, è la madre di Blinken.
Pisar, confidente di Robert Maxwell, padre di Ghislaine, è il patrigno di Atony Blinken.
Un ulteriore allarme nel mio cervello me lo fecero scattare le posizioni del Presidente di Israele, Isaac Herzog quando sostenne criminalmente la colpa collettiva dei palestinesi di Gaza.
“They could have risen up, they could have fought against that e il regime wich took over Gaza in a coup d’état.”
“Avrebbero potuto insorgere, avrebbero potuto combattere contro il regime che ha preso il potere a Gaza con un colpo di stato.”
Era la codifica della giustificazione del genocidio sionista.
A seguire un incontro “interessante“.
Naftali Bennet, primo ministro di Israele fino al 1 luglio 2022 e attuale vice primo ministro, incontra Henry Kissinger, mentore di Klaus Schwab del World Economic Forum e protagonista delle pagine più sporche della politica estera USA degli ultimi 50 e più anni.
Direi che per il momento potrei chiuderla qui, e forse è meglio.
Last but not least, l’immagine dall’alto di Piazza Montecitorio ci restituisce quella di una Menorah, il classico candelabro ebraico a sette braccia, ma per questo approfondimento vi lascio all’ottimo articolo “La Menorah ebraica di fronte a Montecitorio: tributo al sionismo?” del 13 Maggio 2023 a firma di Giorgia Audiello su Avanti! da cui ho preso la copertina.
Immagine di copertina da Avanti!