Perché è stato arrestato Pavel Durov, fondatore e CEO di Telegram
26/08/24
Stiamo pervasi dalla peggiore dittatura distopica che si sia mai vista, un rovesciamento continuo dei messaggi e della logica. Chiamando come sempre in causa Eric Arthur Blair ― altrimenti noto come George Orwell ― ci impongono di accettare che 2+2=5 liquefacendo le nostre menti, sofferenti quanto gli animi feriti e violentati da chi dovrebbe difenderci.
A Parigi è stato arrestato Pavel Durov, fondatore e CEO di Telegram, il mandato d’arresto è stato preparato furbescamente mentre era in volo, mentre non sospettava alcunché. Al suo arrivo lo hanno preso e portato via con una certa facilità, un piano ben congegnato.
Premettiamo che ― era la fine del 2021 ― a Durov fu conferita la cittadinanza francese perché difese la libertà di parola e alla privacy degli utenti della sua piattaforma in Russia, resistendo alle pressioni governative ― senza per questo essere arrestato da quel feroce dittatore di Putin.
La deriva ultima, il suo arresto, verificatasi nella barbara Gallia ― ancora più barbara di quanto abbiamo potuto rilevare durante le vergognose, e dense di oscuri rituali, olimpiadi ― ha infranto una pericolosissima linea rossa a seguire una meticolosa, e premeditata, preparazione. Riconosco in un evento in particolare i prodromi di questa censura violenta alla libertà di parola e, in realtà, alla libertà lato sensu, nella attivazione, come strumento necessario, dell’infame Digital Service Act ― ecco una analisi del Regolamento 2022/2065 dell’avv.Luca Mondelli di Avvocati Liberi ― dell’Unione Europea, che sarebbe più corretto chiamarla EURSS, in quanto in ogni particolare entità comunista e dittatoriale.
Ricordiamo, a conforto di tale tesi, quando il commissario europeo Thierry Breton minacciò Musk, citando anche il DSA, per farlo desistere dall’intento sua intervista a Trump, ecco il titolo de ilFattoQuotidiano: “L’Ue avverte Musk a poche ore dall’intervista a Trump: “Intervenga su incitamento all’odio e fake news o presto sanzioni”.
L’intervista, nonostante un massiccio quanto stranissimo attacco DDOS (Distributed Denial of Service) è andata, potete trovare il video, a cui ho aggiunto i sottotitoli in inglese QUI.
Le accuse mosse a Durov sono ridicole, si sostiene che su Telegram avvengano traffici illeciti, cosa vera, come è vera per tutti i social ― non cito altri eventi sui social più grandi perché mi beccherei una denuncia per diffamazione, ma basta che facciate una ricerca e, attenti a Google, nasconde i risultati interessanti.
A questo scopo hanno richiesto a Telegram l’accesso ai server, per poter indagare, un pretesto logico che nasconde il rovesciamento della realtà, vogliono controllare le comunicazioni. Del resto migliaia di cittadini britannici sono già stati arrestati per dei post su Facebook che “violavano le regole della community“… community che Durov non ha mai voluto implementare sulla sua piattaforma.
Comunque, assunto che si tratta di una non-variante il fatto che sul web, e sulle piattaforme social, avvengano traffici illeciti, qual’è il vero motivo dell’accanimento contro quella di Pavel Durov?
Semplice, lui continua a non permette a nessuno di violare la privacy dei suoi utenti, o almeno ci prova. L’occidente sa che Telegram è fuori dal suo controllo, e questo non è accettabile. Durov è stato arrestato in occidente per gli stessi motivi per cui non lo è stato in Russia.
Sappiamo che l’FBI ha provato a corrompere alcuni ingegneri di Telegram per usare delle backdoor e collettare le informazioni che desideravano, le hanno provate tutte. A dimostrazione dell’importanza strategica di Telegram sappiate che alcuni ufficiali russi hanno ordinato di cancellare tutta la corrispondenza da Telegram.
Al fine di approfondire il personaggio in questione, vorrei anche ricordare che nel 2014 Durov si rifiutò di cedere alle pressioni di Vladimir Putin sul social che guidava ― Vk (V-Kontakte), una sorta di Facebook russo nato nel 2006 ― per farsi consegnare informazioni su alcuni dimostranti contrari all’invasione della Crimea e per bloccare il profilo di Aleksej Naval’nyj. Si dimette dalla carica per non farlo, poi Vk finì in mano ad oligarchi più vicini al Cremlino. Durov lasciò il paese, senza essere arrestato, e da Saint Kitts and Nevis, nei Caraibi, inizia a sviluppare Telegram.
Vi siete mai chiesti chi ha in mano i social? Chi comanda la social media industry? Immagino che sia una di quelle domande che raramente ci facciamo, eppure la risposta, nel suo aggregato, mi ha sorpreso e, oggi più che mai, sento di doverla condividere con voi.
- Meta: Mark Zuckerberg ― Ebreo
- Facebook : Dustin Moskowitz; Eduardo Saverin; David Fischer; Sheryl Sandberg ― Ebrei
- Instagram: Adam Mosseri ― Ebreo
- Messenger: Stan Chudnovsky ― Ebreo
- WhatsApp: Jan Koum ― Ebreo
- Google: Sergey Brin; Larry Page ― Ebrei
- YouTube: Susan Woycicki ― Ebrea
- Linkedin: Reid Hoffman ― Ebreo
- Snapchat: Michael Lynton ― Ebreo
- Reddit: Steven e Donald Newhouse; Steve Huffman ― Ebrei
- Discord: Jason Citron ― Ebreo
- Twitch: Emmet Shear; Sara Clemens ― Ebrei
- Tumblr: David Karp ― Ebreo
- Twitter: Elon Musk ― Ebreo (v.sotto)
- Tinder: Sean Rad; Justin Mateen ― Ebrei
- Bumble: Whitney Wolfe Herd ― Ebrea
- Grindr: Joel Simkhai ― Ebreo
- PornHub: Salomon Friedman ― Ebreo
Mancano da questo elenco TikTok (cinese ma per un paio di anni con CEO Kevin A. Mayer ― Ebreo), Rumble di Chris Pavlovski e Telegram di Pavel Durov, che aveva fondato anche Vk che, come detto sopra, è stato alienato ma sempre in mano russa.
“Due terzi dei miei amici sono ebrei. Sono ebreo per associazione. Sono ebreo per aspirazione”.
Elon Musk al NYT
Come capita troppo di frequente perché si tratti di un puro caso, ci troviamo di fronte a mille coincidenze monodirezionali. Sebbene sia convinto delle mediamente alte capacità del popolo ebraico, più che la celebrazione di queste virtù, mi appare piuttosto una sorta di controllo militarizzato dei flussi di comunicazione che oggi, in larghissima parte, avvengono su questi mezzi.
Questo controllo pervasivo, gestito in maniera così monolitica, renderebbe assai meglio leggibile la determinazione messa in campo per attaccare “il social divergente“.
La piattaforma video Rumble è ancora priva di censura, rispetto alla indegna YouTube guidata da Susan Woycicki, al che Chris Pavlovski ha twittato:
Sono un po’ in ritardo, ma per una buona ragione: ho appena lasciato l’Europa in tutta sicurezza.
La Francia ha minacciato Rumble, e ora hanno oltrepassato una linea rossa arrestando il CEO di Telegram, Pavel Durov, a quanto si dice per non aver censurato la parola.
Rumble non tollererà questo comportamento e utilizzerà tutti i mezzi legali disponibili per lottare per la libertà di espressione, un diritto umano universale. Stiamo attualmente combattendo nei tribunali francesi e speriamo nell’immediato rilascio di Pavel Durov.
Chris Pavlovski ― Fondatore e CEO di Rumble ― su X/Twitter
Vi sentite ancora a vostro agio nel definire la nostra struttura sociale democratica e libera?
Telegram nasce con l’idea di comunicare in maniera libera. Per questo motivo ha scelto come simbolo l’aeroplano di carta. Questo mi ha fatto venire in mente una magnifica canzone di libertà, un pezzo bellissimo di Eugenio Finardi.
Oggi ho imparato a volare
Sembra strano ma è vero
C’ho pensato e mi son sentito sollevare
Come da uno strano capogiro
Il cuore mi s’è quasi fermato
E ho avuto paura e sono caduto
Ma per fortuna mi son rialzato
E ho riprovato
Oggi ho imparato a volare
E non me ne voglio più dimenticare
Da tutti i miei amici in visita andrò
E alle loro finestre io busserò
E dirò: “Guarda, ho imparato a volare”
È facile, anche tu potrai imparare
Ti devi solo un poco concentrare
E devi scegliere dove vuoi andare
E se bene sceglierai allora potrai cambiare
E se non ti disperderai allora potrai volare
Forse qualcuno si spaventerà
E chi guarda in basso non ci vedrà
E chi non vuole vedere non ci crederà
Ma ci sarà certo qualcuno che proverà
E allora lui imparerà a volare
È facile, anche tu potrai imparare
Dai, impariamo a volare
E sopra la città si sentono le voci
E sopra la città si vedono le luci