“Che penserà la gente Mr. Kane ? Quello che dico io!”
04/04/23
Ogni guerra che si rispetti ha bisogno di controllare l’informazione, prima per prepararla, durante per condurla, poi per archiviarla secondo i desiderata del potere prevalente, del resto, sfruttando Karl von Clausewitz possiamo affermare che
“La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi“
E possiamo altrettanto dire che è vero il contrario, ossia che la politica ― intesa nel più becero senso di gestione sociale ― è la continuazione della guerra con altri mezzi.
In ogni caso, che sia guerra o politica, uno strumento resta imprescindibile a ogni scopo:
la propaganda
La propaganda, forse per il collegamento con il Ministero del Reich per l’istruzione pubblica e la propaganda (Reichsministerium für Volksaufklärung und Propaganda) retto da Joseph Goebbels, viene spesso assai eufemisticamente definita “informazione“, ma è piuttosto una “disinformatia“, una propaganda appunto.
Visto che abbiamo compreso che si parla di guerra, non di una guerra combattuta in campo aperto ma nelle nostre menti, tanto vale scomodare anche SUN TZU:
“Il meglio del meglio non è vincere cento battaglie su cento bensì sottomettere il nemico senza combattere.”
Sono iscritto a Twitter da più di un decennio e ne ho vissuto l’evoluzione in maniera continuativa.
Di sicuro il recente passato targato Jack Dorsey, co-fondatore e CEO di Twitter fino al 29 novembre 2021 ― continua a mantenere una quota del social pari al 2,4% dopo la vendita a Elon Musk perfezionata il 28 ott 2022 ― non è esaltante, visto che censurò anche un POTUS in carica, ovviamente parlo di Donald J. Trump, e usava sofisticate tecniche di shadow ban a danno di chi aveva opinioni non gradite ai prog-dem all over the world.
Elon Musk venne quindi presentato, per averci liberato di Dorsey & Co., come un difensore della libera espressione, eppure non è poi così limpido. Musk cavalca l’onda della più falsa “mobilità green” con la sua Tesla Motors, fornisce i mezzi tecnologici per le telecomunicazioni all’esercito dell’Ucraina ― e a quello NATO sotto mentite spoglie ― con Starlink nella guerra contro la Russia, ha aperto anche al “turismo stellare” con Space-X e2 viene da un passato familiare di tutto rispetto.
Il nonno canadese del nostro beneamato, Joshua Haldeman, era un avido sostenitore della Tecnocrazia, fu direttore della ricerca e alla fine diventò il capo del Partito Tecnocratico del Canada. Il movimento tecnocratico fiorì in Nord America negli anni ’30: “In contrasto con i modi subdoli della politica, i metodi instabili della finanza e degli affari… abbiamo i metodi della scienza e della tecnologia“. Uno scientismo ante litteram.
Per quanto riguarda invece suo padre, Errol, ingegnere e ricco imprenditore sudafricano, un anno fa ha annunciato di aver avuto un secondo figlio dalla sua figliastra, Jana Bezuidenhout, 35 anni. Elon in un’intervista con Rolling Stone, descrisse suo padre come un “terribile essere umano”, un uomo “malvagio”.
Resterebbero mille altre cose (edit dimenticavo Neuralink!) ma, in ogni caso, vi suggerirei anche di approfondire la simbologia del costume indossato da Elon Musk (quello in copertina) al party dello scorso Halloween della modella Heidi Klum nel Lower East Side di Manhattan.
Adesso però finalmente, dopo aver presentato sommariamente il nostro protagonista Musk/Kane, veniamo all’argomento cruciale.
Una volta per gestire la gente i capitani d’industria si accaparravano i quotidiani, proprio come Kane fa in “Quarto Potere“, cosa che si riassume in questo botta e risposta: “Che penserà la gente Mr. Kane ? Quello che dico io!”.
Oggi i mezzi sono cambiati, e allora Musk si compra il mezzo che serve oggi, uno dei social più influenti.
Sembra scontato che un imprenditore della sua levatura sfrutti l’occasione per fare “affari“, e di sicuro è così, ma la questione è: c’è dell’altro? Personalmente ritengo di sì ma, riguardo gli affari, ecco subito arrivare “Dogecoin“!
“Nel pomeriggio del primo lunedì di aprile Twitter ha sostituito la tradizionale icona dell’uccellino con il ‘doge’, un popolare meme che ritrae un cane Shiba Inu e che è diventato simbolo della criptovaluta ‘Dogecoin’. Poco dopo il proprietario del social network, Elon Musk, ha pubblicato una vignetta che mostra il ‘doge’ al volante che, fermato da un poliziotto che ne sta verificando l’identità, spiega che «è una vecchia foto» all’agente che guarda perplesso il ‘bluebird’ sul documento. Secondo i dati CoinDesk, il valore del Dogecoin è aumentato del 30% in pochi minuti dopo il cambiamento di icona, salendo da 8 a 11 cent.“
Da il Tempo
Questo dovrebbe quanto meno farci chiedere cosa stiamo a fare a casa di Elon, perché permettergli di offrirci il suo calice avvelenato?
Sono certo non si tratti solo “business“, il potere che ha incamerato Musk con Twitter va ben oltre queste possibilità, non si tratta esclusivamente di sfruttare questo potenziale per guadagnare soldi, perché i suoi progetti non sono solo quelli che gli fanno guadagnare soldi.
Elon Musk usa Twitter come sua agenzia pubblicitaria, ma quali sono le sue reali ambizioni, le sue intenzioni?
In copertina frame da YouTube
Note
1 – Il movimento tecnocratico ( technocracy movement) è un movimento sociale sorto agli inizi del XX secolo. La tecnocrazia ebbe un ampio seguito nel Nord America nei primi anni trenta, oscurando molte altre proposte politiche sul come affrontare e superare la crisi economica della Grande depressione. In particolare i tecnocrati proposero di rimpiazzare i politici con scienziati e ingegneri che avessero la giusta preparazione e l’esperienza tecnica per guidare l’economia.
2 – Edit: dimenticavo Neuralink