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La mobilità elettrica va a fuoco

Il trasporto elettrico è poco efficiente e pericoloso, perché spingerlo?

26/10/23

Finalmente si comincia timidamente a mettere in discussione il bluff assoluto ― nella mia modestissima opinione ― che rappresenta la “mobilità elettrica” ingiustificatamente definita green.

Sarà dovuto a Bus, automobili parcheggiate, monopattini in carica nel tinello che prendono fuoco senza un motivo apparente esclusa la dannata pericolosità della tecnologia usata, ma qualcosa sta finalmente cambiando.

Sotto un video che mi alleggerisce dal compito di mettere insieme più filmati per darvene un’idea, porta la dicitura F/LOBO MISTICO che ne dovrebbe essere l’autore, trovato QUI.

Del resto è notizia recente che Tesla sia crollata ed Elon Musk abbia perso circa 24 miliardi di dollari dopo una trimestrale molto deludente per gli investitori.

Da uno studio svedese dello Swedish Environmental Research Institute produrre la batteria di un’auto elettrica Tesla ― solo per citare la più nota ― produce emissioni di CO2 pari a 8 anni di guida di un’auto a benzina. Lo studio, commissionato dal Ministero dei Trasporti Svedese e dall’Agenzia Svedese per l’Energia, serviva a valutare l’impatto delle batterie agli ioni di litio (Li-Ion) sull’ambiente nell’intero ciclo di vita.

un’auto elettrica uscita dalla fabbrica ha già inquinato come una a motore termico che gira da 8 anni

Dallo studio emerge che la Nissan Leaf e la Tesla Model S, hanno batterie rispettivamente di circa 30 kWh e 100 kWh. Già al momento dell’acquisto dell’auto si sono verificate emissioni corrispondenti rispettivamente a circa 5,3 tonnellate e 17,5 tonnellate, per batterie di queste dimensioni. Inoltre si dimostra che circa la metà delle emissioni si verificano durante la produzione delle materie prime e l’altra metà durante la produzione della batteria stessa.

Gli autori stessi dello studio si dicono frustrati dai risultati, figuriamoci noi, costretti da ZTL ed euro 5 ogni attimo della nostra vita urbana, sedotti da queste cacate pericolose perfidamente definite green

Qui sopra, giusto per gradire, vedete un Caterpillar 994A ― schermata dal sito ufficiale ― che consuma 1000lt di gasolio ogni 12 ore, riuscendo a rimuovere 250 Tonnellate di terra. Per poi recuperare da quelle il materiale che serve a produrre una singola batteria Tesla.

Mediamente, per costruire una batteria servono circa 12 Tonnellate di roccia solo per il Litio, 5 Tonnellate di minerali per il Cobalto, appena 3 Tonnellate di minerale per il Nichel e 12 Tonnellate di minerale per il Rame. I risultati di cotanta devastazione ambientale ci restituiscono appena 12 Kg di Litio, 30 di Nichel, 22 di Manganese, 15 di Cobalto, 100 di rame, 200 di Alluminio, acciaio e plastica.

Va da sé che si tratta, volendo usare dei termini strettamente tecnici, di una sesquipedale cazzata.

Infine, oltre a tutto questo c’è un problema enorme che quanto riguarda il riciclaggio, operazione assai dispendiosa, anche in termini energetici, spesso antieconomica e, per questo, spesso disattesa, insomma un flop pressoché totale.

Questo insuccesso, a voler essere buoni, è dimostrato dalle scelte economiche di produttori come Volkswagen ad esempio. Il gruppo tedesco, uno tra i maggiori gruppi automobilistici del mondo e che comprende Audi, SEAT, Cupra, Škoda Auto, Bentley, Bugatti, Lamborghini e Porsche, nel campo motociclistico Ducati e in quello dei trasporti pesanti Scania, ha annunciato il suo addio alla produzione di auto elettriche.

Auto elettriche, Volkswagen blocca la produzione, ora è crisi nera, Dietrofront da parte di Volkswagen, la domanda per le auto elettriche è in netto calo e l’azienda decide di interromperne la produzione.

General Motors pure sta abbandonando il proposito di costruire 400’000 veicoli elettrici entro metà 2024.

Quindi almeno Volkswagen e GM, ma anche moltissime altre case automobilistiche avvertono l’immenso fallimento del mercato delle auto a batteria.

GM ridimensiona i piani di veicoli elettrici, gli acquirenti esitano, c’è un rallentamento del mercato dei veicoli elettrici

la tecnologia e l’economia vincono sulla propaganda

Abbiamo però lasciato in sospeso un altro aspetto, il riciclo di questi mezzi a fine vita.

Facciamo un salto dal Cobat, Consorzio obbligatorio per la raccolta e il riciclaggio delle batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi, istituito con Legge 475/88 art. 9 quinquies, il suo Statuto approvato con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 16 maggio 1990, si occupa dell’economia circolare in questo campo.

Il Cobat tratta la procedura di riciclaggio delle batterie degli autoveicoli elettrici in questa pagina del suo sito: Come vengono riciclate le batterie delle auto elettriche?

Anche qui, nella fase successiva alla vita utile di questi prodotti, ritrovo un ulteriore diminuzione ― se non peggioramento tout court rispetto alla mobilità endotermica ― dell’aspetto sedicente green di questi autoveicoli.

La mia personale opinione è che servano esclusivamente a limitare la nostra libertà di movimento, uno scopo altamente complottista se vogliamo ― per questo non mi offendo affatto, piuttosto ne sono onorato ― ma perfettamente in linea con ogni altro aspetto della nostra miserrima, attuale, vita.

la privazione della mobilità individuale si tinge di green


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Illustrazioni Federica Macera