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TECHNOppressione

18/04/23

Ancora una volta, torno sul tema del pervasivo e oppressivo controllo che le nostre vite sperimentano, e presumibilmente sempre di più sperimenteranno, grazie alla tecnologia, vi suggerisco di tener duro e arrivare fino al video del WEF in fondo.

La prima volta in cui esposi la mia tesi ― ossia che questa rappresenta un rischio esiziale per la residua umanità che ancora alberga in noi ― fu con Immunizzazione (cerebrale) il 3 giugno 2020. Mi soffermai sul salto quantico con cui volevano farci passare da essere “spiati” in maniera illegale a “consenzienti al dossieraggio“.

Oggi quel rischio costituisce un’agghiacciante certezza che cresce ogni giorno di più. I vari pezzi del puzzle si stanno incastrando alla perfezione, in primis faccio rilevare il fatto che abbiano raccolto il DNA di tutti con i famigerati tamponi.

È notizia assai recente (15 aprile) che a Parma hanno estratto da tamponi, appartenenti a un non recentissimo passato, il DNA dei soggetti analizzati.

La notizia a cui si dà rilievo non è affatto quella cruciale, infatti degno di nota non è tanto il fatto che i risultati positivi venissero usati per un numero di individui 10 volte maggiore da alcuni furbetti per evitare il vaccino, la notizia vera è che:

Le informazioni sul DNA non sono state mai distrutte!

Del resto, pensandoci bene, anche il 05 dicembre 2020 sentii il bisogno di tradurre un articolo di FOXNews: “La Cina sta raccogliendo il DNA del mondo e il motivo è sinistro: Gordon Chang“. Il senso già era quello, ed il programma era operativo parecchio prima della “pandemia“.

Ogni tessera del mosaico comincia quindi a trovare la sua naturale collocazione, una sistemazione programmata con minuziosa attenzione e grande anticipo.

In effetti il nostro DNA è il nostro codice univoco, collegarlo a un sistema di controllo tecnologico pervasivo ― il sogno bagnato delle più oscure élites globaliste ― con un sistema di scambio monetario cashless, magari in blockchain1, una geolocalizzazione e connessione perpetua dei nostri corpi (IoB2), significherebbe che hanno vinto.

Un rischio ulteriore è che decidano pure di controllare il nostro accesso alla rete, magari a posteriori del passaggio da metaverso a multiverso. Ricordiamo che la “rete” è nata grazie ai militari e per fini militari, che ce l’abbiano lasciata usare per un periodo non significa ce lo consentano per sempre, e i paventati attacchi alla net neutrality3 ci danno qualche avvertimento in questo senso.

Veniamo al punto: l’identità digitale ed il suo oppressivo controllo. È necessario ritornare sui sistemi di ID2020 ― si preoccupano benevolmente di darci una identità digitale ― che rappresenta lo “stato dell’arte” nel settore. Sarà necessario, per raggiungere il loro scopo, usare il DNA e a disposizione, guarda caso, hanno quello registrato via tampone.

 “ID2020 sta costruendo un nuovo modello globale per la progettazione, il finanziamento e l’implementazione di soluzioni e tecnologie di identificazione digitale. Non ci sono altri sforzi multi-stakeholder incentrati su ID digitali gestiti dall’utente, protettivi della privacy e portatili

Perfetto, evidentemente “ci amano“, ma quali fantasmagoriche opere filantropiche fanno parte della “AllianceID2020?

Ne fanno parte: Accenture, Gavi (the Vaccine Alliance), ideo.org, Microsoft, the Rockfeller Foundation. Il fatto che Bill Gates abbia una parte più che rilevante, se non di assoluta maggioranza, in quasi tutte queste organizzazioni ― e che suo nonno Frederick Taylor Gates fosse il consigliere personale di Rockfeller, nonché l’ideatore della prima società filantropica ― monopolizzandone de facto le attività (e i finanziamenti), come per la stessa OMS/WHO (vedi QUI il 28/12/22), mi fa preoccupare non poco.

Richiamo qualche altro articolo sull’argomento: Corpi connessi da menti annichilite” (21/08/22), “Destrutturazione fisico-temporale” (03/05/22), “Nuovo Disordine Sociale” (17/02/21).

Il prossimo spin sarà quello della sostenibilità ambientale in tutte le sue declinazioni, con la scusa del globaluòrmingh. Subiremo progressive limitazioni della libertà, vietaranno la mobilità individuale rendendo forzosamente obsolete le nostre auto, limiteranno i nostri movimenti costringendoci a vivere entro 15 minuti dall’abitazione, la quale sarà pure classificata come energeticamente insostenibile e quindi tartassata, svalutata, in definitiva infruibile.

Città 15 minuti

Il cibo sarà derubricato a pura necessità fisiologica: le proteine animali saranno fornite dagli insetti, che vi segnalo essere gli animali più semplici da modificare geneticamente, cosa che potrebbe permettere a qualche mente malata di trasferire dentro di noi qualsiasi cosa desideri. 

I comportamenti non allineati saranno impossibili da sostenere, il test del greenpass lo ha dimostrato in questi anni. ID2020 è IoB2, cashless (Neuralink, nanotech, 5G/6G ecc.), sarà impossibile sfuggire, la libertà è un ricordo lontano già oggi, ma adesso il controllo si avvia ad essere orribilmente asfissiante.

Vi lascio con questo video, manco a farlo apposta del World Economic Forum del buon Klaus Schwab, mi sembra utilissimo per farvi un’idea del potenziale tecnologico e di come questi perversi criminali abbiano idea di utilizzarlo.

Potremo decidere ancora cosa mangiare e bere?

Note

1 – Blockchain (catena di blocchi), è una rete informatica di nodi che gestisce in modo univoco e sicuro un registro pubblico composto da una serie di dati e informazioni, come le transazioni, in maniera aperta e distribuita, senza la necessità di un controllo centrale.

2 – Dopo l’Internet of Things, stiamo entrando nell’era dell’Internet of Bodies, dove i nostri corpi sono collegati a dispositivi tecnologici per le ragioni più varie, dal monitoraggio della salute alle funzionalità pratiche come il pagamento contact less diretto tramite l’identificazione del nostro corpo (collegato).

3 – viene ritenuta “neutrale” una rete a banda larga che sia priva di restrizioni arbitrarie sui dispositivi connessi e sul modo in cui essi operano. Tale condizione può essere garantita attraverso un trattamento paritario dei pacchetti IP che la attraversano: una rete neutrale non dà priorità differenziate ai diversi pacchetti, mentre una rete “non neutrale” sì.


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Illustrazioni Federica Macera