Riflessioni Senza Categoria

Va’Zapp’

lunedì 01/06/20

Sono successe varie cose a causa di questa influenza pompata con gli steroidi del MSM fino ad essere proclamata, da quell’associazione a delinquere dell’OMS, addirittura come “pan-de-mia” (Epidemia con tendenza a diffondersi ovunque, cioè a invadere rapidamente vastissimi territori e continenti. può dirsi realizzata soltanto in presenza di queste tre condizioni: un organismo altamente virulento, mancanza di immunizzazione specifica nell’uomo e possibilità di trasmissione da uomo a uomo).

A seguire queste misure e i relativi depistaggi terapeutici, i divieti di autopsie e altro, sono arrivati ​​gli sfaceli psicosociali ed economici, la fame indotta e l’indebolimento del sistema sociale a favore dei predatori finanziari, le dinamiche pavloviane di cui la gente è stata vittima , le privazioni emotive e sociali immotivate.

Inoltre a corollario di tutto questo si sono verificati mille eventi, grotteschi o meno, che mi hanno sorpreso e mi hanno addirittura talvolta strappato un inaspettato sorriso.

La DAD, acronimo di “Didattica A Distanza”, ha imposto a un corpo docente di ogni ordine e grado di usare mezzi informatici per fare le lezioni, interagire con gli studenti e gestire la detenzione distopica e inutile imposta a tutti noi.

Oggi, sebbene mio figlio si trovi in ​​V elementare, e quindi stia per cambiare scuola, mi vedo costretto a chiarire privatamente alcune cose con la sua maestra.

Premetto che la mia situazione di separato con una donna che mi reputa un irresponsabile, un inetto, forse anche un minus habens , quando è serena, o anche peggio quando non lo è ― condizione assai più frequente della prima ― mi estromette di regola dalle relazioni scolastiche.

Questa estromissione, a cui potrei reagire, la accetto di buon grado perché, sebbene non abbia questa enorme stima di lei e la ritenga troppo rigida con mio figlio, devo riconoscere che ha fatto un buon lavoro con lui, pertanto, finché posso, evito ogni ulteriore attrito.

Ecco, finché posso …

Mio figlio è stato con me questo weekend e ho potuto toccare con mano la sua frustrazione riguardo la chat di gruppo nomata “comunicazioni scolastiche V…”.

Era disperato perché ad ogni comunicazione della maestra si scatenano orde di commenti da parte di tutti creando un caos inestricabile sulla time line della stessa.

È questa una situazione che facilita la perdita della comunicazione principale e necessaria, un sistema di accecamento proprio dei branchi di pesci che si proteggono dai predatori grazie alla loro moltitudine.

Aggiungo che il concetto di scuola sfugge a mio parere a molti genitori, per cui spesso sono loro a vivere per aiutare i figli a primeggiare anziché permettergli di sbagliare per imparare e, quindi, immagino i miei omologhi vivere in simbiosi con le chat di va’zapp’ per consentire ai propri pargoli di non “bucare” le comunicazioni e poter competere senza handicap coi loro rivali ― sì, immagino li vedano così ― inutile sottolineare che la mia visione diverge da quest’ultima.

Mi è capitato di scontrarmi con questo concetto malato di “scuola” diverse volte ma in particolare un anno fa, in pieno gretinismo, quando dovevano “scrivere una lettera a un loro amico sull’inquinamento” per un concorso scolastico per ragazzi ― ed era con me ― ne scrissi qualche appunto che metto qui:

Quella banale sensazione di incredulità che colpisce, immagino, tutti i disadattati come me al termine di una conversazione con chiunque non condivide la nostra sana, igienica, condizione.

Ho appena finito di farmi fare “la cazziata”, solita e continua sebbene senza alcun valore oggettivo, forse, e soggettivo, certamente, dalla madre di mio figlio.

Il “casus belli” è rintracciabile nell’affidarmi ieri, primo maggio (2019 NdA), l’onere di seguire il ragazzo, ormai non più “piccolo” ― cosa già dolorosa intimamente per me perché a questo punto non più adulto ma “vecchio” ― nei suoi compiti a casa.

Divagazione obbligatoria, avete rotto completamente i coglioni con questi lavori forzati che fate fare ai nostri figli a casa, un giorno si sveglieranno eruditi e preparati, forse, senza sapere che odore hanno le giornate primaverili, sempre che non faccia tutto il freddo che Greta dice sia scomparso o che non insorgano riniti stagionali resistenti a qualsiasi antistaminico come quella che ho io, e la chiudo qui, per ora, su questo argomento.

Tornando a noi, e ai compiti, archiviati i problemi di geometria e matematica, la scienza col suolo, sottosuolo e ammennicoli vari, ci restava il dover digitare una lettera immaginaria al proprio amico del cuore, lettera (per un concorso) di cui avevo avuto incarico preciso di “trascrivere e stampare”.

Guardo la lettera e, sebbene imperfetta e largamente migliorabile, ritengo più corretto, vista la sua accettabilità complessiva, non rimaneggiarla affatto e mi limito, in base a questo, a farla “trascrivere e stampare”, appunto.

Usando la stampante circa un paio di volte all’anno ho dei seri problemi alle testine e quindi, visto il pessimo risultato, mi accordo con la di lui genitrice per mandarle il file da stampare per far provvedere a lei con la sua, ex mia, stampante epson allocata presso il domicilio dove risulta la residenza del mio non più piccolo gnomo.

Arriviamo a poco fa, alla telefonata modello cazziatone che mi ha ridestato da un abbattimento post pranzo, brevissimo ma proporzionalmente intensissimo, una delle voci che ormai odio di più al mondo che mi vomitava prima “Mario, ma la mail non me l’hai più mandata!?! ” e io a dirle “guarda che l’ho fatto se non la vedi è nello spam…” e lei a rispondermi “e che cos’è lo spam ???” e io a smadonnare, ma solo dentro, come un carrarino infuriato che le rispondevo “sulla sinistra della tua gmail…” e lei a interrompermi “ma perché non me la rimandi!” non certo in tono di domanda sia chiaro, sembrava di sentire anche un ruvido “schnell!” e annesso latrato di pastore tedesco di fianco alla Schutzstaffel.

Gliel’ho rimandata al volo dal telefono, e stavo facendo pace col brusco ritorno all’operatività quando risento vibrare il telefono, raramente metto la suoneria, e vedo la sua immagine che fa incazzare pure la vibrazione, la sentivo la vibrazione che vibrava più incazzata , intermittente, infastidita …

M: pronto, dimmi …
C: Adesso me l’hai mandata !!!
M: Ti ho girato quella che ti ho mandato ieri…
C: Ieri non me l’hai mandata !!!
M: Comecazzotipare…
C: Mario, ma non l’hai corretta !!!
M: Carolina è la lettera di un bambino che cazzo vuoi che scriva come un letterato di 50 anni?
C: Ma è un concorso!!!
M: Ma che cazzo c’entra? Se è un concorso lo deve fare lui non io, è un concorso per i genitori che si sostituiscono ai figli?
C: Ma non lo so! Ma ti rendi conto??? Ma che ci voleva a correggere un poco la forma…

Ecc. ecc.

Vi risparmio il resto che mi pare irrilevante e soprattutto irritante ma, porca miseria, il mio ragionamento automatico è stato, è tollerabile che i concorsi per i bambini debbano essere sostenuti dai genitori?

A che pro fare una cosa del genere, che cazzo si potrà mai vincere un tostapane? Una onorificenza di un burocrate, un rene omaggio, una escort per una settimana, una residenza a Gardaland o cosa?

Ma soprattutto, perché? Perché i genitori devono rompere i coglioni a questi ragazzi facendogli scrivere delle cose insulse e, per giunta, sostituendosi a loro per farli apparire più bravi e meno ragazzi?

Roba da disadattati, i miei comportamenti in questo mondo del cazzo, io che non capisco la banale logica della competizione truffaldina (inutile peraltro), mi immagino il ragazzino vincente che ha portato una lettera di uno o di tutti e due i suoi genitori di cui di suo ci sarà, forse, solo l’argomento, l’insegnamento che avrà quale può essere?

Chi imbroglia vince?

Non fare affidamento sulle tue capacità, sfrutta quelle degli altri?

Non è importante chi vince ma chi se ne attribuisce i meriti?

Magari non preoccuparti di essere te stesso, se ti chiedono di essere qualcun altro, trova il modo per farlo.

Non lo so, anzi lo so, sono un disadattato.

E torniamo di nuovo al problema dell’ora presente , alla chat “comunicazioni scolastiche V…” su va’zapp’.

Scriverò in privato alla maestra spiegandole che esistono i mezzi tecnologici, ne esistono molteplici, ed esistono anche molteplici modi di usare ognuno di questi strumenti.

Restando anche solo su va’zapp’ è possibile usare le liste broadcast per mandare lo stesso messaggio ad ogni membro di questa lista in modo che chiunque risponda lo farà esclusivamente a colui il quale quella lista gestisce, in modo che mio figlio, e chiunque altro, non deve fare della professione di “controllore della chat comunicazioni scolastiche V…” la sua attività pressoché esclusiva.

Se sei un adulto e decidi di usare un mezzo del genere con i tuoi scolari, informati su come si fa e non trasferire il problema su di loro, bambini, e sui loro genitori che gli risolvono i problemi perché devono sembrare dei superman a dieci anni.

A dieci anni si deve giocare, sudare, litigare e ridere, non si deve restare incollati a un cazzo di telefono!

Ossequi.

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Illustrazioni Federica Macera