lunedì 23/11/20
Nei miei ricordi, da sempre, fin da quando bambino mi propagandavano un Babbo Natale (Santa Claus, San Nicola, in abito verde) vestito di rosso dalla Coca-Cola, al posto della nostra tradizionale Befana, che portava i doni ― o il carbone a chi fosse stato cattivo ― non ricordo un Natale che non cominciasse, commercialmente, a fine settembre o, al massimo, a inizio ottobre, quando ancora resisteva qualche residuo tepore pre-invernale.
Oggi siamo a fine Novembre, precisamente a un mese e due giorni dalla nascita di Gesù a Betlemme 2020 anni fa, eppure la macchina commerciale natalizia è clamorosamente, e unanimemente, latitante.
L’assenza in TV, come dovunque, di panettoni, di pandori, di rosso e stelline, di ciccioni con barbone canute e compagnia cantante, è come un tonfo sordo ed enorme, un fragoroso silenzio, un gigantesco vuoto.
Cosa succede davvero?
Che ci abbiano scippato anche il Natale come qualche mese fa hanno fatto con la Pasqua?
È possibile che ci abbiano cambiato a tal punto da diventare completamente inumani, al punto di non farci avere voglia di festeggiare la vita stessa, di non vivere, amare e abbracciare chi vogliamo bene?
È possibile che ci abbiano fatto rassegnare e rinunciare al San Valentino dei parenti e degli affetti più cari perché aumentano gli “asintomatici” e ci propongono “la morte” come fosse una cosa finora ignota all’essere umano?
Forse finora ci eravamo sbagliati, non moriva nessuno, forse il mondo è piatto ed è il sole a girare attorno a questo cilindro schiacciato che chiamiamo Terra, forse…
La ragione e il cuore che guidavano l’umanità, perché è solo in questa unica modalità che realizziamo l’essenza della nostra umanità, sono apparentemente perdute.
Quello a cui ci stanno educando è la bestialità, siamo ridotti ad ammassi biologici che magari respirano, mangiano, espletano le loro funzioni vitali, ma non vivono, non coltivano la propria anima, non riempiono di gioia il cuore, che magari continuerà a battere per del tempo ancora, ma lo farà inutilmente.
Questa condizione a cui ci costringono, e a cui tanti si sono già abituati, è qualcosa che gradisce solo Satana, Baphomet, il Diavolo, le divinità oscure che odiano la cristianità e il cattolicesimo perché esse invece elevano l’uomo dalla sua bestialità fornendogli strumenti, motivazioni e percorsi che essi stanno scientemente distruggendo e svilendo, con il solerte aiuto dei loro servi in grisaglia e grembiulino.
Io sono una sorta di ateo-credente, se cristiani e cattolici hanno dei valori per me assai condivisibili, gli altri, gli gnostici satanisti no, non li hanno, hanno una scala di valori diametralmente opposta ai primi e io li avverso, li avverso perché sono cattivi, malefici, repellenti e, in definitiva, antiumani.
Io sono un appassionato tifoso dell’essere umano, so che all’interno di ognuno di noi si combatte una guerra continua fra bene e male, il male che contiene il bene e il bene che contiene il male, come male è la violenza dell’Arcangelo Michele che però la usa per sconfiggere Lucifero con la sua spada, quindi per fare il bene alle volte va fatto del male, e anche più spesso per fare il male va fatto del bene.
E allora è forse giunto il momento di sguainare quella spada, quella di Michele: ognuno con le proprie capacità, forze e possibilità deve avversare le forze oscure che ammorbano il mondo, le forze che distruggono la nostra umanità, che annientano la nostra vita col pretesto di preservarla da minacce invisibili.
Non immaginavo che io anticonformista, io ateo, io che odiavo le vacanze di Natale per la socialità obbligatoria delle famiglie enormi che si incontravano, mi sarei ritrovato a difendere strenuamente tutto questo, ma poi ho capito.
Ho ricordato quei giorni lunghissimi con l’infinita schiera di cugini a giocare, a mangiare e a raccontarci delle nostre vite da bambini e poi ragazzi, da giovani adulti e poi ancora da adulti più o meno maturi, ho ricordato con commozione cosa volesse dire rivederli e in loro rivedere me stesso.
Ho finalmente capito, l’ho fatto fermandomi a pensare al mio cuore che si è affezionato ai loro visi e alle loro storie come alle mie che hanno un valore forse solo perché le hai raccontate a loro, all’affetto che ho ricevuto e a quello che ho dato e a tutto quello che ora dolorosamente mi manca, nel profondo di quello stesso cuore, inaridito per mano di questi criminali.
Allora auguro un Buon Natale a tutti, dobbiamo farci da soli il regalo più importante: l’occasione di combattere per la nostra assediata e minacciata umanità.
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