Oggi ho necessità di ragionare a proposito delle azioni che il sistema democratico mette a disposizione dei cittadini, in particolare sui referendum (oggi contro il Green pass).
Sono fermamente contrario a questo strumento oggi, lo sono perché non siamo più in democrazia né godiamo più dello status di cittadini, sguazziamo ormai nella peggiore delle tirannie che sia mai esistita e, di questa, siamo passivi sudditi, non certo cittadini.
Questa situazione si è verificata con le progressive, lente, incessanti, strette delle spire da parte di questo mostro, di questo “leviatano“, a partire dal 1992, per proseguire poi incessantemente. A onor del vero va detto che si ebbero delle avvisaglie ben prima, con l’assassinio di Mattei, quello di Moro fino al divorzio fra ministero del Tesoro e la Banca d’Italia di Ciampi e Andreatta, solo per citarne alcune.
Oggi noi non contiamo più niente ― se fossi volgare direi che non contiamo più un cazzo ma sono una persona assai educata ― nelle stanze in cui, quelli che ci dovrebbero rappresentare. Questi fanno gli interessi di esseri immondi, terreni e, forse in cuor loro, ultraterreni perché ricordate:
Non è importante che voi ci crediate, l’importante è che ci credono loro
Ma io sono un materialista, il mio lato trascendente e mistico è forte ma resta intimo, vicino, anzi vicinissimo ― se non per le poche divergenze di non credente ― alla visione cattolicissima di monsignor Carlo Maria Viganò. Ora però ritorno sulla terra e sui mostri orrendi che ne hanno il governo oggi, ritorno al punto nodale del ragionamento su referendum e le forze che ci illudiamo di combattere con questo.
Purtroppo siamo qui ad arrovellarci con gli strumenti che hanno fornito in una vita nata assai diversa, da questa in cui ci hanno incastrati. Siamo imprigionati in gabbie mentali, tanto i plagiati dalla propaganda quanto quelli che vogliono contrastare il regime che quella propaganda alimenta.
Siamo schiavi della nostra educazione, della formazione e della istruzione che un sistema prodromico a questa dittatura sanitaria ci ha impartito, in modo da illuderci di avere strumenti per contrastarla e, soprattutto, che quelli siano gli unici strumenti che abbiano utilità e legittimità di essere usati.
No.
Si aspettano questo da noi e voi questo gli date, e allora mi viene da pensare che siate dei “fessi“, veramente.
Combattere come allora? Ecco che si innesta il solito problema per cui, presi dall’urgenza, dall’emergenza, ma molto più spesso dalla indisponibilità profonda di pensare con profondo senso critico e mettere in crisi una vita intera passata a costruirci delle fallaci certezze, tutti aneliamoo una qualche salvifica, e poco impegnativa soluzione.
Normalmente è lo stesso schema dinamico che si ottiene quando si mette in crisi la narrazione ufficiale ― sull’euro, sulla pandemia (The Complete London 2012 Opening Ceremony | London 2012 Olympic Games da 43’51”), non cambia nulla, è solo un livello differente ― e ci si sente rispondere: “E allora dammi una soluzione!“.
Questo risponde normalmente un “fesso“, inteso come sopra descritto da Treccani, incrinato, che perde, indebolito, incapace quindi di qualsivoglia reazione adeguata.
Ribadisco sempre che ― e parliamo di logica elementare ― in assenza di una soluzione il problema non cessa di esistere. In matematica, in geometria di problemi irrisolti se ne contano a bizzeffe, eppure le facoltà non li cancellano, li lasciano aperti… e li studiano per risolverli, così si fa in un mondo sano.
Molto più banalmente si punta d’azzardo, si ripone speranza in una “possibile soluzione“, raggiungendo una catarsi dalla frustrante inazione, a scopo di sollievo personale, tale e quale a quando ti senti milionario perché hai investito due euro al superenalotto ― e con la medesima efficacia pratica ― speranze da “fessi” appunto.
Siamo al cospetto di una deliberata distruzione del mondo occidentale, di una devastazione socioeconomica, e probabilmente demografica, senza precedenti, assistiamo alla polverizzazione di quanto ritenevamo giuridicamente inattaccabile neanche dagli alieni più cattivi, eppure riteniamo di poter spazzare via questo regime con un referendum.
Ve la prendete a male se continuo a pensare che allora siete dei “fessi“?
Volete una cartina al tornasole di quello che sostengo?
Vi ricordate del referendum sull’acqua pubblica? Il 12 e il 13 giugno del 2011, appena dieci anni fa, 26 milioni di cittadini italiani decisero perentoriamente che sull’acqua non si sarebbe potuto più fare profitto. Oggi si continua a fare profitto sull’acqua, dieci anni dopo.
Inoltre, se poi si perdesse al referendum contro il green pass, il (mal)governo cosa mai si sentirà legittimato a fare?1
Ecco qua.
Nota 1: nel caso in cui il referendum ricevesse parere favorevole dalla Corte Costituzionale, si tenesse e avesse esito negativo ― ossia non si avesse il quorum per l’abrogazione ― allora questa legge resterebbe in vigore per non meno di 5 anni, anche nel caso in cui lo stato di emergenza finisse, cosa che, a posteriori dell’illegittima ultima proroga a inizio luglio, è stata forzatamente portata a fine anno, termine dopo il quale, fosse ancora prorogata, il colpo di stato non sarebbe più occultabile. Davide Zedda sostiene si tratti di una astuta manovra dei nostri servizi, e potrebbe avere perfettamente ragione.
P.S.
Però una nota positiva ve la voglio lasciare. Nel video che affronta l’esoterico rituale satanico della “Porta dell’Inferno” di Rodin portata al Quirinale appena prima dell’equinozio, Giorgio Rossi ― da cui pure tanto mi divide ― analizzando la questione ha suggerito una tattica che condivido, agitarsi non conviene, ci vuole fermezza e noi determinatamente fermi dobbiamo restare, come gli spartani alle Termopili, fermi, e dobbiamo calare le lance quando le moltitudini orrifiche arriveranno, lasciando che siano loro stessi ad infilzarsi su di esse.
Questa immagine mi piace, mi da conforto, mi apre un mondo.
P.P.S.
La mia intenzione era quella di scrivere un pezzo soltanto sulla mia idea di inutilità del referendum, ma la realtà è assai più complessa di questi particolari paradossalmente “piccoli“, come questa magnifica forma di democrazia diretta.
Spesso le mie riflessioni scivolavano verso ambiti trascendenti, ambiti che normalmente non hanno spazio in ragionamenti “laici” e, a ben vedere, neanche nei miei perché rilevo sì la trascendenza ― spesso se non sempre infima ― ma di quelli che contrasto su un piano molto materiale e immanente, diciamo “laico”.
Per completezza segnalo che ho toccano di sfuggita l’esoterismo (sempre degli altri non il mio) in precedenza e in diverse occasioni:
“La linea italica” 13/03/20
“Annuit cœptis” 12/05/20
“I servi del male si affannano a reclamare più briciole” 05/09/20
“Libera nos a malo” 16/09/20
“Nuovo Disordine Sociale” 17/02/21
“Resurrezione” 03/04/21
“La nostra società sta commettendo un suicidio rituale” 30/07/21
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