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Carestia

20/04/22

È il caso di tornare a parlare, ancora una volta, del maggior scalo merci del mondo.

È anche il caso di ribadire che la domenica del 5 aprile di due anni fa già vi avvertivo della carestia incombente, un evento a vario titolo inscritto di diritto nell’evoluzione naturale della distopia che cominciava a manifestarsi in tutta la sua brutalità, lo feci in “HOLODOMOR 2020“.

Quanto sta succedendo a Shangai, ancora una volta e in concomitanza con molti altri eventi nel mondo, porta necessariamente alla carestia, e alle sue conseguenze, fame e penuria di generi di ogni tipo per primi.

Di Shangai ne scrissi una prima volta il 15 marzo, lo feci giusto per segnalare un allarme che mi arrivò prima tramite social, il giorno successivo mi colpì la conferma cristallina avuta in una riunione di lavoro, il giorno dopo ne scrissi per cominciare a focalizzare la cosa (QUI).

A distanza di un mese ci tornai sopra, ne riscrissi (QUI), dovetti confermare quell’allarme per come era, avevo conferme dovunque, anche sul MSM, quello che colpiva particolarmente erano però le modalità di controllo, disumano, applicate anche tramite “cani robot” e “droni” su una popolazione non si sa bene positiva a cosa e largamente, quando positiva, “asintomatica” (solo l’1.6% dei casi sono sintomatici). Aggiungo che non si sono registrati decessi dovuti a questa fantomatica “malattia“.

La Cina ha chiuso, ormai da settimane, la città di Shanghai ― una megalopoli di 26 milioni di persone, il primo scalo merci al mondo ― in un lockdown ferreo, addirittura separando i bambini positivi dalle famiglie, abbattendo gli animali domestici, imponendo perfino il ricovero coatto dei positivi asintomatici!

Ricordo, a proposito degli “asintomatici“, che l’OMS, nel dicembre 2020, diffuse una “Information Notice” in cui affermò che i test Covid (PCR) non potevano essere usati come metodo diagnostico a sé stante e che, in assenza di sintomi clinici i soggetti positivi erano da ritenersi negativi. Ne scrissi in “I Tamponi servono solo all’emergenza” il 19 dicembre 2020, ve lo segnalo perché potete trovare il documento OMS, l’“Information Notice” appunto, oltre a una ricerca pubblicata da PubMed sullo stesso argomento che affermava che si avessero oltre l’80% di falsi positivi.

Un ringraziamento personale a Carogiù/Giuliano che mi ha permesso il recupero di questi documenti che gli autori, a posteriori della loro pubblicazione, si erano premurati di “nascondere” nel web.

A seguire queste fasi, per così dire “digestive” sulla faccenda, mi sono imbattuto in alcune riflessioni che ritengo degne di nota e, anche grazie a queste, ho elaborato delle teorie mie sulla questione che proverò a srotolare.

Una suggestiva ma ragionevole interpretazione è che la Cina abbia voluto sfruttare la narrazione pandemica per colpire gli stessi poteri finanziari globalisti che l’hanno sostenuta, quei poteri che supportano il sistema di potere attuale e che fa riferimento, per semplificare, all’America di Biden.

Chiudere il primo scalo merci mondiale per una epidemia così risibile non risponde ad esigenze logiche.

Shanghai però è particolare, è stata colonizzata dai poteri globalisti, dai Rothschild a tutta la finanza di Wall Street, JP Morgan e Morgan Stanley, Blackrock e tanti altri fondi di investimento sono tutti entrati pesantemente in Shangai, la vera locomotiva dell’economia cinese e, ormai, mondiale. In definitiva sono penetrati in Cina ― che però non ama essere penetrata.

Le global company presenti massicciamente qui sono più di 800, fra queste ci sono anche General Motors, Apple, Pepsico, Tyson Foods. Le società “non cinesi” che insistono sul territorio in lockdown sono circa 70’000, fra le quali troviamo anche Volkswagen e General Motors, che ci hanno realizzato degli stabilimenti. Tesla ha insediato proprio qui la prima “gigafactory” in Asia, Ford ci ha inaugurato il suo sesto centro di design globale, sono presenti industrie farmaceutiche come Astra Zeneca che ha fatto partire un centro di Ricerca & Sviluppo di livello mondiale, insomma il mondo è qui.

Shanghai è la testa di ponte della finanza e dell’industria occidentale in Cina.

Ecco, io immagino che questo possa essere il vero motivo del lockdown di Shangai:

Colpire duramente questo tentativo di penetrazione è una condizione necessaria, ma non sufficiente, alla ridistribuzione dei rapporti economici e politici mondiali.

Inoltre, il colpo all’occidente minaccia di essere ben più efficace, potrebbe interrompere le catene di approvvigionamento a cominciare dal settore automotive e quello dell’elettronica.

Volkswagen e Tesla hanno fermato gli stabilimenti di Shanghai per settimane. Ma ieri Tesla ha annunciato la riapertura della fabbrica, ma stabilendo che gli operai dormano incredibilmente in azienda (“Shanghai tenta apertura, a Tesla si dorme in fabbrica” ― ANSA).

Se aggiungiamo a tutto questo la crisi energetica del gas e quella dei cereali dovuti alla guerra tra Ukraina e Russia, allora potremmo leggere il lockdown di Shangai in maniera molto diversa.

Un motivo potrebbe essere la volontà di distruggere Shangai a favore di Hong Kong, spostando il centro nevralgico dell’economia cinese in una città meglio controllata da Pechino. HK, da quando si è liberata del giogo britannico, è molto integrata col tessuto dell’impero cinese, che ancora anela a recuperare Taiwan, altro punto caldo della geopolitica attuale. Inoltre è un hub fondamentale della Greater Bay Area di Guangdong-Hong Kong-Macao, stiamo parlando, in prospettiva, di una delle aree a maggior sviluppo del mondo, forse la prima in assoluto.

Spostare il centro dell’economia cinese farebbe perdere molto di quanto la finanza e l’economia globalista ha costruito negli anni, costringendoli poi a una faticosa rincorsa con handycap nei confronti di chi detta le regole.

Per farlo Pechino potrebbe cinicamente usare le forzature pandemiche in una mossa geniale, di certo spietata nei confronti della sua stessa popolazione, per liberarsi del potere occidentale nel suo territorio usando le loro stesse armi e perseguire la supremazia geo-politica consolidando per primo il fronte interno.

Nessuno oggi potrebbe accusare la Cina di essere antidemocratica e illiberale nei confronti del suo popolo quando anche le sedicenti, e purtroppo decadenti, ex-democrazie occidentali si sono abbandonate, con gli stessi “pretestuosi pretesti“, alle più becere prevaricazioni nei confronti dei suoi stessi concittadini.

Questa interpretazione alternativa degli eventi di Shangai è certamente assai opinabile ma appare ben più che verosimile, più logica di tante altre, pur non essendo dimostrabile, e restando solo una ipotesi.

Una ipotesi alternativa potrebbe essere quella che si sia deliberatamente diffuso un patogeno per questioni geopolitiche, diciamo di guerra, una guerra che ritengo attualmente in corso, una guerra mondiale con modalità assai eterogenee, ecclettiche. Ma questa ipotesi reggerebbe solo se il patogeno avesse un’azione a medio o lungo termine visto che di decessi non se ne registrano, sono quasi tutti asintomatici e quelli che sono sintomatici hanno sintomatologia lieve.

Vi lascio anche altre due valutazioni, più ampie ― su due fattori di rischio che sono legati all’evento di Shangai ― le ritengo necessarie per concludere.

Il Deep State USA non si può permettere il declino del dollaro, così minacciato dal rublo convertibile in oro, ma anche dallo Yuan ormai accettato da larga parte del mondo, sauditi in testa, come moneta di scambio, anche se non convertibile in oro come il rublo. La de-dollarizzazione dell’economia mondiale rappresenta un evento devastante per gli USA.

Le banche centrali delle monete moderne occidentali ― dollaro in primis (1971) ― perderebbero ogni autorità e, con loro, lo perderebbero tutti i capitali che le controllano per conto delle grandi famiglie secolari.

Questo mi fa ipotizzare con grande sicurezza che useranno letteralmente ogni arma per impedire il crollo dello Status Quo, con immensi rischi, direi esiziali, per gli individui e le società.

La Russia non può permettersi una “mancata vittoria” in Ucraina, per vari motivi, il primo è per la sicurezza del suo stesso territorio, impossibile da tutelare con missili NATO a Kiev, il secondo è che potrà colpire il Deep State globalista solo ora, solo scoperchiando le acciaierie Azovstal di Mariupol, o qualcosa di simile, e dimostrare al mondo chi sta facendo cosa.

Per aspera ad Astra.

da PlayMasterNews

Foto di copertina “Holodomor“.

da Wikipedia: HOLODOMOR (in lingua ucraina e russa Голодомор) è il nome attribuito alla carestia che si abbatté sul territorio dell’Ucraina dal 1932 al 1933 causando diversi milioni di morti. Ancora oggi le cause e il coinvolgimento dell’URSS e di Stalin in questa carestia sono fonte di discussione.

Il termine deriva dall’espressione ucraina moryty holodom (Морити голодом), combinando le parole ucraine holod (fame, carestia) e moryty, (uccidere affamare, esaurire), la combinazione delle due parole vuol mettere in rilievo l’intenzionalità di procurar la morte per fame.

Nel marzo 2008 il parlamento dell’Ucraina e diciannove nazioni indipendenti hanno riconosciuto le azioni del governo sovietico nell’Ucraina dei primi anni trenta come atti di genocidio. Una dichiarazione congiunta dell’ONU del 2003 ha definito la carestia come il risultato di politiche e azioni “crudeli” che provocarono la morte di milioni di persone.

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Illustrazioni Federica Macera

(1) Commento

  1. 23/04/22 Sempre più asfissianti le misure anti-Covid, si stanno installando allarmi elettronici alle porte per impedire alle persone “infette” di lasciare le proprie case o evacuarle forzatamente per disinfettarle.

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