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Democrazia frodata

09/01/23

In Brasile succede, ancora una volta, che le contestatissime elezioni degli ultimi anni nel mondo hanno visto una vittoria dei prog-dem, in questo caso specifico il pluricondannato per corruzione1 Ignacio Lula da Silva, contro i conservatori, capeggiati da Jair Bolsonaro, sempre al fotofinish e sempre in maniera assai opaca.

Il primo ha subito aderito all’agenda globalista e vaccinista, sanando, agli occhi del potere internazionale più becero e antiumano ― da noi il partito di Bibbiano ― la divergenza del secondo, che passa per fascista per il semplice fatto di non esserlo, solo perché non ha mai assecondato quella pessima agenda, soprattutto garantendo a tutti la libertà di scelta vaccinale.

Alla fine il popolo non ce l’ha fatta più, è sceso in piazza, peraltro spalleggiato dalle forze armate e dalle forze dell’ordine, con l’intenzione di ristabilire la giustizia e la democrazia rifiutando l’ennesimo più che discutibile risultato elettorale.

La situazione mi appare assai differente rispetto all’assalto al Campidoglio, evento anch’esso assai opaco, farcito di figuranti e condotto proprio per screditare le legittime contestazioni elettorali di Donald J. Trump. Di fatto fu quello il solo motivo, inscenare una false flag con cui annichilire le istanze del POTUS uscente riguardo le manifeste frodi elettorali, frodi in cui entrano pesantemente anche il nostro Consorzio Leonardo e l’establishment prog-dem della colonia italica, Renzi compreso.

Oggi in Brasile ― anche se la situazione appare al momento sofferentemente ricomposta ― il popolo non è una coreografica rappresentanza di freak impellicciati e cornuti che si fa i selfie alle scrivanie dei “potenti“. Oggi si vede un popolo che non è più disposto ad accettare l’inaccettabile, un popolo spalleggiato dalla polizia che passa in mezzo a loro sventolando la bandiera nazionale. Oggi non somiglia per niente la false flag nordamericana di due anni fa.

Personalmente ho qualche problema a parteggiare ― sebbene con beneficio di inventario ― per chi delegittima dei risultati elettorali ma, nel mio profondo, li reputo fraudolenti come fraudolenti reputo quelli che proclamarono presidente Sleepy Joe, il padre di Hunter, quel pericolosissimo guerrafondaio rimbambito di Biden.

Di sicuro Ignacio Lula da Silva è un personaggio che, per molti versi, mi sta veramente sulle palle, lo detesto, lo trovo disonesto (come pure il tribunale federale di Curitiba1 ha codificato), asservito a un globalismo che avverso con ogni cellula del mio corpo.

Di sicuro Jair Bolsonaro appartiene a una parte politica che mi è sempre stata distante, eppure devo ammettere che ha operato per il meglio ― se non si ascolta il MSM e ci si informa davvero è impossibile negarlo ― ha dimostrato di non assecondare l’agenda globalista, quella del WHO di Bill Gates, quella becera e antidemocratica, distruttiva, guerrafondaia che porta avanti lo schieramento prog-dem in tutto il mondo, un mondo in fiamme, dal nord Africa alla Siria, all’Ucraina, solo grazie a loro, non certo a Trump, non certo a Putin.

Il timore di una guerra civile, lì come altrove, è grande, tanto quanto grande è la violenza dei prog-dem

Accusa grave, ma dovuta.

Brasile: chiedono il codice sorgente per verificare le elezioni

Note

1 “La Corte Suprema del Brasile annulla tutte le condanne per corruzione dell’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, che potrebbe quindi candidarsi alle elezioni presidenziali del 2022 contro l’attuale presidente, Jair Bolsonaro. Il giudice supremo Edson Fachin ha invalidato le sentenze contro il leader della sinistra brasiliana perché ad emetterle era stato il tribunale federale di Curitiba, che a suo avviso non aveva la giurisdizione sul caso. I processi dovranno quindi ripetersi presso la corte della capitale Brasilia.” da Istituto per gli Studi di Politica Internazionale 9 marzo 2021.

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Illustrazioni Federica Macera