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Trump e Israele

Un pacifista non può essere sionista

08/10/24

Nonostante Trump abbia dimostrato in molti modi il suo estremo equilibrio e pacifismo sulla scena internazionale, va registrata la sua inquietante inclinazione per la difesa a oltranza, nella mia opinione direi addirittura folle, dello stato di Israele ma ha all’attivo un record imbattibile e meritorio:

Trump è l’unico Presidente che non ha fatto una guerra

Piuttosto ha disinnescato tutte quelle lasciategli calde, come la Siria e la stessa Ucraina ma non solo, ha avuto modo di instaurare rapporti diplomatici distesi con la Nord Corea di Kim Jong Un e con la Russia di Vladimir Putin, insomma, indiscutibilmente dei grandissimi risultati, a maggior ragione ancora più grandi a guardarli oggi.

La sua scelta di concentrarsi sul decadente centro dell’impero, sul suo paese e i suoi lavoratori, lo ha portato a depotenziare le innumerevoli missioni estere di “esportazione di democrazia“. Il famigerato quanto potente Deep State ha provato in tutti i modi a defenestrarlo, con i Black Lives Matters (QUI e QUI), con la farsa grottesca dell’assalto di Capitol Hill, dove il cornuto manifestante veniva accompagnato dai poliziotti nei corridoi per tenere la sua rappresentazione teatrale a favore del MainStreamMedia e, infine, coi clamorosi brogli in cui eseciti di deceduti patrioti sudisti hanno votato allegramente per posta dai loro loculi per quel rimbabito di Sleepy Joe Biden.

Tutti i suoi sforzi pacifisti sono stati chiaramente vanificati dall’inquietante amministrazione successiva, al punto che ormai viviamo nell’incertezza che il mondo continui a esistere attimo per attimo.

Il terrore si allarga con i due attentati che ha subito e le dichiarazioni verosimili, che delineano un panorama persino peggiore, dello stesso Trump, ma anche Tucker Carlson, riguardo la possibilità che si usino alcune tecniche, più che rischiose per tutti noi, per evitare le nuove elezioni che vedrebbero, in assenza degli inevitabili brogli degli (anti)democratici, la vittoria a mani basse del ciuffettone.

Però, e qui ci addentriamo nella triste realtà, il buon pacifista Donald J.Trump, mi si trasforma in un sanguinario sionista che difende le criminali azioni dello Stato di Israele.

Gli Stati Uniti sono sempre stati estremamente faziosi su Israele, lo hanno sempre difeso e appoggiato in ogni modo, ma su questo non mancano sorprese di rilievo, ad esempio quella del posizionamento di un altro “non allineato” come Viktor Orban e la sua Ungheria che, Il 1° novembre 2023, alle Nazioni Unite, ha votato contro una risoluzione di condanna degli insediamenti israeliani illegali ― 145 voti favorevoli e 7 contrari ― in Palestina e Siria.

Gli stati che hanno votato contro sono: Israele, e va bene, gli Stati Uniti, e dovevamo immaginarlo, il Canada, e pure questa non sorprende, l’Ungheria, ebbene sì, anche lei, e poi i rilevantissimi stati delle Isole Marshall, della Micronesia e di Nauru che, non me ne vogliate male, non so di cosa si tratti né ho voglia di cercare di capirlo meglio. Insomma, a dire il vero, mi aspettavo una Gran Bretagna, invece mi ritrovo una insospettabile, almeno per me, Ungheria.

Perché parlo di nuovo di Donald J.Trump e, almeno stavolta, con giudizi assai meno positivi del solito?

Beh, perché l’ex presidente Donald Trump, nell’anniversario dell’attacco di Hamas a Israele ― ricordiamo pure che Hamas è stato finanziato per lungo tempo dalla Knesset e che la gran parte delle uccisioni di civili israeliani il 7 ottobre 2023 sono “da fuoco amico” ― è andato a pregare all’Ohel1 nel Queens, a New York, presso l’Antico Cimitero di Montefiore.

Questo è il luogo di riposo del Rebbe, il rabbino Menachem M. Schneerson, del movimento ebraico ortodosso chiamato Chabad-Lubavitch. L’Ohel del Rebbe è il luogo sacro ebraico più visitato del Nord America, attirando persone di ogni ceto sociale in un modo simile solo al Muro Occidentale in Israele.

La visita di preghiera di Trump continua la tradizione familiare, prima di entrambe le elezioni presidenziali sua figlia, Ivanka Trump, e suo genero, Jared Kushner, hanno sono venuti qui in visita notturna, ma in forma privata.

Il movimento ebraico ortodosso chiamato Chabad-Lubavitch è quello coinvolto nella scoperta a gennaio 2023 di tunnel sotto una Sinagoga di New York, nel quale si sospetta avvenissero turpi rituali a danno di minori. Tutta la comunità internazionale aspetta chiarimenti in proposito, con annessi sospetti che derive sabbatiane e frankiste influenzino negativamente questo culto.

Un video della Sinagoga Chabad-Lubavitch dove si sono rinvenuti i famigerati tunnel

Al fine di evitare futili accuse progressiste a quanto dico, per suffragare sospetti sui dubbi che espongo, suggerisco questo articolo di Avi Maoz sul Jerusalem Post, Israele sta cercando di legalizzare la pedofilia.

In questo articolo si sostiene che in Israele ci si stia muovendo in tal senso, sebbene l’età del consenso è di 16 anni per tutti i sessi, ma può scendere fino a 14 anni, a condizione che entrambe le parti siano consenzienti e che vi sia una differenza di età pari o inferiore a 3 anni. Secondo Maoz, il Ministero della Giustizia sta cercando di modificare questa soglia portandola a cinque anni.

Un uomo di 19 anni può avere rapporti sessuali consensuali con una ragazza di 14 anni e non dovrà affrontare accuse penali“.

Sempre su questo argomento suggerisco di leggere questo articolo di Vice ― ovviamente messo a tacere ma immagino fosse infondato avrebbero chiuso la testata e messo in galera l’autore ― “The Child-Rape Assembly Line” by Christopher Ketcham, November 12, 2013, la sua versione tradotta è qui “La catena di montaggio degli stupri” (infantili), in cui il rabbino Nuchem Rosenberg, 63 anni, spiega in cosa consiste la “catena di montaggio degli stupri su minori” nella ristretta società di alcune sette di ebrei fondamentalisti.

Chiaramente queste possibili pessime attitudini di queste sette sono orribili e nauseanti, e quanto descritto è solo una minima parte di quanto è a mia conoscenza, ma questa parentesi riguardo il substrato sociale in cui si è presentato Trump era necessaria, però eravamo partiti per raccontare altro, e torniamo al punto, a quella che è la mia tesi: Trump fraternizza con quelli che fomentano la guerra in medio oriente.

Tirando le somme in maniera estremamente sintetica, ritengo ci siano alcuni punti fermi che diventano per me indiscutibili assiomi.

1 – Israele ― che non esisteva neanche nel 1947 ― fonda le sue pretese territoriali su testi sacri all’ebraismo, questo lo rende indiscutibilmente uno stato basato sul fondamentalismo religioso quanto nessun altro;

2 – Israele, sulla base della propria autoproclamazione di “popolo eletto” ― immagino anche qui clamorosi brogli ― se ne fotte bellamente e criminalmente dell’ordinamento internazionale, assassinando e agendo come un gruppo terrorista di infimo livello e moralità;

3 – Israele, facendo leva sull’Olocausto ― sulla cui entità sussistono dubbi più che documentati, basati su censimenti pre e post guerra, stampa e altro ― che non voglio assolutamente negare e che ritengo un crimine mostruoso numeri corretti o meno, non costituisce eccezione nella storia dell’umanità né, soprattutto, legittima a comportarsi da gangsters.

Ultima ma non per ordine di importanza, il quarto e definitivo assioma:

Israele non si difende:
difende la sua prepotenza contro chi lo ha accolto


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  1. Ohel (in ebraico אוהל‎?; plur. ohalim, lett. “tenda“) si riferisce sia ad una ordinaria tenda o una abitazione, sia ad una struttura costruita sopra una tomba quale segno di prominenza e importanza della persona lì sotto sepolta. Nello specifico attualmente Ohel è un tempio religioso a Queens, New York, meta di pellegrinaggio annuale di migliaia di ebrei. Vi sono sepolti il Rebbe, Rabbi Menachem Mendel Schneerson e suo suocero Rabbi Yosef Yitzchok Schneersohn (i due più recenti capi religiosi del movimento ebraico ortodosso chiamato Chabad-Lubavitch). Anche le tombe dei precedenti Rebbe di Chabad sono chiamate Ohel. ↩︎