Audio-Video Interviste Senza Categoria

Obbligo incostituzionale Vol.2

Sinagra, Di Lorenzo e Martina sulla attesa pronuncia della Consulta

29/11/221

Domani si discuterà in Corte Costituzionale della non corrispondenza fra quanto prescritto dall’obbligo vaccinale (anti covid-19) per i sanitari e le nomre della Costituzione.

Prologo

Era sabato 19 novembre quando sono andato nello studio del professor Augusto Sinagra, del quale avevo già fatto la conoscenza, ma non di persona.

Mi ci sono presentato in una delle giornate più piovose degli ultimi anni, accompagnato da Giovanni Cuofano, un amico e videomaker, che mi sono trascinato dalla vita precedente nel mio nuovo corso, ci farà la cortesia di riprendere quello che abbiamo organizzato [Purtroppo ha dovuto usare attrezzatura di fortuna e si vede, resta il valore documentale].

Lo studio è opulento ma blasé. La sua eleganza è misurata, sedimentata senza fretta, lo studio di uno dei massimi esperti di diritto italiani, ne rispecchia la personalità.

Mostra, nei più minuti particolari proprio come nella disposizione generale, l’amore di quest’uomo per una bellezza che si manifesta senza clamore, in una forma che potrebbe dirsi assorbente ― della sostanza che significa. Si compiace quindi comprensibilmente per quello spazio suo, tanto da obbligarci, con ragioni che facciamo nostre, ad escogitare una soluzione che non ci faccia mancare, con i misurati mezzi a disposizione, la maestosa vetrata ― in ovvio quanto pieno controluce ― affacciata sul giardino, dietro la scrivania.

Intanto io sono preso in contropiede, mi aspettavo di trovare lì Angelo Di Lorenzo e Roberto Martina, invece mi scopro solo ― escludendo Giovanni che non conosceva nessuno ― di fronte a questo monumento del pensiero, non solo giuridico. Un uomo limpido, di una temeraria onestà intellettuale e di conoscenze impareggiabili.

La sua cordialità gli impone di alzarsi e venirci incontro per salutarci. La sua autorevolezza mi faceva inconsciamente fantasticare che mi sarei trovato di fronte un signore più alto. Sinagra non è basso sia chiaro, ma le aspettative infrante mi fanno scappare un sorrisetto, evidentemente ho dei preconcetti positivi, dovrò tenerli a bada.

Chiacchieriamo del più e del meno e, non ne ricordo neanche il motivo, cominciamo a parlare di Trieste. Ci troviamo su opinioni molto differenti, sono incapace di contrastare le sue, tanto per mezzi e conoscenze ma, soprattutto, per la sua garbata fermezza, una sicurezza rara. Mentre ci troviamo sotto un benevolo esame parlando di argomenti innocui, aspettiamo gli altri due protagonisti dell’incontro.

Finalmente arrivano. Il piacere di rivedere questi amici che combattono con ogni energia disponibile è difficile da descrivere. È un misto fra simpatia, affetto, ammirazione e appartenenza comune a quella che è corretto definire senza retorica resistenza, quella vera, quella che non è fatta da parvenu, arrivisti, doppiogiochisti o reggicancello (gatekeeper NdA).

Non abbiamo preparato nulla, anche le poche chiacchiere mirate che facciamo si disperdono, non ci servono, infatti decidiamo di cominciare e basta. Io devo in qualche modo dare il calcio d’inizio ― cosa che farò incespicando un poco ― serve un pretesto per far partire queste tre auto da competizione, tanto difficili da guidare quanto capaci di grandi prestazioni, devo fornirgli l’abbrivio! Proprio come l’altra volta, quando ci bastò cominciare, poi fu puro divertimento pur parlando di tragedia, quando la gioia di vivere schernì le politiche ferali di questi anellidi2. Però allora eravamo distanti, adesso ci guardiamo negli occhi.

Eccomi nel reiterato momento al quale non arrivo mai preparato ma che non devo fallire, so che devo tuffarmi con coraggio e passione, indispensabili quando le cose non si ipotizzano, si fanno.

Spero abbiate piacere ― come è stato grandissimo quello mio ― nell’ascoltare le parole di tre giuristi di altissimo profilo e capacità, esseri umani sensibili, e per questo fermi come pochi, uomini che stanno perorando una causa determinante per resuscitare la civiltà in questo decadente paese.

Ecco lo statu quo nunc visto da loro, a una decina di giorni dall’udienza di domani, mercoledì 30 novembre alla Consulta.

19/11/22 sulla prossima pronuncia della Consulta

Mio l’onore, mio il privilegio

Epilogo

In alcuni passaggi mi sono emozionato, sentirmi meno solo in propositi così ambiziosi è cosa rara. Volare così alti nella purezza dei concetti giuridici, di civiltà, della politica, con una tale onestà intellettuale, nelle differenze più belle, quelle che ci avvicinano e ci danno speranza, rigorosamente in minuscolo, è un dono che ha da essere apprezzato.

E io lo apprezzo,
e lo custodisco

A seguire l’estratto della pagina 9 del “Ruolo delle Cause” della Corte Costituzionale di Mercoledì, 30 novembre 2022,stampato il 18 novembre 2022.

Nota 1: La data in cui ho scritto questa introduzione è bizzarramente palindromica, precedente di un giorno quella della pubblicazione: 22/11/22.
Visto che la cosa mi ha incuriosito ho fatto una breve ricerca numerologica ― pur ribadendo il mio generale essere non credente in ogni campo.
Da questa risulta che 22 e 11 sono due numeri maestri molto importanti.
Il numero Undici, insieme al 22 rappresenta la potenza, la giustizia e il potere acquisito per meriti e valori in senso positivo e la paura e la decadenza morale, in senso negativo.
La via della maturità spirituale e della conoscenza oltre il limite della comprensione umana, è associato a una forte intuizione e una grande apertura mentale.
Idealismo e visione d’insieme sono aggettivi propri del numero Undici che è armonizzato con i ritmi del suo numero base, cioè il 2 (11 = 1+1=2).
In questo modo si fondono sia la geniale ispirazione propria dell’11 che le forti capacità intuitive tipiche del numero 2. Questa combinazione erge il numero 11 a simbolo visionario e profetico. Caratterizzato dalla uguale presenza sia di proprietà maschili che femminili è sovente associato a segreti, legami e vincoli.
Una descrizione davvero incredibile, sarebbe bello se fosse vero, ma lascia comunque un buon sapore, allora la conserviamo per un ancor meno scientifico rituale scaramantico.

Nota 2: (lat. scient. Annulosa, Annelidae, Annulata, Annelida, da annulus “anello”; fr. Vers annelés, Annélides; sp. Anélidos; ted. Ringelwürmer, Gliedervürmer; ingl. Annelids) Sono animali dal corpo formato da un numero molto variabile di anelli o segmenti (metamerisomiti o zoniti) più o meno simili, ad eccezione di alcuni segmenti differenziati nella regione cefalica e in quella anale. (da Treccani)

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Illustrazioni Federica Macera