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L’anfibio è viscido, ma non è un rettile

martedì 06/10/20

È un assolato pomeriggio di ottobre qui a Napoli, nella centralissima Via Toledo, quella che in tanti, a seguito della toponomastica fascista ― autarchica anche nel riscrivere la storia ― conoscono come Via Roma, la strada che sta lì, a sbirciare il porto dal Vicolo della Tofa, sorvolando il Municipio e scansando il Maschio, questo però “angioino”, e a limitare i quartieri detti appunto “spagnoli”.

Da noi il distanziamento sociale, in una città enorme e compressa, sovrappopolata, caotica e vitale, rappresenta una forma di violenza molto più sadica di quella che può vivere chiunque altro: noi quando ci parliamo ci controlliamo le otturazioni a vicenda e sappiamo dall’odore se ci siamo lavati i denti o meno, tanta è la commistione fisica che la scala di Bogardus non abbiamo mai saputo cosa fosse fino ai tempi del covid.

Chiaramente questa prossimità obbligata, che ora descrivo in maniera eccessiva, comporta anche molti lati negativi eppure, come sempre, quando qualcosa ti è preclusa e sottratta con la forza allora ti manca, provi una malinconia per la “puzza” della vita sostituita con la “puzza” dell’aria respirata mille volte invece di assaporare i profumi della mia città…che immane violenza!

Una donna, bionda tinta e un poco abbondante in vita, voleva solo respirare, odorare e vivere da persona umana, non indossava la mascherina, quella che quel provincialotto coi modi spicci da sindacalista fravecatore che viene dalla Lucania, terra splendida e aspra ma che a volte da frutti velenosi e indigesti, ha imposto con una “ordinanza” da perfetto prefetto fascista a chiunque si trovi sul suo feudo, territorio blindato da una percentuale del settantapercento dei voti di pochi giorni fa.

Cuozzo Vicienzo, quel capuzziello tamarro di cui sopra, sta sempre a raccomandare le forze dell’ordine di essere fermi e risoluti contro i trasgressori ― gli “untori pandemici” ― che possano recare nocumento sanitario ai suoi sudditi.

Egli ne esalta la smania di abuso di potere incoraggiando i lati peggiori di chi indossa una divisa, perché così si comporta solo un incosciente col cervello limitato quale io reputo lui sia.

Scambiare il decisionismo per sicurezza, la fermezza per ragione, l’autorità per autorevolezza, la prepotenza per protezione è stato forse l’errore esiziale dell’elettorato campano.

Fatto sta che questa donna, a cui va tutta la mia simpatia e vicinanza, avrà reagito male all’invito di mettersi questa mascherina, sarà che una “ordinanza” di cuozzo Vicienzo che contrasta con l’art.85 del TULPS e il 32 della Costituzione, il Codice di Norimberga e la Convenzione di Oviedo un poco poco dovrebbe far girare le palle a chiunque ma solo lei non ha saputo stare zitta, certo magari li avrà mandati a quel paese, forse allontanandosi.

A questo punto si è scatenato il putiferio, gli agenti che hanno rincorso la pericolosa criminale, innumerevoli pattuglie in soccorso dei colleghi che stavano arrestando forse Genny Savastano, motociclette, sirene, ci mancavano gli elicotteri e droni (che torneranno col lockdown in preparazione seguendo le nostre tracce informatiche).

Hanno arrestato Titina, o AnnarellaImma, le donne di Napoli che sono sempre state libere, magari incasinate, magari povere, ma libere di vivere, donne che mal digeriscono queste imposizioni assurde, questa pandemia di asintomatici, una pandemia in cui muoiono di covid troppi annegati, investiti, novantenni col cancro, cardiopatici e pure qualcuno colato nel cemento pare sia risultato positivo al tampone post mortem ― fatto col trapano a percussione ― e quasi nessun altro.

Il mio appello è alle forze dell’ordine, mi auguro che resistiate, che andiate a rileggervi i vostri obblighi, siete demandati a far rispettare la legge, oggi fate tutto tranne che quello che dovete fare, siete diventati gli sgherri di cuozzo Vicienzo da Ruvo del Monte, provincia di Potenza (1037 abitanti), e di un governo abusivo che distruggono ogni rimasuglia dello stato di diritto.

Ma dico io, sono convinto che a Ruvo del Monte ci sono tante persone migliori di lui fra quei 1037 abitanti, ma perché giusto questo qua doveva scendere da la sopra il monte e venire qua a fare il perfetto prefetto, il podestà?

Ma il fez, a cuozzo Vicienzo da Ruvo del Monte, non glielo vogliamo dare?

Ovviamente dovete realizzare che, se appoggiate questo fascismo pervasivo e feroce, siete altrettanto fascisti pure voi, anzi, siete pure peggio, siete dei fascisti a rimorchio, peggio di questo col fez che almeno ha il coraggio di metterci la faccia, brutta, che ha.

Ridateci lo Stato di Diritto e la Libertà!

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Illustrazioni Federica Macera