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11 uomini, sulla bara del morto

Undici uomini del 9° Reggimento Alpini, sono rimasti feriti in Kosovo.

31/05/2023

Eccoli quindi gli undici uomini ― sarebbero quindici ma oggi va così ― e c’è anche il morto, e non vuole certo essere un brutto presagio per i militari, il defunto è l’occidente, morto in questi scontri in cui 41 militari della KFOR (Kosovo Force) delle Nazioni Unite sono stati feriti.

Il 9° Reggimento Alpini è formato esclusivamente da personale Volontario, è di stanza a L’Aquila (AQ). Si tratta di soldati professionisti e, vi garantisco che, nonostante la penuria di mezzi e attrezzature, i nostri militari sono altamente preparati. Hollywood vi fa l’apologia dei Navy SEALS ma non vi dice mai che sono stati addestrati a La Spezia, dal Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei(COMSUBIN).

Questo giusto per difendere la professionalità dei nostri, che poi siano al servizio delle predatorie politiche onusiane è cosa diversa, ma resta questo il fulcro di quello che serve dire.

Come sempre i soldati fanno parte ― mi esprimo riguardo quelli della truppa ― delle classi meno abbienti e che vedono in missioni come questa un mezzo per migliorare il proprio tenore di vita, se non affrancarsi del tutto dalla miseria che attanaglia il nostro paese. E adesso poniamoci LA domanda inevitabile ma da tutti taciuta:

Perché siamo in Kosovo?

1 – Antefatto

Tra il 31 marzo 1991 e il 12 novembre 2001 ci sono state delle guerre nella ex-Jugoslavia, qualcosa di orribile, ho anche un caro amico che faceva parte dei corpi speciali anti-terrorismo, viveva a Sarajevo e me ne ha parlato. Fu qualcosa di veramente brutale e devastante di cui, chiunque l’abbia vissuta e sia sopravvissuto, porta ancora profonde ferite.

Anche su questa guerra predatoria dell’occidente, USA di Bill Clinton in testa, ci sarebbe tanto da dire, mi basterà evidenziare che “il cattivissimo” di turno, Slobodan Milošević, fu riconosciuto innocente per i reati contestatigli. Milošević morì in carcere ― evento pure questo avvolto da un alone di mistero ― l’11 marzo del 2006, mentre il processo che lo riguardava era in pieno svolgimento.

E’ indubbio che tale doppia assoluzione si carichi inoltre di un significato particolare, se si considera che sino ad oggi ― anche a causa della prematura morte di Slobodan Milošević ― nessun alto ufficiale del governo serbo è stato condannato per il coinvolgimento nei crimini commessi in Bosnia-Erzegovina durante la guerra (Radovan Karadžić e Ratko Mladić, attualmente sotto processo, sono infatti serbo-bosniaci).
da DIRITTO PENALE CONTEMPORANEO, Sira Franzini 18 giugno 2013

Slobodan Milošević non fu quindi ritenuto responsabile dei crimini di guerra in Bosnia pur senza una assoluzione esplicita, purtroppo postuma. I giudici della Corte internazionale di giustizia dell’Aja hanno emesso una sentenza di oltre 2500 pagine. In questa si motiva la condanna a 40 anni di carcere contro il leader serbo-bosniaco, Radovan Karadžić, ed esplicitano in maniera incontrovertibile che nelle atrocità compiute nei balcani non c’era responsabilità alcuna di Milošević.

2 – Kosovo

Ricordiamo che l’indipendenza del Kosovo fu proclamata unilateralmente, che non è mai stata riconosciuta da tutti gli stati al punto che, il Kosovo, non ha lo status di membro delle Nazioni Unite. La Serbia, ovviamente, non l’ha mai riconosciuta.

La situazione ufficiale afferma che si tratti di un territorio autogovernato posto sotto il protettorato delle Nazioni Unite, e che questo stesso territorio sia rivendicato dalla Serbia. Ecco perché siamo in Kosovo, per “difendere” i kosovari dai serbi

Come se i caschi blu andassero in Alto Adige per proteggere gli altoatesini secessionisti dagli italiani

A gennaio ci furono le prime avvisaglie di attrito fra la minoranza serba e il resto della popolazione kosovara con lo scontro sulle targhe automobilistiche dei serbi residenti nel Kosovo. I rappresentanti della minoranza etnica serbo-kosovara sosteneva che, i doganieri kosovari, impedissero l’accesso al paese alle vetture con immatricolazione serba, violando gli accordi siglati con la mediazione dell’Unione Europea.

Fu un campanello d’allarme che avvertiva UE, e soprattutto gli USA, i veri burattinai dell’indipendenza del Kosovo, che qualcosa cominciava a prendere una bruttissima piega.

I serbi non sono gente avvezza alla rassegnazione, alla resilienza1, in definitiva alla passività.

3 – Russia

La guerra che si sta combattendo verrebbe giudicata “locale” solo da un resiliente1 sul reale significato di questa parola stuprata rimando in basso. La Russia continua a sostenere i fratelli serbi dai tempi della guerra nell’ex-Jugoslavia:

“Del resto i russi erano nell’ex Jugoslavia nel 1999, furono loro a lasciare le consegne dell’aeroporto di Belgrado a degli increduli militari americani che non sapevano nemmeno che gli Specnaz stessero lì, e immagino pure che la loro presenza spieghi l’abbattimento del sedicente aereo invisibile, lo Stealth F-117 Nighthawk, il 27 marzo del 1999.” da La seconda tragica campagna di Russia.

Se gli yankee hanno interesse a che il Kosovo rappresenti la spina nel fianco della Serbia in chiara funzione anti-russa i russi hanno interesse a che il Kosovo torni nella gestione della Serbia, come sarebbe normale che fosse. Le elezioni locali appena terminate hanno fatto detonare queste contrapposizioni, ancora una volta, generate da un occidente predatorio che però, ad oggi, non ha più la stessa forza di una volta.

4 – Turchia

Il corridoio serbo è cruciale per la geopolitica russa, soprattutto nel momento in cui Recep Tayyip Erdoğan è stato appena rieletto presidente della Turchia.

Erdoğan si sta staccando progressivamente e inesorabilmente dagli USA e dalla NATO, di cui governa il II esercito per numero di uomini e armamenti, facciamo un breve riepilogo per spiegarlo al meglio.

Il ministro dell’Interno turco Süleyman Soylu il 4 febbraio 2023 si rivolge direttamente all’ambasciatore americano ad Ankara:

“Dico all’ambasciatore americano da qui: so a quali giornalisti hai scritto, togli le tue sporche mani dalla Turchia. Te lo dico ancora più chiaramente: giù le mani dalla Turchia!”

Al centro Süleyman Soylu, ministro dell’Interno della Turchia

Il 6 febbraio 2023 due terremoti di grande intensità hanno colpito la Turchia meridionale e centrale. La prima scossa alle 04:17 ora locale (01:17 UTC), ha causato danni in Turchia e Siria. Nel cielo in Turchia prima del terremoto si sono viste stranissime luci. Non pare ci fosse maltempo né che piovesse.

Qualche volta ho accennato alle DEW (Directed-energy weapon), ma esistono diverse “armi” realmente fantascientifiche. Una di queste è HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program), in teoria, e forse in pratica, potrebbe creare dei TERREMOTI. Il movente ci sarebbe, la Turchia sta frenando la politica nefasta degli USA nel mondo, dopo aver concesso i suoi campi al confine della Siria per addestrare l’ISIS contro Assad e altro, sta ostacolando l’entrata di Svezia e Finlandia nella NATO.


Voyager, Rai2, 2012, terremoti provocati da onde ELF (Extra Low Frequency).

Recep Tayyip Erdoğan a Kilicdaroglu, 12 maggio:

“Ma se attacchi Putin ora, mi dispiace, non lo accetterò. Le nostre relazioni con la Russia non sono diverse dalle nostre relazioni con gli Stati Uniti”

Houston, abbiamo un problema…

1 – resiliente è la sublimazione di coglióne s. m. [lat. (dei glossarî) coleo –onis, der. di coleus «testicolo»]. – 1. Nome pop. del testicolo; per lo più usato al plurale. Locuzioni fig.: rompere i c., dar fastidio; levarsi dai c., lasciare in pace; mi girano i c., sono seccato, infastidito per qualche cosa; far girare i c., tediare, seccare, irritare. 2. fig. (f. –a) Riferito a persona, minchione (in questo senso, anche dim., coglioncèllo). da Treccani


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Illustrazioni Federica Macera