30/09/23
A fine maggio in qualche modo vidi i prodromi dell’oggi in “11 uomini, sulla bara del morto” (31/05/2023), era successo che undici uomini del 9° Reggimento Alpini furono feriti in Kosovo ― erano impiegati nella KFOR (Kosovo Force) delle Nazioni Unite ― allora feci un percorso a ritroso cercando di ordinare i motivi per cui eravamo lì e in parte anche gli eventi pregressi di rilievo, come l’assoluzione postuma di Slobodan Milošević, morto in carcere in circostanze poco chiare l’11 marzo del 2006. Prenderò spunto proprio da questo articolo, ne trasferirò qui ampie citazioni nella parte iniziale, per poi codificare la situazione attuale prima di implementare il tutto con le ultime preoccupanti indiscrezioni.
Lo status quo
Riguardo Slobodan Milošević: “E’ indubbio che tale doppia assoluzione si carichi inoltre di un significato particolare, se si considera che sino ad oggi ― anche a causa della prematura morte di Slobodan Milošević ― nessun alto ufficiale del governo serbo è stato condannato per il coinvolgimento nei crimini commessi in Bosnia-Erzegovina durante la guerra (Radovan Karadžić e Ratko Mladić, attualmente sotto processo, sono infatti serbo-bosniaci).“
da DIRITTO PENALE CONTEMPORANEO, Sira Franzini ― 18 giugno 2013.
La Corte dell’Aja emise una sentenza di oltre 2500 pagine nella quale si condannava a 40 anni di carcere il leader serbo-bosniaco (non serbo) Radovan Karadžić, mentre si assolveva dalle atrocità commesse Milošević.
L’occidente sfruttò la destabilizzazione post Tito per fomentare l’implosione dei rapporti fra le varie entità ex-jugoslave. Ovviamente a fare da capofila c’erano gli USA di Bill Clinton, sottolineo pure che a questo scopo il Kosovo rappresentò una leva importante.
L’indipendenza del Kosovo fu proclamata unilateralmente senza essere mai stata riconosciuta dalla comunità internazionale, resta quindi privo dello status di membro delle Nazioni Unite. La Serbia, neanche a dirlo, di cui il Kosovo costituisce parte integrante ― sebbene a maggioranza etnica kosovara ― non lo ha mai riconosciuto come uno stato separato e autonomo. Attualmente è definito “territorio autogovernato” ed è posto sotto il protettorato delle Nazioni Unite. Nei fatti è un territorio rivendicato dalla Serbia con fermezza e determinazione.
KFOR “difende” il Kosovo dalla Serbia
Come dissi, già a gennaio ci furono i primi forti attriti fra la minoranza serba e la popolazione kosovara, e si manifestò con lo scontro sulle targhe automobilistiche dei serbi residenti in Kosovo. I doganieri kosovari bloccavano le vetture immatricolate in Serbia, violando gli accordi siglati con la mediazione dell’Unione Europea.
Ma l’elemento fondamentale, troppo spesso taciuto, è che la Russia continua a sostenere i fratelli serbi fin dai tempi della guerra nei Balcani:
“Del resto i russi erano nell’ex Jugoslavia nel 1999, furono loro a lasciare le consegne dell’aeroporto di Belgrado a degli increduli militari americani che non sapevano nemmeno che gli Specnaz stessero lì, e immagino pure che la loro presenza spieghi l’abbattimento del sedicente aereo invisibile, lo Stealth F-117 Nighthawk, il 27 marzo del 1999.”
da La seconda tragica campagna di Russia.
Si apre un nuovo fronte fra NATO e Federazione Russa
Il corridoio serbo è irrinunciabile per la Russia. Intanto anche la Turchia del rieletto Recep Tayyip Erdoğan è interessatissima al corridoio e ― almeno fino alle ultime indiscrezioni, oggetto delle analisi più in basso ― stava provando a smarcarsi dalla pressione USA, ai quali aveva però precedentemente permesso di usare i campi al confine siriano per addestrare i tagliagole dell’ISIS in funzione anti Assad. La Turchia non è un player di second’ordine, è il secondo esercito NATO dopo gli Stati Uniti, non è una bazzecola.
Il ministro dell’Interno turco Süleyman Soylu il 4 febbraio 2023 si rivolge direttamente all’ambasciatore americano ad Ankara in questi esatti quanto violenti termini:
“Dico all’ambasciatore americano da qui: so a quali giornalisti hai scritto, togli le tue sporche mani dalla Turchia. Te lo dico ancora più chiaramente: giù le mani dalla Turchia!”
Il 6 febbraio 2023, due giorni dopo, due terremoti di grande intensità hanno colpito la Turchia meridionale e centrale. La prima scossa alle 04:17 ora locale (01:17 UTC), ha causato danni in Turchia e Siria. Nel cielo in Turchia prima del terremoto si sono viste stranissime luci. Non pare ci fosse maltempo né che piovesse.
I terremoti si possono provocare, magari utilizzando HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program).
Ma anche Recep Tayyip Erdoğan a Kilicdaroglu, a distanza di tempo, il 12 maggio, dichiarò qualcosa di poco piacevole per gli Stati Uniti:
“Ma se attacchi Putin ora, mi dispiace, non lo accetterò. Le nostre relazioni con la Russia non sono diverse dalle nostre relazioni con gli Stati Uniti”
La necessaria premessa che sfrutta il materiale precedente “11 uomini, sulla bara del morto” finisce qui.
Le novità sulla Serbia
Il presidente serbo Aleksandar Vučić ha recentemente escluso categoricamente anche la più remota possibilità di riconoscere l’indipendenza del Kosovo:
“La Serbia non riconoscerà mai la mostruosità che avete creato con il bombardamento della Serbia e con le bugie”
Aleksandar Vučić, Presidente della Repubblica di Serbia
La NATO dal canto suo, anche se estenuata dalla guerra in Ucraina, o forse proprio per questo, si sta organizzando per rafforzare la KFOR dispiegata nella regione ― forza di cui facevano parte anche i nostri sfortunati 11 alpini ― per fronteggiare i nuovi eventi… Già ma quali? Per caso stiamo aprendo l’ennesimo fronte? Pare proprio di sì.
Gli esportatori di democrazia accusano la Serbia di ammassare truppe al confine kosovaro, sulla base di questa “provocazione” è stato ufficialmente detto che: “Il Consiglio della NATO ha autorizzato forze aggiuntive per far fronte alla situazione“.
Voci, non totalmente confermate ma che reputo attendibili tanto per la provenienza che per deduzione logica, ci dicono che la NATO starebbe pianificando un’occupazione temporanea della Serbia in reazione agli eventi degli ultimi mesi, se ne parla come se questa fosse qualcosa di “normale e giustificabile“.
Da queste notizie pare che la Serbia dovrebbe finire divisa in quattro zone controllate dalle truppe di “occupazione“ dei seguenti paesi:
Vojvodina: Belgio, Germania, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Croazia, Slovenia;
Serbia occidentale e Oblast di Raška: USA, Spagna, Albania, Norvegia, Francia, Danimarca;
Serbia Orientale: Gran Bretagna, Lussemburgo, Canada, Polonia, Romania, Finlandia;
Serbia sud-orientale e meridionale: Italia, Grecia, Turchia(?), Bulgaria.
Belgrado e dintorni verrebbero invece occupati da forze congiunte della NATO sfruttando, secondo le peggiori e consolidate tradizioni occidentali ma non solo, anche i collaborazionisti filo-NATO locali.
La questione russa
Chiaramente questa analisi, formulata per grandi linee, coinvolge pesantemente la Federazione Russa. Possiamo affermare con ogni probabilità che l’intera questione è nata e si è sviluppata in funzione anti-russa sfruttando i (loro) fratelli serbi. Ricorda da vicinissimo quanto successo in Siria, ma anche in Ucraina durante l’euro Maidan. Non mi riferisco di certo alle specifiche dinamiche realizzative, ma alla sfacciata manovra preparatoria delle violenze a venire.
Quali sono allora i motivi della possibile apertura di altri fronti, vista soprattutto la debolezza organizzativa e addirittura produttiva della fazione che ci vede coinvolti?
Difficile allo stato attuale formulare ipotesi attendibili, forse giusto una, ma di sicuro la sedicente controffensiva ucraina si è infranta contro le capacità operative e i sofisticati quanto efficientissimi armamenti russi, per di più utilizzati con capacità strategiche e tattiche enormemente superiori a quelle omologhe nemiche1.
L’accozzaglia di ucraini non addestrati, mercenari e operativi regolari ― ma utilizzati fuori da ogni ufficialità e legittimità ― ha comportato un enorme e inefficace spreco dei rifornimenti di armi occidentali. Nelle polveriere ormai mancano anche i proiettili per le armi leggere. Sarebbe inutile parlare dei Bushmaster australiani, degli M1 Abrams e dei Leopard impantanati negli acquitrini dello Scudo Ucraino, come dei nostri F35 stanziati in Polonia e mille altri fallimenti logistici e tattici. Proprio la Polonia ha affermato, appena pochi giorni fa, di non essere più in grado di fornire armi all’Ucraina perché ha urgenza di riarmarsi lei stessa, a dimostrazione di quanto detto.
Aprire un nuovo fronte sperando di logorare la Russia mi sembra qualcosa di assurdo, a meno che non serva a temporeggiare usando il sangue di altre innocenti popolazioni.
Una manovra del genere potrebbe avere senso solo in un caso, si potrebbe spiegare solo con delle valutazioni che feci proprio qualche settimana fa, in uno dei miei ultimi articoli “La guerra dei pochi contro i molti“, ossia evitare un avvicendamento alla Casa Bianca, come?
Evitando tout court le elezioni o grazie a una nuova pandemia, come afferma Donald J. Trump, o con una guerra aperta contro la Federazione Russa, come sostiene Tucker Carlson, e come ritengo più probabile anche io.
Non si tratta di stabilire se la guerra sia legittima o se, invece, non lo sia. La vittoria non è possibile. La guerra non è fatta per essere vinta, è fatta per non finire mai.
Una società gerarchica è possibile solo se si basa su povertà e ignoranza. Questa nuova giustificazione della guerra attiene al passato, ma il passato, non può essere che uno e uno soltanto.
Di norma lo sforzo bellico persegue sempre lo scopo di tenere la società al limite della sopravvivenza.
La guerra viene combattuta dalla classe dominante contro le classi subalterne e non ha per oggetto la vittoria sull’Eurasia o sull’Asia orientale, ma la conservazione dell’ordinamento sociale.
George Orwell
Note
1 – riguardo la guerra in Ucraina e il differenziale in campo fra gli schieramenti vedi: “Il movente della guerra” 01/03/22, “La seconda tragica campagna di Russia” 16/03/22, “Guerra molto fredda” 30/08/22, “World War III” 26/01/23, “Vantaggio strategico ipersonico” 30/01/23, “Sott’acqua” 09/03/23, “Superiorità elettronica russa” 22/07/23, a cui andrebbe aggiunto l’omologo di HAARP denominato “Woodpecker” (Picchio), di cui non si sa nulla, come del resto di tutte le DEW, Directed Energy Weapons, di entrambe le parti.