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La morte della memoria

È da tempo ormai che in tanti avvertiamo il fetore rancido del totalitarismo, da quasi un anno questo aberrante stato di cose è fra noi in modi talmente palesi che la meraviglia, lo stupore più completo, pervade il mio martoriato animo e la mia coscienza. Non per la dinamica in sé, quanto per l’incapacità programmata nelle masse nel riconoscerlo.

Odio profondamente il “giorno della memoria“, lo odio per il fallimento che rappresenta, per il paradosso che è diventato, una celebrazione sterile dei massacri passati, spesso se non sempre, usato per distogliere lo sguardo da quelli attuali, aveva ragione Baudelaire:
Il più bel trucco del Diavolo sta nel convincerci che non esiste

Badate bene il mio “odio” per questa celebrazione è nel massimo rispetto delle vittime dell’Olocausto, io non le strumentalizzo anzi sono qui a difenderle. chi le strumentalizza è chi celebra sterilmente questo giorno simbolico, per scopi peraltro antitetici a quelli dichiarati.

Ho spesso trattato l’argomento in modo ruvido in quanto ritengo che il tempo per educate prese di posizione sia stato archiviato dalla necessità stringente di reagire. Ci troviamo in una emergenza democratica assoluta, definitiva, esiziale, ne ho parlato in modi frammentari ma costantemente, ponendo il focus principalmente sulla dinamica propria di ogni totalitarismo “il perseguimento di un sedicente bene superiore“, un bene quindi superiore a qualsiasi individuo, individuo che pertanto perde completamente ogni tutela se si trova ad intralciare questo obiettivo così alto. Qui (18/04/20) ho parlato dei “fascisti a rimorchio” inconsapevoli servi del totalitarismoqui (22/04/20) dello spregio di ogni legge e giustizia, qui (30/05/20) dello Stato di Polizia conseguente, qui (03/06/20) della volontà di instaurare un controllo pervasivo e tecnologico agghiacciante, qui c’è dell’altro, in generale critiche a una “pandemia in tono minore“, le contraddizioni gestionali, le sofferenze personali di una tale condizione di “ergastolani in gita“.

Le mille contraddizioni che hanno connotato gli eventi successivi alla fuga del “virus Frankenstein” (cit. Luc Montagnier) hanno obbligato chi ha un minimo di senso critico a domandarsi se quello per cui ci privavano di ogni diritto individuale fosse realmente quello che ci dicevano.

Sei mesi fa, in Nuova Zelanda, furono già istituiti dei “campi di quarantena“, delle strutture per “ospitare” sia persone contagiose che asintomatiche per questa “pandemia” che ammazza tanto quanto la ormai “scomparsa” influenza stagionale.

➥ Video Fox NEWS: New Zealand sets up mandatory quarantine ‘camps’ for COVID patients


Anche in Australia, a fronte di pochissimi casi, le misure sono state drastiche, a parte i “campi di quarantena” per persone ad alto rischio, la repressione contro chi non metteva la mascherina o si dichiarava critico nei confronti di questa gestione paramilitare è stata durissima, una donna fu addirittura prelevata da casa sua dalla polizia perché esprimeva il suo dissenso sui social, non penso sia stato un caso isolato.

Intanto qui, in Italia, in primavera inoltrata, si parlava di covid hotel e covid resort, strutture simili a quelle detentive i secondi, con alcuni governatori particolarmente “zelanti” tipo Vicienzo De Luca da Ruvo del Monte (PZ) che ci ritroviamo vergognosamente al “comando” della Campania, lui e i suoi sogni bagnati di lanciafiamme e quartieri militarizzati, un uomo violento e pericoloso, la quintessenza del fascismo ammantato di rosso.

Al netto del fatto che la malattia in questione non è letale come affermano anzi, è curabilissima, che il vaccino è inutile per quanto detto sopra e perché un virus RNA muta troppo (vedi AIDS), inoltre non è stato sperimentato affatto ― i troppi eventi avversi, quelli sì spesso letali, stanno addirittura inducendo Pfizer Astrazeneca a trovare i motivi più disparati a ritardarne la consegna ― passerei ora al clou dell’articolo, più sintetico della premesse.

Il 10 gennaio avevo già toccato piano questo tema, parlando dei “Detention Center” proposti con un disegno di legge nello Stato di New York, denominato A416 (link al The New York State Senate), presentato dal “democratico“, si fa per dire, Noah Nicholas Perry.

Oggi vi posso presentare nella loro maestosità, dovuta alla precisione e dedizione di chi ha Know-How da vendere grazie all’esperienza sedimentata ad Auschwitz Birkenau, le “strutture per obiettori della quarantena” tedesche!

➥ Video Bild LIVE


Wer nicht hören will, muss sitzen!
Der Norden macht ernst: Wer sich in Schleswig-Holstein künftig trotz mehrfacher Ermahnung nicht an die behördlich angeordnete häusliche Corona-Quarantäne hält, landet hinter Gittern!

Se non vuoi ascoltare, devi fermarti (sederti)!
Il nord fa sul serio: chiunque nello Schleswig-Holstein non aderisce alla quarantena domestica che verrà imposta per il coronavirus in futuro, nonostante i ripetuti avvertimenti, finirà dietro le sbarre!

La mia tesi è semplice, e la scrivo semplice semplice perché non voglio essere frainteso.

Niente, neanche la peste nera del ‘300, potrebbe giustificare quello che sta accadendo ma, oggi, il problema non è questo: mi sconvolge nei miei più profondi e reconditi anfratti della coscienza che, proprio coloro che hanno tanta enfasi nel celebrare “il giorno della memoria” e a dichiararsi antifascisti e antinazisti ― erroneamente non anticomunisti cosa che sarebbe assai necessaria ― non capiscano di essere essi stessi il nuovo totalitarismo e quindi proprio il fascismo, il nazismo, che dicono di avversare.

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Illustrazioni Federica Macera