Il simbolo primo del Napoli era il mitico “corsiero del sole”
05/05/23
Ieri sera, col sofferto pareggio raggiunto a Udine, la SSC Napoli ha vinto il suo terzo titolo italiano di calcio, siamo di nuovo “Campioni d’Italia“.
Certo siamo campioni, ma in una nazione matrigna e oppressiva, sfruttatrice, sarebbe molto meglio essere definiti “Campioni IN Italia” anziché “Campioni d’Italia“, D10S docet, cosa che mi ha fatto venire voglia di twittare così:
La @sscnapoli è l’unica squadra che ha vinto — la terza volta stasera — un campionato nazionale di uno stato straniero.
Purtroppo non ero in città, purtroppo non ho potuto festeggiare a dovere, non ero nel posto giusto, ma questo mi ha permesso di ragionarci sopra dalla giusta distanza. Intanto le scene di una festa al solito incontenibile nella mia città — più correttamente nella mia nazione — mi hanno regalato gioia e malinconia, la seconda solo per essermela persa, ma anche altro.
La prima cosa è che a Udine i tifosi avversari — ci detestano come mai si potrebbe fare con quelli con la pelle nera — non potendo sopportare la nostra festosa invasione di campo, hanno dato vita a scontri violenti, per giunta entusiasticamente commentati da una masnada di deficienti sui social, lammérda si coalizza sempre contro iNapoletani.
Immagino che, a parti invertite, avremmo misuratamente e rispettosamente partecipato alla gioia degli altri, anziché cercare di rovinargliela.
Ricordo a questo proposito che il 2 maggio del 2021, quando fu l’Inter a vincere, immediatamente partirono i paragoni con iNapoletani (c’era il coviddi), non si sa perché, che omaggiarono D10S alla sua scomparsa. Mi sentii di ribadire a tutti loro che Neapolitan Lives Matter (articolo da cui ho ripreso alcune cose nda).
Certo all’interno dell’aggregato “festa–fine-di-mondo” dobbiamo annoverare anche quanto di negativo ci portiamo dietro, fermo restando che un popolo annichilito dalla guerra di annessione tendenziosamente appellata “Risorgimento“, viene purtroppo naturale che, magari proprio a qualche discendente dei 12’000 camorristi arruolati dalla sbirraglia sabauda, magari al grido «è robba ’e zì Peppe», parta un colpo di arma da fuoco2 che ammazzi un ragazzo di 26 anni.
In ogni caso, torniamo alla questione simbolica, piuttosto interessante, che userò in modo anch’io “tendenzioso“, perché esemplare di un declino che mi auguro arrestato e che tenda adesso in direzione opposta, non certo pe’ ‘o scudetto.
“Nell’agosto del 1926 il napoletano Giorgio Ascarelli, industriale del settore tessile, assume la presidenza della neonata Associazione Calcio Napoli. […] La nuova società scelse come colore sociale l’azzurro che richiamava il cielo e il mare della città della sirena. Come simbolo, invece, fu adottato un cavallo, il mitico corsiero del sole, ma il ciuccio arriverà presto.“
Da Il ciuccio e il corsiero. Storia di un simbolo di Davide Zingone.
Il ciuccio arrivò per uno sfottò degli stessi tifosi napoletani per ironizzare sugli scarsi risultati della squadra nel primo campionato disputato (1926-27), cosa che divertì tutti, dando via alla metamorfosi del “Corsiero del sole” nel “ciucciariello“.
Torniamo al “cavallo imbizzarrito“, questo divenne il soggetto di una imponente scultura bronzea poggiata su un piedistallo di marmo dove in tempi antichissimi si trovava il tempio di Apollo, dio del sole, dove fu poi costruito il Duomo. L’arcivescovado nel 1300 trovava insopportabili le credenze popolari e le superstizioni sulla scultura del “Corsiero del sole“, fra le tante si diceva fosse stata forgiata dal mago Virgilio, e che potesse guarire i cavalli malati.
Piccola parentesi su Publio Virgilio Marone (Andes, 70 a.C. – Brindisi, 19 a.C.). È sepolto proprio a Napoli nel piccolo parco alle spalle della chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, vicino la stazione ferroviaria di Mergellina.
«Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua rura duces»
Epitaffio sulla tomba di Publio Virgilio Marone a Piedigrotta
Virgilio ha anche la responsabilità del nome comune del Castello Marino, posto sull’antico Isolotto di Megaride, ossia il Castel dell’Ovo. Deve il suo nome all’uovo che Virgilio avrebbe nascosto all’interno di una gabbia nei sotterranei del castello. Tutto fu chiuso da imponenti serrature e tenuto segreto perché da “quell’ovo pendevano tutti li facti e la fortuna dil Castel Marino“. Si è ritenuto da allora che il destino del Castello, e quello dell’intera Napoli, sia legato a l’integrità di quell’uovo.
E così nel 1322 il “Corsiero del Sole” divenuto il simbolo della città, e solo secoli dopo della sua squadra di calcio, venne fuso per volere dell’arcivescovo che tanto lo detestava, Matteo Filomarino, eletto 29 ottobre 1320, deceduto 1322. Dal suo bronzo si ricavarono le campane della Cattedrale della città partenopea.
Tanto rigogliosa l’umanità che ieri gioiva per la vittoria urlando nella mia lingua — quella di Massimo Troisi — quanto trito e ritrito è la credenza che Napoli è anarchia. È vero quanto, purtroppo, non lo è affatto.
Napoli, spesso se non sempre dominata, ha nel sangue una noncuranza per chi la governa perché non si è (quasi) mai governato per il suo popolo, e quando parlo della mia città parlo del Regno delle due Sicilie tutto.
Eppure Napoli mi ha profondamente deluso negli ultimi anni, non immaginavo che una città che nutre tanta diffidenza per il potere, da rispettarlo solo nella misura della decenza, fosse così ordinatamente succube, se non addirittura entusiasta, dell’oppressione di una dittatura sanitaria ingiustificabile sotto ogni profilo, peraltro in una regione governata da cuozzo Vicienzo De Luca da Ruvo del Monte (PZ).
Tornando al simbolo, noi non siamo “ciucci“, non lo eravamo, noi eravamo “Corsieri del sole“, lo eravamo come società, come grado di civiltà e ricchezza culturale ma anche, e grandemente, materiale.
Stiamo tornando ad esserlo, questo fa reagire male i nostri oppressori, quelli che dovranno accettare di aver vissuto nelle menzogne e grazie a queste.
Nell’attesa di un futuro da “Corsieri” ricordiamoci il nostro passato, che ci sia chiaro, e che sia chiaro a chi non ci ama — siete davvero tantissimi — che “ciucci” non siamo mai stati e non vogliamo più essere considerati tali.
Primati attribuibili al Regno delle due Sicilie1
- 1735. Prima Cattedra di Astronomia in Italia
- 1737. Costruzione S.Carlo di Napoli, il più antico teatro d’Opera al mondo ancora attivo
- 1754. Prima Cattedra di Economia al mondo
- 1762. Accademia di Architettura, tra le prime in Europa
- 1763. Primo Cimitero Italiano per poveri (Cimitero delle 366 fosse)
- 1781. Primo Codice Marittimo del mondo
- 1782. Primo intervento in Italia di Profilassi Antitubercolare
- 1783. Primo Cimitero in Europa per tutte le classi sociali (Palermo)
- 1789. Prima assegnazione di “Case Popolari” in Italia (San Leucio a Caserta)
- 1789. Prima assistenza sanitaria gratuita (San Leucio)
- 1792. Primo Atlante Marittimo nel mondo (Atlante Due Sicilie)
- 1801. Primo Museo Mineralogico del mondo
- 1807. Primo Orto Botanico in Italia a Napoli
- 1812. Prima Scuola di Ballo in Italia, gestita dal San Carlo
- 1813. Primo Ospedale Psichiatrico in Italia (Real Morotrofio di Aversa)
- 1818. Prima nave a vapore nel mediterraneo “Ferdinando I”
- 1819. Primo Osservatorio Astronomico in Italia a Capodimonte
- 1832. Primo Ponte sospeso, in ferro, in Europa sul fiume Garigliano
- 1833. Prima Nave da crociera in Europa “Francesco I”
- 1835. Primo Istituto Italiano per sordomuti
- 1836. Prima Compagnia di Navigazione a vapore nel Mediterraneo
- 1839. Prima Ferrovia Italiana, tratto Napoli-Portici
- 1839. Prima illuminazione a gas in una città città italiana, terza dopo Parigi e Londra
- 1840. Prima fabbrica metalmeccanica d’ Italia per numero di operai (Pietrarsa)
- 1841. Primo Centro Sismologico in Italia, sul Vesuvio
- 1841. Primo sistema a fari lenticolari a luce costante in Italia
- 1843. Prima Nave da guerra a vapore d’ Italia “Ercole”
- 1843. Primo Periodico Psichiatrico italiano, pubblicato al Reale Morotrofio di Aversa
- 1845. Primo Osservatorio meteorologico d’Italia
- 1845. Prima Locomotiva a vapore costruita in Italia a Pietrarsa
- 1852. Primo Bacino di Carenaggio in muratura in Italia (Napoli)
- 1852. Primo Telegrafo Elettrico in Italia
- 1852. Primo esperimento di illuminazione elettrica in Italia, a Capodimonte
- 1853. Primo Piroscafo nel Mediterraneo per l’America (il “Sicilia”)
- 1853. Prima applicazione dei pricìpi della Scuola Positiva Penale per il recupero dei malviventi
- 1856. Expò di Parigi, terzo paese al mondo per sviluppo industriale
- 1856. Primo Premio Internazionale per la produzione di Pasta
- 1856. Primo Premio Internazionale per la lavorazione di coralli
- 1856. Primo sismografo elettrico al mondo, costruito da Luigi Palmieri
- 1860. Prima Flotta Mercantile e Militare d’Italia
- 1860. Prima Nave ad elica in Italia “Monarca”
- 1860. La più grande industria navale d’Italia per numero di operai (Castellammare di Stabia)
- 1860. Primo tra gli stati italiani per numero di orfanotrofi, ospizi, collegi, conservatori e strutture di assistenza e formazione
- 1860. La più bassa mortalità infantile d’Italia
- 1860. La più alta percetuale di medici per numero di abitanti in Italia
- 1860. Primo piano regolatore in Italia, per la città di Napoli
- 1860. Prima città d’Italia per numero di Teatri (Napoli)
- 1860. Prima città d’Italia per numero di Tipografie (Napoli)
- 1860. Prima città d’Italia per di Pubblicazioni di Giornali e Riviste (Napoli)
- 1860. Primo Corpo dei Pompieri d’Italia
- 1860. Prima città d’Italia per numero di Conservatori Musicali (Napoli)
- 1860. Primo Stato Italiano per quantità di Lire-oro conservata nei banchi Nazionali (443 milioni, su un totale 668 milioni messi insieme da tutti gli stati italiani, compreso il Regno delle Due Sicilie)
- 1860. La più alta quotazione di rendita dei Titoli di Stato
- 1860. Il minore carico Tributario Erariale in Europa
Note
1 – ripreso da Neapolitan Lives Matter
2 – QED, ecco un articolo a posteriori del mio che conferma si trattasse di una “esecuzione”: “Sangue sulla festa scudetto del Napoli: ucciso a colpi di pistola giovane di 26 anni“, il Prefetto ha dichiarato che la morte del giovane “è assolutamente slegata rispetto ai festeggiamenti”.