Ci vogliono mente collettiva
17/03/24
Alla fine della giostra potremmo restare imbambolati, qualora non avessimo i codici per comprendere le elefantiache minchiate che si stanno sedimentando, una dopo l’altra, con una pervicacia mefistofelica e aliena all’umano sentire.
Molto spesso mi ritrovo dinnanzi a gente ― definibile pigra di testa, saccheggiando le parole di GLF ― che si tuffa, con insospettabili energie, nelle più classiche ideologie totalitariste, pretendendo patologicamente di mostrarle all’universo mondo come un ideale di libertà (di essere un numero NdA).
Sempre ― le ideologie ― sono artifici manipolatóri che andrebbero classificati come “puttanate“. Si spacciano come la pietra filosofale che promette l’interpretazione certa della vita, ma è sempre una truffa. È qualcosa di religioso più che razionale, non che io ce l’abbia con la religione, casomai tutt’altro, ma la religione sa che non è qui a spiegarti di politica o di economia, quanto l’aspetto trascendente della vita.
l’ideologia cerca di contenere la realtà, fagocitandola, per poi falsificarsi senza eccezioni
Le ideologie cavano d’ogni impiccio il pigro di testa che viene omaggiato di una bussola che immancabilmente gli indica la direzione. L’ideologia è una confortevole coperta di Linus, è rassicurante, oggi la definiremmo una zona di comfort e, nella sua accezione strettamente psicologica, è una definizione perfetta. Però, come sempre capita quando ci si vuole illudere, si tratta sempre e solo di una sesquipedale fesseria.
piegare la realtà all’ideologia è il contrario di quel che si deve fare
Nella mia idea, piuttosto che cercare di formare una ideologia onnicomprensiva cercando di costringere il mondo in un’unica legge ― cosa che reputo alquanto presuntuosa e, di sicuro, fallimentare ― bisogna studiare la realtà e interagire con essa, ma in maniera pragmatica. Una ideologia ci farebbe pendere immancabilmente verso analisi e posizioni forzate e, automaticamente errate. Ritengo casomai corretto applicare dei principi all’esperito, ma i principi sono cosa tutta diversa dall’obnubilante e nefasta ideologia (tutte).
Le ideologie sono quei pretesti che permettono ogni abuso, sono quelle piaghe purulente dell’intelletto che abbiamo visto deflagrare nel secolo scorso, in cui nessuna differenza vedevo fra l’infame georgiano Iosif (Vissarionovič Džugašvili) “Stalin” e Adolf Hitler e nessuna ne riesco ancora a vedere, a parte il colore della coreografia di turno.
Le ideologie fanatiche, nella loro presunzione di decodificare il vero ― impostura assoluta e reiteratamente confermata tale ― millantano ragionevolezza per scelte aberranti e inumane. Nella pratica possiamo affermarlo tanto per i Gulag e Holodomor quanto per Auschwitz Birkenau, e gli esempi sarebbero innumerevoli. Tutte queste ideologie sono sempre immancabilmente “collettiviste“.
L’ideologia permette il totalitarismo che, a sua volta, permette la perdita dello status di essere umano a chi non vi aderisce, cosa emersa in maniera dirompente durante il regime nazista vaccinista per la covid-19, quando mi avete trattato da subumano e pure, la madre di mio figlio ha potuto immolarlo allo scientismo, nonostante la mia granitica resistenza, purtroppo minata e vinta da uno stato di diritto scaduto in un aberrante abuso della giurisprudenza e della civiltà e, in ultimo, delle nostre anime e dei nostri corpi.
Difficile che otteniate la mia compassione per le vostre miocarditi…
Quello che vogliono ― quelli che sono dietro la creazione di queste “ideologie” ― è una società alveare, una società che evita ogni spreco (leggi ricchezza) di mezzi ed energie, in cui la vita sia vincolata a un algoritmo di utilità generale, un totalitarismo asfissiante di cui abbiamo avuto degli assaggi ma del quale, mi rammarico di registrare, non avete ancora una reale contezza.
L’abolizione dell’individuo in quanto tale, se non rapportato all’alveare, è la questione più importante. Le progressive regressioni a stati infantili della società ― se non un deliberato abbattimento statistico degli individui fisicamente e psichicamente sani ― portano all’asservimento al sogno illuminista in cui le famiglie, in definitiva le tradizioni e la cultura autonoma, vengono eliminate lasciando i singoli in balia di un rapporto diretto ed esclusivo con l’alveare (lo Stato).
E sempre, quando si parla di totalitarismo, di collettivismo, emerge l’antidoto che solo una strabiliante mente politica, quella del compianto Bettino Craxi, seppe codificare nel suo splendido Saggio su Proudhon. Scaricatelo e leggetelo, mi è costato una enorme fatica ritrovarlo, dopo averlo linkato inizialmente nel mio primo articolo su di lui è stato fatto sparire. È estremamente pericoloso per chi vuole propinarci il collettivismo delle menti alveari, una intelligenza collettiva che annichilisce gli individui, il sogno bagnato e malato del comunismo e del nazionalsocialismo.
Infine, devo pure annotare che mi trovo spesso di fronte a deficienti (gente che ha delle carenze) che, immersi in inutili, controproducenti, ideologie, invece di discutere su come migliorare le situazioni contingenti ― che pure si potrebbero agevolmente affrontare ve ne fosse la volontà ― affermano che loro vogliono di più, magari loro “vogliono cambiare il mondo“, cosa che gli permette, da invasati quali sono, di non impegnarsi a cambiare un emerito cazzo.
Mi trovo, molto spesso e con un certo imbarazzo, a fronteggiare delle reginette di bellezza coi loro proclami del cazzo, inutili e inattuabili, bellissimi magari ma posticci, che hanno preso purtroppo possesso del corpo di barbuti uomini di mezz’età i quali, con occhi infervorati dal fanatismo, affermano stronzate di tal fatta. Chiaramente, una volta che ti poni obiettivi così alti, te ne fotte assai di fare quanto sarebbe normale fare.
gli idealisti, quando non fanno di peggio, si costruiscono scuse per non fare un cazzo
Ah, almeno le reginette di bellezza, spareranno cazzate, ma sono gnocche!…
Scusate, affermazione quanto mai errata, dimenticavo Miss Olanda che è un trans, e mi sa pure qualcun’altra. Allora come non detto, perché questa è tutta un’altra ideologia, o forse è un ramo di quella generale.
mi atterrisce che possano davvero cambiare il mondo
“Tu menti“
Tu menti, tu menti, tu menti, menti
Conosco chi conosci tu so dove vai
Ti sei preso in giro, ti sei rovinato
Ti hanno fottuto, fregato, fregato
Eri così carino, eri così carino
Pigro di testa e ben vestito
Non fai niente di male, niente di ciò che credi
Non sai quello che vuoi, non riuscirai ad averlo
Niente è gratis, niente è a posto
Le insegne luminose attirano gli allocchi
Eri così carino, eri così carino
Pigro di testa e ben vestito
Affrettati, fa’ presto, il gioco volge al termine
Punta sul nero, punta sul rosso
Punta di più, il gioco è fatto
La posta sei tu
Eri così carino, eri così carino
Pigro di testa e ben vestito
Questa volta sul serio, dicono sempre così
“Io sono l’Anarchia”
“Ecco un altro Anticristo”
Ma eri solo carino, proprio carino
Pigro di testa e ben vestito
Senza blue jeans eri carino
Proprio un amore di ragazzino
Testi di Giovanni Lindo Ferretti, musiche di Massimo Zamboni
Dall’album “Socialismo e barbarie” (1987) CCCP – Fedeli alla linea